Toscana

Save the Children, infanzia in Toscana tra povertà e disparità di genere

Se in Italia, entro la fine dell’anno, ben un milione e 140 mila ragazze tra i 15 e i 29 anni rischiano di trovarsi tagliate fuori da studio, lavoro e percorsi formativi, pari a circa un quarto della popolazione femminile nella stessa fascia di età, in Toscana il dato in questione, pur se migliore, fa comunque registrare un 18% contro il 13,7 dei coetanei maschi. Non confortanti nemmeno altre cifre relative alla nostra regione, che parlano di un 9,8% di minori in povertà relativa già prima dello scoppio della pandemia, di appena un 20,2% cui sono assicurati gli asili nido e di un 10,4% di dispersione scolastica.

Scarso anche l’impegno sul fronte delle letture extrascolastiche e della pratica di attività sportive, anche se in entrambi i casi di poco superiore alla media nazione: il 40% contro il 48 che non legge neanche un libro al di fuori della scuola e il 17,6% contro il 22,4 lontano dal mondo dello sport. Maggiore lo scarto sul fronte della povertà relativa, con la media nazionale attestata al 22% e il picco negativo della Calabria al 42,4, mentre il dato migliore è l’8,3 del Trentino Alto Adige.

Forte anche il calo demografico, al 16% in Italia e con le province toscane che variano dal 13,6 e 13,7 registrati rispettivamente a Massa Carrara e Grosseto al 17% di Prato, dato quest’ultimo compensato dall’incidenza dei minori con cittadinanza straniera (ben il 28,4%, la percentuale più alta tra tutte le province italiane). “Abbiamo una generazione intera da proteggere – ha dichiarato la direttrice generale di Save the Children Italia Daniela Fatarella -, una generazione per la quale il futuro si costruisce a partire da oggi, in Toscana così come nel resto del Paese. E in questa spinta per la ripartenza, le bambine e le ragazze possono e devono essere un volano di sviluppo”.