Toscana

Scuola, la carica dei 435 mila

• A Pisa e Volterra i più bravi d’Italia• Dalla Gorgona a Capraia la scuola in mezzo al mare• Prato, la qualità entra in classe Saranno oltre 405 mila gli alunni toscani di ogni ordine e grado che hanno scelto la scuola statale per l’anno 2002-2003, che nella maggior parte dei casi torneranno o andranno in classe per la prima volta il 16 settembre. Ma in base alla cosiddetta «autonomia», gli istituti sono liberi di scegliere la data d’inizio purché sia garantito il numero minimo di giorni di lezione nel corso dell’anno scolastico. Chi decide per una pausa invernale per l’ormai immancabile «settimana bianca», farà suonare la prima campanella già la mattina di lunedì 9 settembre. Ai 405 mila delle statali vanno aggiunti i circa 30 mila che anche quest’anno hanno scelto la scuola pubblica non statale, la cosiddetta «privata», che nella maggior parte dei casi, anche in Toscana, è collegata a istituti e ordini religiosi. La parte del leone continua a farla la materna. Sono più di 16 mila i bambini iscritti alle oltre 350 materne cattoliche. Seguono quelli delle elementari (quasi 9 mila) e poi, più distanziati, i ragazzi delle medie inferiori (2.500) e quelli delle superiori (2 mila). Complessivamente, tra scuola pubblica statale e scuola pubblica non statale, gli alunni sono quest’anno in aumento rispetto al 2001-2002, anno in cui si registrò una forte flessione. La scuola statale sale a 405.926 dai 396.866 dell’anno scolastico precedente.DI ANDREA BERNARDINISono i migliori studenti delle scuole medie superiori di tutta Italia, ma non avrebbero mai immaginato di poter essere ospiti, per una settimana, dei docenti di due tra le più prestigiose università del nostro Paese: la Scuola Normale Superiore, fondata da Napoleone e che ha avuto tra i suoi allievi anche Enrico Fermi e Carlo Rubbia, e la Scuola superiore di studi universitari e di perfezionamento «Sant’Anna», un passato più recente, ma allievi egualmente prestigiosi come Enrico Letta, Giuliano Amato o Antonio Maccanico.I giovani «scelti» dal «Sant’Anna» (o meglio segnalati dai loro presidi e selezionati da una rosa di 954 candidativi), tutti del quarto anno delle superiori, sono stati in questi giorni al Centro studi Santa Maria Maddalena a Volterra. Qui hanno incontrato docenti universitari e professionisti grazie ai quali si sono fatti un’idea precisa dei possibili percorsi e sviluppi professionali di una determinata preparazione universitaria. Hanno avuto modo di conoscere, confrontarsi e fare amicizia con coetanei di altre città e regioni. Il tutto nella suggestiva cornice medievale di questa cittadina, gioiello della provincia di Pisa. Venerdì, l’incontro conclusivo, nella sede del «Sant’Anna».Da Giuliano Amato, vicepresidente della Convenzione europea, a Ignazio Visco della Banca d’Italia ed ex capo economista dell’Ocse, fino a Paolo Peluffo, consigliere di stato e direttore dell’ufficio per la stampa e l’informazione della presidenza della Repubblica: personaggi di spicco, chiamati in questi giorni a Cortona a superare il difficile test di saper parlare ai 160 giovani diciassettenni che partecipano al corso di orientamento universitario promosso dalla Scuola Normale superiore.La lezione inaugurale è stata tenuta da un pisano «onorario»: il professor Michele Jamiolkowski, coordinatore di quella commissione di esperti che ha portato – così pare – in salvo la celebre torre pendente.Analoga iniziativa si era tenuta nello scorso luglio a Colle di Val d’Elsa.«Non è facile – dicono i promotori del corso al “Sant’Anna” – orientarsi nell’università. Non lo è nemmeno per gli studenti eccellenti delle scuole superiori. Anzi, proprio tra i ragazzi più dotati, c’è una grande percentuale che sbaglia indirizzo di studi, una volta usciti dal liceo».di Francesco MarinariC’è una gabbianella in più sull’isola di Gorgona. E non si tratta di uno dei tanti pennuti che popolano l’isola. La Gabbianella è infatti il nome del nuovo centro bambini-genitori che il comune di Livorno in collaborazione con l’Arci ha voluto per i figli delle guardie carcerarie che lavorano nella colonia penale dell’ isola.E mentre la motovedetta porta i giornalisti a Gorgona per