Toscana

Scuola: età avanzata degli edifici, intoppi per il servizio scuolabus e le strutture sportive

Tutti i comuni toscani si posizionano per lo più nella parte alta della graduatoria nazionale dove spiccano Prato (4º), Siena (14º), Firenze (17º) e Livorno (19º), mentre a metà graduatoria si posizionano Arezzo (33°), Massa (36º) e Pistoia (46º), oltre Pisa (57º), Lucca (58°) e Grosseto (61º). È questa la fotografia scattata da Ecosistema Scuola 2012, il rapporto di Legambiente sulla qualità delle strutture e dei servizi della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado di 96 capoluoghi di provincia.

Le pagelle dell’indagine di Legambiente promuovono a livello nazionale tra i primi posti della top ten Prato il comune toscano con le scuole migliori per sicurezza degli immobili e qualità dei servizi offerti agli studenti. Firenze, secondo capoluogo di Regione a livello nazionale. Elementi di eccellenza su singoli parametri si riscontrano anchea Lucca per il servizio di scuola bus e a Pisa per la somministrazione di pasti interamente biologici nelle mense scolastiche.

Nonostante tutto ci sono ancora dei nodi irrisolti a cominciare dall’età avanzata degli edifici. Ilpatrimonio immobiliare scolastico, in linea con il dato nazionale, risulta essere per la maggior parte costruito prima del 1974 (55,59%) con una percentuale del 6,57% edificato tra il 1990 e il 2011 di cui quelli più recenti sono costruiti secondo i criteri della bioedilizia per l’1,20% dei casi e antisismici per il 10,14%. Gli edifici scolastici che hanno goduto di manutenzione straordinaria negli ultimi 5 anni sono il 65,57% mentre quelli che aspettano interventi di manutenzione urgente sono ancora il 22,68%. Le strutture che attualmente ospitano gli istituti scolastici originariamente erano nate come scuole nel 91,19%, abitazioni il 3,39% ed edifici storici solo il 4,75%. Un dato positivo è sicuramente la presenza di aree verdi, infatti, il 90,81% delle scuole toscane ha un giardino. Ancora intoppi sul fronte dei servizi scuolabus, che risultano disponibili per meno del 50% e, scendendo nel dettaglio dei parametri adottati dalla ricerca, in negativo va segnalato che nemmeno la metà dei complessi scolastici risultano essere dotati di strutture per lo sport 43,30% e il 22,68% necessitano di interventi di manutenzione urgenti. Al contrario, percentuali pressoché più alte del dato nazionale sono quelle riguardanti le certificazioni. Quelli più indicativi sono i dati relativi all’idoneità statica (75,43%), alla certificazione igienico-sanitaria (85,98%), prevenzione incendi (37,80%), ma anche quelli relativi alle scale di sicurezza (56,87%), porte antipanico (98,45%), impianti elettrici a norma (99,31%) e ai generici requisiti di accessibilità (97,74%).

Il dossier di Legambiente sottolinea come negli ultimi due anni ci sia stato un calo totale degli investimenti in tutta Italia, con una contrazione in media di 40 milioni di euro per la manutenzione straordinaria per edificio scolastico. Regioni come la Toscana, da sempre fiori all’occhiello nella gestione virtuosa dell’edilizia scolastica, dal 2008 ad oggi ha registrato una diminuzione del 50% in questa direzione, rivelando delle difficoltà nel mantenere la qualità degli standard di cura degli edifici. Nella top ten dei comuni che investono per manutenzione straordinaria Firenze compare al primo posto, a livello nazionale, con 107.622 Euro e sesta per la manutenzione ordinaria, con 20.815 Euro.

«La situazione dell’edilizia scolastica in Toscana è per lo più accettabile. Ma vi sono casi molto diversi perchè si va dall’eccellenza di Prato e Siena all’assoluta mediocrità di Pisa, Lucca e Grosseto. Il problema più diffuso, anche nella nostra regione, è quello della vetustà degli edifici oltre alla non perfetta efficienza dei servizi sportivi e scuolabus. Va infine fatta una menzione speciale per l’asilo “Chicchi di Sole” di Gaiole in Chianti, prima struttura energicamente passiva del nostro paese. Un esempio meritevole che può e deve innescare auspicabili meccanismi di emulazione» dichiarano Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana e Chiara Signorini, responsabile regionale di Legambiente Scuola e Formazione.

Puntano alle buone pratiche e ai servizi i comuni toscani, dotando le scuole di pasti bio nella quasi totalità delle mense scolastiche (92,52%), dove vengono utilizzati piatti in ceramica o materiali riutilizzabili (90,71%). Plastica (81,44%), vetro (79,55%), alluminio (65,98%), carta (89,69%) e organico (76,12%) sono tutti materiali differenziati ma anche toner e pile rientrano tra i materiali che sono più raccolti. Anche il risparmio energetico e l’utilizzo di rinnovabili sono pratiche eco utilizzate: l’86,11% utilizza fonti d’illuminazione a basso consumo e il 18,03% si è dotata di impianti ad energia rinnovabile confermando la Toscana tra le regioni che spiccano in Italia. Molto alte le percentuali che riguardano i finanziamenti dei Comuni per i progetti educativi (100%) e per progetti-inziative rivolte agli under 14 (83,33%). Interessante il dato riguardante gli istituti scolastici con aree di sosta per le auto (57,07%), 53,72% il dato nazionale. Un buon risultato anche quello riferito all’utilizzo dell’acqua del rubinetto (62,93%).

Nodo importante dell’indagine è quello relativo al rischio ambientale. Dati preoccupanti anche per l’assenza di alcuni tipi di certificazioni in territori di particolare vulnerabilità come quelli dichiarati a rischio sismico.Posizionate in zone sismiche (62,37%), le scuole toscane ad alto rischio ambientale: si trovano infatti a una distanza da 1 e 5 km da industrie (10,31%), aeroporti (14,09%) e strutture militari (15,12%). Buono il dato che ci arriva sui monitoraggi circa la presenza di amianto e di radon (25%). Sono il 16,67% quelli costruiti in prossimità degli elettrodotti e il 20% quelli nei pressi di ripetitori di telefonia cellulare.