Toscana
TUNISIA, CHIUSO VERTICE MONDILAE SOCIETA’ INFORMAZIONE; I «RICCHI» NON VOGLIONO PAGARE DIVARIO DIGITALE
La costruzione di una reale società dell’informazione ci offre l’opportunità di connettere e assistere chi vive nella regioni più povere e più isolate del mondo e dar voce a chi spesso nel passato è stato inascoltato o dimenticato: lo ha detto il presidente del Pontificio Consiglio per le comunicazioni sociali della Santa Sede, arcivescovo John P. Foley, nel suo intervento al Vertice mondiale sulla società dell’informazione che si è chiuso ieri a Tunisi. Questo incontro ha detto il presule offre un’opportunità unica su come dirigere la società dell’informazione’ verso uno sviluppo costruttivo. Stiamo prendendo in considerazioni non solo le opportunità digitali’ ma anche i dilemmi digitali’. Spetta ai Paesi più sviluppati, ha aggiunto il ministro dell’informazione’ del Vaticano, assumersi la responsabilità di accelerare il processo di informatizzazione, permettendo un maggiore accesso ai nuovi media, soprattutto milioni di persone che al momento sono ancora tagliate fuori da questo processo.
Colmare il divario’ digitale meglio, il baratro’ se si pensa che il numero di utenti internet in Africa è pari a quello di un Paese europeo di piccole dimensioni è anche l’obiettivo dell’Agenda di Tunisi per la società dell’informazione’ adottata in chiusura del vertice di tre giorni organizzato dall’Onu, che di fatto era iniziato nel 2003 a Ginevra con una prima fase. Nessun impegno concreto è stato però assunto dai Paesi ricchi, che hanno rifiutato di destinare risorse al Fondo per la solidarietà digitale lanciato proprio a Ginevra, con l’obiettivo di ridurre la distanza tra il Nord e il Sud del pianeta in questo settore.
A tale proposito, un computer al prezzo di cento dollari era stato presentato durante il Summit al quale sono intervenute oltre 18.000 delegati da 170 Paesi in rappresentanza di governi, associazioni, istituzioni internazionali e del mondo della comunicazione dal segretario generale dell’Onu Kofi Annan. Siamo pronti a comprarne anche milioni a questo prezzo ha detto il presidente del Senegal Abdoulaye Wade, il quale ha deplorato che l’Africa resta ancora sconnessa dal resto del mondo. L’Agenda di Tunisi, a suo parere, permette almeno di prendere l’ultimo vagone del treno digitale, anche se l’Africa non ha ancora i binari adatti: le sue linee telefoniche dell’interno continente sono uguali a quelle dell’isola di Manatthan a New York.
In chiusura del Sommet mondial sur la société de l’information – (SMSI) in francese, World Summit on the Information Society (WSIS) in inglese – è stato adottato anche un impegno di Tunisi, che si richiama alla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, affermando tra l’altro: La libertà di espressione e la libera circolazione delle informazioni, delle idee e del sapere sono essenziali per la società dell’informazione. Una sorta di compromesso che secondo molti costituisce invece un chiaro fallimento è stato raggiunto a proposito dell’altro grande tema del Summit, il governo della rete mondiale.