Toscana

Sentenza Usa su aborto, il comunicato di Scienza & Vita Firenze

Scienza&Vita Firenze esprime tutto il suo apprezzamento per la storica sentenza (Dobbs, State Health Officer of the Mississippi Department of Health, et al. v. Jackson Women’s Health Organization et al.) con cui i Giudici della Corte Suprema degli Stati Uniti d’America hanno affermato le ragioni del diritto e della democrazia in tema di aborto: “La Costituzione non conferisce il diritto all’aborto. Le (sentenze) Roe e Casey sono annullate e l’autorità di regolamentare l’aborto è restituita al popolo e ai suoi rappresentanti eletti” (The Constitution does not confer a right to abortion; Roe and Casey are overruled; and the authority to regulate abortion is returned to the people and their elected representatives). La sentenza conclude il caso sollevato dalla Legge del Mississipi, che vieta l’aborto dopo la 15a settimana, mentre la sentenza Roe vs Wade del 1973 aveva stabilito che gli Stati della Federazione non potevano vietare l’aborto prima della viability, fissata allora tra la 24a e la 28a settimana di gravidanza. Prima di questi termini l’interest della madre sarebbe stato prevalente sulla potential life del figlio. Come hanno rilevato tutti i commentatori, la sentenza non elimina la possibilità di emanare leggi che rendano lecito l’aborto. Non si dice neppure, esplicitamente, che il nascituro, a qualunque settimana di vita, è “uno di noi”, secondo l’icastica espressione che è stata l’emblema dell’ultimo grande sforzo del compianto Carlo Casini per dare protezione giuridica, a livello europeo, ai bimbi non ancora nati. Certo è che questa sentenza viene a mettere in discussione un diritto, mai sancito come tale dalle leggi abortiste dei vari Stati, ma che tale si è preteso affermare da parte della cultura dominante occidentale: il diritto all’aborto come diritto umano e dunque come conquista di civiltà. Per questo tutti coloro che per cinquant’anni, con coraggio e tenacia, fidando nella misericordia di Dio e nella buona volontà degli uomini, hanno difeso il diritto alla vita del “più povero tra i poveri” (Madre Teresa di Calcutta) hanno ottenuto un riconoscimento che può avere sensibili ripercussioni in tutto il mondo occidentale e non solo. Infatti, ora con forza maggiore, continua riproporsi a ciascuna donna e a ciascun uomo la domanda cruciale: “Chi mai può definire diritto umano l’uccisione dell’innocente inerme e indifeso?”. In questi giorni molti si sono espressi sulla sentenza scrivendo cose egregie. Come Scienza&Vita Firenze proponiamo alla comune riflessione le parole dell’Arcivescovo di San Francisco, Salvatore J. Cordileone, che invitano alla preghiera e all’azione, affinché l’arco della storia continui a tendere verso la verità e la giustizia. “L’arco della storia è lungo ma tende alla giustizia”. Mai le parole del reverendo Martin Luther King, il grande profeta dei diritti umani nel 20° secolo, sono risuonate più vere. Questa storica decisione della Corte Suprema non sarebbe avvenuta senza cinquant’anni di paziente, amorevole, duro lavoro da parte di persone di tutte le fedi e non credenti, in diversi campi tra cui i servizi sociali, la religione, il diritto, la medicina, la cultura, l’istruzione, l’azione e la riflessione politica. Ma il nostro lavoro è appena iniziato. Le barriere artificiali che la Corte Suprema ha creato erigendo dal nulla un cosiddetto diritto costituzionale sono state rimosse. Ora continua la lotta per dimostrare che possiamo costruire una cultura che rispetti ogni vita umana, comprese le madri in gravidanze critiche e i bambini che portano in grembo. Dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi per accompagnare le donne e le coppie che stanno affrontando gravidanze inaspettate o difficili, nonché per offrire misericordia a coloro che subiscono i postumi dell’esperienza dell’aborto. Nostra Signora di Guadalupe, protettrice dei non nati, prega per noi