Toscana

Sanità toscana. Saccardi: ridurre liste attesa e spesa farmaci

In Toscana si continua a vivere più della media nazionale: l’aspettativa di vita fra le donne è di 85 anni e per gli uomini  di 81 (sei mesi in più rispetto al dato italiano). Il consumo di alcol si sta riducendo e dovrebbe essere stata scongiurata l’epidemia di obesità che, invece, colpisce le regioni del Sud. Così come diminuiscono i fumatori e la mortalità generale. Le principali cause di decesso restano i tumori e le malattie cardiocircolatorie. Con una novità rilevante: la netta riduzione delle morti dovute al cancro fra gli uomini, che restano comunque nettamente più esposti rispetto alle donne. È quanto attesta il rapporto 2017 sul welfare e la salute in Toscana presentato oggi dall’assessore regionale competente per delega, Stefania Saccardi. Dall’approfondimento frutto della collaborazione fra l’agenzia regionale della sanità, l’osservatorio sociale della Toscana e il laboratorio management e sanità della scuola superiore Sant’Anna di Pisa emerge il ruolo decisivo degli screening nel contenimento dei decessi provocati da neoplasie. Il 71% delle donne aderisce screening mammografico, il 53% allo screening cervicale e il 48% della popolazione si sottopone a quello colon-rettale. Quest’ultimo è il tumore più diffuso in Italia in entrambi i sessi.

Complessivamente, in Toscana ogni anno si registrano 13.900 nuovi casi di cancro fra gli uomini e 12.900 fra le donne.

Sul fronte sanitario i miglioramenti più significativi si registrano sul fronte delle vaccinazioni, specialmente con l’abbattimento dei casi di meningite: 9 nel 2017, in calo del 70% rispetto all’anno precedente. Così come il servizio sanitario registra dei progressi sui livelli essenziali d’assistenza (Lea). Le difficoltà maggiori restano, tuttavia, nell’accesso ad alcuni interventi chirurgici e ad alcune prestazioni diagnostiche. È il problema delle liste d’attesa sul quale la Regione ha provato a intervenire recentemente con alcune delibere. «Sicuramente il rapporto evidenzia anche delle criticità che ci sono e che nessuno vuol negare- ammette l’assessore Saccardi, parlando coi giornalisti-. Bisogna lavorare di più sull’equità nell’accesso ai servizi sanitari anche se il dato ci dice che l’85% della popolazione usufruisce ed è in grado di usufruire del sistema sanitario. Vuol dire che una fascia altissima di popolazione utilizza i nostri servizi socio-sanitari».

Un fattore positivo del sistema toscano è l’elevata spesa sociale dei Comuni: a questo capitolo vengono destinati 476 milioni ogni anno, vale a dire 127 euro per abitanti contro i 114 della media nazionale. Lo mette in rilievo Saccardi: «Però – precisa -, le fragilità ci sono. Le conosciamo tutti: le liste d’attesa, sulle quali stiamo lavorando in modo molto intenso in questo periodo con delibere importanti. Siamo impegnati anche sulla riduzione della spesa farmaceutica».

La Regione, inoltre, assicura l’assessore al Diritto alla Salute, è consapevole dell’esistenza di «una fascia di attività sulle quali dobbiamo migliorare. Vivere di più, ad esempio, porta anche la necessità di ridefinire i servizi in termini di risposta alla cronicità e al rischio della non autosufficienza». L’aumento dei malati cronici, frutto del decremento demografico per un verso e, contestualmente, del conseguente invecchiamento della popolazione, è significativo. Si trovano in questa condizione 1,44 milioni di toscani (il 38,6% dei residenti), in aumento di 35 mila unità rispetto al 2015.

Complessivamente, la situazione del welfare toscano, ma soprattutto del servizio sanitario resta positiva. Del resto, rileva Saccardi, «è uscito il rapporto Crea sul quotidiano sanitario, che mette la Toscana al primo posto dopo le province autonome di Trento e Bolzano». Un dato, a suo avviso, «straordinariamente importante, soprattutto perché è stilato dagli stakeholder più importanti in questo campo». E anche il rapporto che presentiamo stamane dà dei dati «sicuramente ottimi: una Toscana dove si muore di meno, dove l’aspettativa di vita è più alta». Soprattutto, conclude, «abbiamo un sistema che pur essendo al top nelle classifiche continua a migliorare».