Toscana

Scuola, lettera aperta dei docenti del liceo Castelnuovo di Firenze per chiedere riapertura prima di Natale

“Le scuole superiori – scrivono gli insegnanti – sono andate in Didattica a distanza per prime, è doveroso che rientrino a scuola appena possibile. A ottobre siamo passati da tutti insieme a scuola, senza mascherine, se seduti al banco o alla cattedra, a tutti a casa, come se non fosse possibile chiedere a un diciassettenne di portate la mascherina per cinque ore o di andare a scuola esclusivamente a piedi o in bici, se residente nel comune. Ai docenti non sono mai state fornite FFP2, benché in una mattinata possano stare seduti in classe con più di cento ragazzi diversi, muovendosi tra diverse sedi scolastiche”.

Alcuni studenti, ricorda la lettera, “possono già votare, lo hanno fatto per la prima volta nelle elezioni regionali di settembre; li esortiamo a partecipare alla vita pubblica, a informarsi e impegnarsi e poi li lasciamo a casa perché non abbiamo un adeguato servizio pubblico di trasporti e, per fortuna, non hanno più bisogno di genitori che li accudiscano a casa?”

L’idea della lettera è nata in vista della ricorrenza del 30 novembre, Festa della Toscana, data che – scrivono gli inegnanti – “ci ha sollecitato a immaginare che ancora una volta Firenze e la Toscana potessero essere di esempio in una battaglia di civiltà”. Mentre la stampa “ha lasciato filtrare la prospettiva di una possibile riapertura delle scuole dopo l’Epifania”, la lettera ricorda che al momento “il governo non si è espresso sulla data della riapertura, ed è proprio per questo che riteniamo opportuno parlare adesso”. I firmatari dell’appello sottolineano che “non una sola volta il discorso pubblico, molto attento al tema dei ristori per le diverse categorie professionali, ha menzionato la necessità di provvedimenti analoghi per gli studenti, che non sono una categoria professionale, ma la promessa di tutte le future professioni”.

“Noi che tutti i giorni ci spendiamo per allenarli all’esercizio critico e all’assunzione di nuove responsabilità – scrivono ancora i docenti – come possiamo pensare di educarli a un dialogo rispettoso, perché fiducioso, con le istituzioni, se le istituzioni li trattano come soggetti incompetenti?”

“La nostra richiesta di tornare a scuola – conclude la lettera – ha dunque tutti i caratteri di una protesta civile in difesa dei valoricostituzionali, quelli che già ci sono e quelli che, speriamo, ci saranno presto. Pensiamo che sia nostro dovere di insegnanti ricordarlo alle istituzioni per continuare a nutrire la fiducia dei nostri studenti nelle istituzioni stesse, in noi e nei valori a cui cerchiamo di educarli”.