Toscana

Siccità. Regione punta su 200 milioni di investimenti per invasi

Il governatore, Enrico Rossi, che è anche commissario designato dall’esecutivo nazionale per la gestione dell’emergenza insorta la scorsa estate, avrà tempo fino al 31 dicembre per prescrivere quali interventi andranno finanziati. I 200 milioni di euro di investimenti, peraltro, non comporteranno un aumento della tariffa dell’acqua.

Le opere pubbliche riguardano, anzitutto, il dissalatore a Capoliveri, all’isola d’Elba, il cui primo lotto è già stato finanziato. Con la possibilità di sostenere con altri 20 milioni di euro i lavori per un ulteriore dissalatore o per un adeguamento della condotta. Il secondo intervento, invece, concerne la cosiddetta autostrada dell’acqua Apuo-versiliese. L’invaso di Pian di Goro, a Volterra, comporterà inoltre un impegno di spesa da 80 milioni di euro, incluse le connessioni necessarie. Sui lavori a Montedoglio, che già oggi rappresenta il bacino idrico più grande dell’Italia centrale c’è già una certezza, secondo Rossi: partiranno nel 2019. Verrano ricostruiti i conci e raddoppiata la portata d’acqua cosa che risolverebbe i problemi di approvvigionamento di acqua potabile nella Val di Chiana con un esborso di 18 milioni di euro.

Infine, nuovi pozzi sorgeranno sull’Amiata, e verrà raddoppiata la tubazione verso Follonica con uno stanziamento di 30 milioni di euro. L’ambizioso e articolato piano d’azione dovrebbe prevedere una ripartizione della spesa in 20 anni, con un impatto annuo di 10 milioni di euro. E l’intenzione è quella di attingere dal gettito complessivo della tariffa idrica che in Toscana ammonta a 500 milioni di euro. «Questo consente di finanziare le opere con un impatto zero sui cittadini – chiarisce Rossi -. Possiamo mettere in campo questi interventi con una rimodulazione della tariffa, tale da creare una riserva che vada all’Autorità. Queste opere ci metteranno in sicurezza rispetto al problema dell’approvvigionamento di acqua potabile». È stata l’assessore all’Ambiente, Federica Fratoni, che del resto è anche la proponente della delibera, a studiare i dettagli finanziari dell’operazione. «All’interno della tariffa esistono già delle componenti, sulle quali è possibile recuperare dei margini di manovra- fa sapere-. Non ci sarà, dunque, un aumento delle tariffe, ma avremo una razionalizzazione delle quote. Penso, ad esempio ai costi standard che sono a volte più alti di quelli sostenuti dai gestori. Possiamo anche lavorare, inoltre, sulle quote dei canoni per l’utilizzo della rete o su quelle che derivano dall’accensione di mutui per la gestione della rete stessa».