Toscana

TRAGEDIA DI SMOLENSK, VESCOVI POLACCHI:, IL SIGNIFICATO DI UN SACRIFICIO

(Polonia) – “Il meglio delle elite polacche di oggi, i più alti funzionari dello Stato e i capi dell’esercito, con la propria vita, hanno reso omaggio a coloro che 70 anni fa erano il meglio dell’intellighenzia della Polonia” attaccata da Hitler e Stalin. È quanto ha affermato il presidente della Conferenza episcopale polacca (Cep), mons. Jozef Michalik, intervenendo sabato sera all’edizione speciale del telegiornale del primo canale della televisione pubblica. Mons. Michalik ha sottolineato il parallelismo tra la tragedia nella quale è morto il presidente polacco Lech Kaczynski e la morte di Giovanni Paolo II avvenuta cinque anni fa, anch’essa alla vigilia della Domenica della Divina Misericordia. Dopo il disastro aereo che sabato 10 aprile ha provocato 96 morti all’aeroporto di Smolensk in Russia, il vescovo ha annunciato che le preghiere per le vittime durante i sette giorni di lutto nazionale saranno un’invocazione particolare alla Divina Misericordia.Il presidente dell’episcopato polacco ha ribadito che “oggi quel sacrificio è stato reso in nome dei più alti valori del popolo polacco, dei valori imprescindibili sia per le elite del passato sia per quelle attuali, i valori di libertà e di amore della patria”. Ricordando che nella catastrofe ha perso la vita anche l’ordinario militare cattolico, mons. Tadeusz Ploski, mons. Michalik ha evidenziato il significato simbolico della morte nella stessa tragedia del vescovo ortodosso Miron Chodakowski e del rev. Adam Pilch, della Chiesa evangelica. Fra i 96 morti “ciascun nome ci diceva qualcosa”. È quanto ha ricordato mons. Jozef Kowalczyk, nunzio apostolico a Varsavia, durante le liturgie in suffragio delle vittime della catastrofe di Smolensk, tenutesi sabato e domenica. In questa tragedia, ha detto il nunzio apostolico durante la messa di sabato 10 aprile, sono morte persone che “si recavano a Katyn per commemorare in preghiera altre vittime”. La sorte di coloro che hanno perso la vita nel disastro aereo, ha proseguito mons. Kowalczyk, “s’iscrive nel martirologio di quelli che si sono offerti in sacrificio lottando per la verità, la libertà e la difesa della dignità di ogni persona umana”. Il nunzio apostolico, infine, ha auspicato che “quell’offerta possa, nella vita della società intera, portare come frutti la solidarietà, il reciproco rispetto e l’amore”. “Da questa prova dobbiamo uscire vincitori! Abbiamo bisogno della solidarietà dell’intera nazione”. È quanto ha affermato il card. Jozef Glemp, arcivescovo emerito di Varsavia, durante una liturgia, celebrata il 10 aprile in Polonia, in suffragio delle vittime della catastrofe di Smolensk . Il card. Glemp ha anche osservato che “lì, nella foresta di Katyn, è come se ci fosse uno sportello nascosto che porta in cielo. Settanta anni fa, ogni notte gli ufficiali polacchi varcavano quella soglia marciando in quadriglia, in battaglioni interi, al ritmo di oltre 200 soldati ogni notte”. Oggi, ha proseguito il cardinale, “il gruppo che ha superato quello sportello è stato più ristretto ma composto da due presidenti (Lech Kaczynski e l’ultimo presidente dei polacchi all’estero, il novantenne Ryszard Kaczorowski) alcuni generali, dei vescovi, dei ministri”. Per il card. Glemp, “la nostra sofferenza, il rammarico e il dolore scaturiscono dal fatto che adesso risultano vanificate le speranze che noi legavamo a quelle persone”.Sir