Toscana

TERREMOTO HAITI: MONS. PIERRE DUMAS (CARITAS HAITI), «DOLORE CI FARÀ CRESCERE IN UMANITÀ»

“La carità e il modo in cui viviamo questa crisi ci aiuterà a crescere in umanità. Ci aiuterà ad essere più generosi, aperti e disponibili agli altri, poiché i mezzi simbolici del nostro vivere insieme sono stati distrutti. Tutti i simboli che ci uniscono: la cattedrale, il palazzo presidenziale, i ministeri, le scuole, le comunità religiose e molti altri luoghi sono crollati”. Lo afferma il vescovo Pierre Dumas, presidente di Caritas Haiti, in un messaggio diffuso oggi da Caritas internationalis. Mons. Dumas, vescovo di Anse-À-Veau et Miragoâne, ha perso alcuni parenti nel terremoto, tra cui una nipotina di due anni e mezzo e il cognato. “Il giorno prima – racconta -, stavo visitando alcune zone della mia diocesi. Per andare in un posto, dovevo attraversare diversi fiumi, e in uno di questi abbiamo visto delle bolle sull’acqua e delle onde. Abbiamo deciso di trascorrere la notte nel centro di formazione diocesano di Matean, vicino al mare, ma durante la notte le onde hanno iniziato a sbattere contro l’edificio e io ho pensato: ‘Questo è uno tsunami!’”. Mons. Dumas descrive il momento del terremoto, il giorno successivo, mentre era a Port‐au‐Prince: ”C’è stato un gran boato e la casa ha sussultato, non ho nemmeno avuto il tempo di uscire dalla porta che tutto si era calmato. Sono tutti usciti in strada”. “Una delle prime cose che ho fatto è stata contattare i membri del mio staff e rassicurarli – dice mons. Dumas -. Ho detto loro di non temere, che questa era una possibilità per le persone di dimostrare solidarietà e di aiutarsi a vicenda”. “Tutti coloro che sono morti non meritavano di andarsene così presto – aggiunge -. Per chi è rimasto, in questo momento c’è solo dolore. È per noi tutti una prova. Non durerà in eterno, ma dobbiamo superare questa prova con fede per poter giungere all’altra fine più uniti”. Ora, sottolinea, “dobbiamo ricostruire per poter vivere insieme. Dobbiamo eliminare i pregiudizi e la discriminazione e far nascere la fiducia, suscitare solidarietà e apertura mentale. Penso che questo evento ci dia la possibilità di ricostruire il nostro Paese in modo diverso e di comprendere il legame che ci unisce. Siamo di fronte ad alcune domande che, per il momento, riguardano solo l’emergenza, ma un giorno riguarderanno la ricostruzione. Questo non significa ricostruire le cose come erano prima, ma avere invece una possibilità di costruire una Haiti migliore in cui la persona sia al centro di tutto”.Sir