l’inaugurazione del centro, viene da pensare alla disastrosa situazione carceraria italiana: strutture di detenzione sovraffollate, storie di degrado e di miseria. In questo senso però Gorgona e il suo carcere sono davvero (per quanto possibile) un’«isola felice»: i 130 detenuti che scontano qui la loro pena lavorano nella grande azienda agricola dell’isola. Il loro rapporto con le guardie carcerarie è buono e a sera tornano dai campi.Un clima rilassato: merito anche del direttore del carcere, Claudio Mazzerbo, un direttore «illuminato» potremmo definirlo. È lui a guidarci nella visita al centro: servirà ai bambini delle guardie carcerarie, che avranno un luogo per la socializzazione e la crescita. Ma sarà un punto d’incontro anche per i genitori, le mamme soprattutto. All’interno i bambini, tutti tra i 3 e gli 8 anni, sono già dentro a giocare. Per i primi due mesi un’incaricata dell’Arci, Katia Conte, seguirà le loro attività, per poi lasciare la gestione alle mamme dell’isola. Nelle stanze del centro c’è spazio per i giochi: un’area «a terra» dove rotolarsi, un angolo più «istruttivo» con un tavolo e tante sedie dove svolgere attività manuali. Una sala lettura dove un adulto potrà leggere fiabe ai bambini.Dunque non solo uno spazio giochi dove passare il tempo in allegria, ma anche un centro per l’educazione motoria, manuale e del linguaggio dei più piccoli. Che, seguiti dalla responsabile, mostrano subito la loro bravura, regalando ai presenti all’inaugurazione delle collane fatte di pasta colorata. «La gestione del centro – dicono al Comune di Livorno – è suddivisa tra diversi soggetti: il Comune guida la supervisione, la strutturazione degli ambienti e la formazione del personale del centro.La Direzione della casa di reclusione si occuperà della manutenzione dei locali. L’Arci ha fornito l’educatrice». Un progetto interessante, sicuramente da imitare laddove portare l’istruzione ai bambini è più difficile.DI GIANNI ROSSII sistemi di qualità entrano nella scuola, con tanto di certificazione «Iso 9001». Con il nuovo anno scolastico tre istituti paritari – il Conservatorio di San Niccolò, l’istituto Santa Caterina e il Nicastro (due scuole medie inferiori, un liceo scientifico e un istituto tecnico) – lavoreranno con nuovi metodi di organizzazione e di gestione. C’è voluto un anno di formazione ma ora il progetto entra nel vivo. Intanto anche tutte le scuole elementari cattoliche presenti nella Provincia di Prato – dieci istituti – iniziano un’analoga fase di preparazione in vista dell’anno scolastico 2003-2004.«Si tratta – afferma monsignor Carlo Stancari, responsabile del coordinamento delle Scuole cattoliche – di un’esperienza pilota in Italia. Crediamo fortemente nella validità di questo progetto. Siamo infatti convinti che è il confronto sulla qualità la carta vincente tra le proposte delle varie agenzie educative, non certo l’ideologia o l’efficientismo». Undicimila sono gli euro che la Provincia di Prato, con fondi europei, ha voluto destinare al progetto. Altri 77.468 euro saranno destinati alle scuole elementari. «La Provincia ha selezionato questo progetto – sottolinea il presidente Daniele Mannocci – perché rappresenta un’esperienza pilota per la qualificazione dell’offerta formativa. La certificazione di qualità costituisce una nuova frontiera anche per il mondo della scuola».Ma cos’è una sistema di qualità? Lo spiega Irene Sanesi, incaricata del servizio «Progetti e pastorale» della diocesi, che ha seguito da vicino l’operazione: «Un’azienda specializzata provvede a dotare le tre scuole di un sistema di gestione. Si tratta di creare procedure e regole che rendano il lavoro più efficace ed efficiente. Efficace, per raggiungere l’obiettivo fissato; efficiente, per proporzionare i costi». «Facciamo un esempio – dice Sandra Bardazzi, preside del San Niccolò –: dobbiamo impegnarci per recuperare un ragazzo che si trova in una fascia di apprendimento difficoltoso. Il sistema di qualità ci consentirà di mettere in campo tutta una serie di interventi in modo maggiormente coordinato e mirato rispetto a quanto facevamo prima».Alla fine dell’anno scolastico un ente apposito rilascerà la certificazione di qualità «Iso 9001».