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TIBET: DAL PARLAMENTO UE UN RICHIAMO ALLA CINA SU DEMOCRAZIA E DIRITTI UMANI

Il Parlamento europeo “condanna fermamente la brutale repressione dei dimostranti tibetani da parte delle forze di sicurezza cinesi e tutti gli atti di violenza avvenuti nelle strade di Lhasa e in Tibet e esprime le proprie sincere condoglianze alle famiglie delle vittime”: è uno dei passaggi-chiave della risoluzione sulla situazione in Tibet sulla quale l’Assemblea Ue, riunita in plenaria a Bruxelles, sarà chiamata a esprimersi in giornata. Un dibattito in aula si era svolto a marzo e nel frattempo il Dalai Lama ha accettato l’invito a intervenire in emiciclo nel prossimo dicembre. Gli eurodeputati stanno seguendo gli sviluppi della vicenda, che si ricollega alla situazione dei diritti umani e della democrazia in Cina, alla organizzazione dei Giochi olimpici a Pechino e al percorso che la fiaccola olimpica sta effettuando in questi giorni in tutto il mondo. Nella risoluzione, che è stata presentata da un ampio schieramento di forze politiche dell’Eurocamera, si “chiede alla Cina di tener fede ai propri impegni in materia di diritti umani, diritti delle minoranze e Stato di diritto”; si sollecita il governo di Pechino “a non strumentalizzare i Giochi olimpici 2008 per arrestare dissidenti, giornalisti e attivisti nel campo dei diritti umani”. Nella risoluzione all’attenzione del Parlamento Ue si chiede una “indagine aperta e indipendente sui recenti tumulti e la repressione in Tibet, da svolgere sotto gli auspici delle Nazioni Unite”. D’altro canto il testo ribadisce che l’organizzazione delle Olimpiadi a Pechino rappresenta per la Cina “una straordinaria opportunità di aprirsi al mondo”, dimostrando però “che questo paese è in grado di mantenere le sue promesse in quanto alla promozione dei diritti fondamentali per tutti i cinesi senza distinzione”. La risoluzione “rende omaggio al fatto che il Dalai Lama abbia invitato il popolo tibetano a protestare pacificamente, abbia respinto le richieste di indipendenza tibetana e abbia proposto una soluzione di compromesso che persegue un’autentica autonomia culturale e politica e la libertà religiosa”; chiede alle autorità cinesi di aprire il Tibet alla stampa estera e ai diplomatici. Invita quindi la presidenza in carica dell’Ue ad adoperarsi per trovare una posizione comune fra i 27 Stati membri in merito alla partecipazione dei capi di Stato e di governo alla cerimonia di inaugurazione dei Giochi, “con un eventuale rifiuto a partecipare qualora le autorità cinesi non riavviassero il dialogo con sua santità il Dalai Lama”.Sir