Toscana

Statuto e legge elettorale, Consiglio alla stretta finale

di Simone PitossiStatuto e legge elettorale. Su questi due temi si continua a dibattere in Consiglio regionale. Sullo Statuto ci sono ancora questione aperte, tante quante ce ne sono anche sulla legge elettorale. Occasione per affrontare di nuovo la questione è stato il convegno nazionale organizzato a Firenze sulle nuove leggi elettorali regionali. Si è discusso a lungo dei possibili modelli elettorali che le regioni potranno adottare con la riforma degli Statuti, su vizi e virtù del sistema vigente, sulle tematiche della rappresentanza e delle pari opportunità.

Piero Pizzi, presidente della Commissione Statuto, innanzitutto sottolinea i punti cruciali della riforma elettorale regionale. «Bisogna migliorare – osserva Pizzi – alcuni aspetti. Primo fra tutti la rappresentanza politica di tutte le province della Toscana. Poi, l’elezione diretta dei consiglieri regionali e non più tramite il “listino” che è legato all’elezione del presidente della Giunta. Infine, il rafforzamento del principio delle pari opportunità». La futura nuova legge elettorale della Regione pur avendo un rapporto stretto con il nuovo statuto è sganciata da esso e sarà votata come un testo autonomo ma in una fase immediatamente successiva.

Sulla questione del tipo di maggioranza utile per approvarla, Riccardo Nencini, presidente del Consiglio regionale, si dice d’accordo nel ritenere che sia sufficiente la maggioranza semplice. «Obbligare il consiglio ad esprimersi sulla nuova legge elettorale con una maggioranza qualificata – spiega il presidente del consiglio regionale – è cosa diversa dal cercare su di essa un ampio consenso dell’assemblea che è cosa auspicabile e da perseguire».

Quanto all’ipotesi di sganciare l’elezione del consiglio da quella del presidente della giunta, che potrebbe anche determinare in assemblea una maggioranza diversa da quella che legittima l’esecutivo – un pò come avviene per il Senato ed il presidente Usa – e quindi con un forte potere di controllo, Nencini osserva che «sotto il profilo della tecnica giuridica questo sarebbe possibile». «Sul piano politico però – aggiunge – penso invece che consiglio e presidente della giunta debbano essere tenuti in relazione stretta». «Il mio essere favorevole all’elezione diretta del presidente della giunta – spiega – si collega strettamente con il potenziamento delle funzioni dell’assemblea legislativa; non può esserci separazione; non a caso, siamo partiti dalla revisione dell’articolo 12, quello sulle funzioni di controllo del consiglio».

I problemi sul tappetoStretto nell’angolo dall’elezione diretta del presidente della giunta, il consiglio regionale cerca maggiori spazi decisionali e di controllo sull’operato dell’esecutivo. Una ricerca che tira in ballo anche l’articolo 126 della Costituzione che stabilisce il principio che il consiglio decade con la decadenza del presidente della giunta e viceversa. Il tema coinvolge anche quello della nuova legge elettorale che i consigli regionali sono chiamati a darsi assieme ai nuovi statuti. Sul tappeto la questione delle preferenze che il presidente del consiglio regionale Riccardo Nencini non intende siano abolite se non in presenza di una proposta di legge sulle primarie, «soddisfacente, condivisa ed in grado di assicurare una effettiva partecipazione alla scelta dei candidati a consigliere regionale». Di diverso avviso il gruppo consiliare dei Ds. Alessandro Starnini, vice presidente della Commissione statuto, ribadisce la volontà di «abolire le preferenze comunque e subito perché sono uno elemento di distorsione». Starnini si dice invece «favorevole alla abolizione del “listino” facendo ricorso ad un diverso meccanismo per assicurare il premio di maggioranza». La questione «preferenza sì, preferenza no» non sembra invece appassionare il capogruppo di An e coordinatore della sottocommissione per la legge elettorale, Maurizio Bianconi che pone invece l’accento sulla necessità «di allargare il numero dei consiglieri per assicurare una rappresentanza effettiva delle forze politiche sul territorio». Bianconi si dice anche favorevole all’abolizione del “listino”. Quanto alle primarie per Bianconi «istituzionalizzarle è incostituzionale, perché non si può obbligare ad una consultazione interna soggetti privati quali sono a tutt’oggi i partiti». Il tema della preferenza non appassiona neanche Erasmo D’Angelis (Margherita), coordinatore della sottocommissione per la legge elettorale. D’Angelis rileva invece soprattutto la necessità di modificare l’articolo 126 della Costituzione garantendo il non scioglimento del consiglio in caso di impedimento, morte o passaggio ad altro incarico del presidente della giunta. D’Angelis si dice anche favorevole ad introdurre la possibilità di sfiduciare un assessore da parte del consiglio. Di diverso avviso sull’abolizione del voto di preferenza, sempre in casa Margherita, è Gianluca Parrini che ritiene la preferenza l’ultimo baluardo della democrazia a favore del cittadino. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il campogruppo Udc Marco Carraresi. Infine, Rifondazione Comunista, Verdi e Comunisti italiani fanno fronte comune per attribuire più poteri al consiglio regionale. «Si delinea la possibilità di avere un presidente della giunta eletto direttamente – ha spiegato il capogruppo dei “cossuttiani”, Luciano Ghelli – e quindi più forte. Per questo riteniamo che si debba rafforzare anche il ruolo del parlamento toscano». «Si sta andando verso un accordo fra Ds e Fi – ha continuato Ghelli – che probabilmente porterà anche all’aumento del numero dei consiglieri e all’abolizione delle preferenze. Diventa necessario arrivare a un consiglio più forte, che, tra l’altro, dovrà avere più potere nell’ambito regolamentare e che vorremmo avesse la possibilità di sfiduciare anche i singoli assessori». La scheda• COMMISSIONE. La Commissione speciale Statuto è stata insediata nel 2000 per provvedere alla stesura della Carta fondamentale. Presidente è Piero Pizzi (Forza Italia). Successivamente è stata creata una sottocommissione incaricata di studiare una nuova legge elettorale. Coordinatori sono Maurizio Bianconi (An) e Erasmo D’Angelis (Margherita). L’approvazione di entrambi i testi – Statuto e legge elettorale – spetta all’assemblea del Consiglio.

• LISTINO SÌ, LISTINO NO. Nella legge elettorale attualmente vigente il premio di maggioranza è appannaggio di un «listino» regionale collegato al candidato presidente. La nuova proposta di legge elettorale prevede l’abolizione del listino: il premio viene attribuito direttamente e proporzionalmente alle liste della coalizione vincente.

• VOTO DI PREFERENZA. Sulla scheda elettorale per le elezioni regionali, fino all’ultima consultazione, era possibile indicare la preferenza per uno dei candidati consiglieri di una delle liste collegate al candidato presidente. Da alcune forze politiche (in particolare i Ds) arriva la proposta di abolire il voto di preferenza bloccando il voto dei cittadini alle indicazioni dei partiti che dovrebbero, in vista delle consultazioni, svolgere le «primarie».

• ALTRE QUESTIONI APERTE. Oltre al voto di preferenza ci sono altre questioni aperte. La prima l’elezione diretta o l’indicazione/designazione del Presidente della Giunta dalla quale poi consegue l’eventuale ritorno alle urne in caso di decadimento del Presidente stesso. In secondo luogo, l’ampiezza del Consiglio regionale. C’è sostanziale accordo per aumentare il numero dei consiglieri per sopperire alle maggiori competenze delle Regioni: le proposte vanno dai 60 agli 80 consiglieri rispetto ai 50 attuali.

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