Toscana

TURCHIA, CRESCE MA NON DOMINA IL NUOVO PARLAMENTO IL PARTITO DEL PRIMO MINISTRO

Le cifre non sono ufficialmente definitive ma avendo ottenuto tra il 46 e il 47% delle preferenze – il 12% più che alle elezioni precedenti – il Partito per la giustizia e lo sviluppo (Akp) del primo ministro Tayyip Erdogan – d’ispirazione islamica moderata – in base ai calcoli disponibili stamani ottiene nel nuovo parlamento non meno di 342 seggi su 550, una maggioranza assoluta che consente di governare senza coalizioni ma non i 2/3 che avrebbero permesso all’Akp di eleggere da solo il presidente della repubblica e di modificare a suo piacimento la Costituzione. In Turchia un partito deve raggiungere almeno il 10% delle preferenze per entrare in parlamento: nel 2002 oltre all’Akp, c’era riuscito soltanto il Partito repubblicano Chp (laico e di sinistra) che questa volta è al 21%; ma ieri, con il 15% ce l’ha fatta anche il Partito nazionalista Mhp e proprio questa nuova presenza ha tolto la possibilità dei 2/3 dell’assemblea al partito di Erdogan. Con 24 deputati eletti come “indipendenti” è presente nel nuovo parlamento anche il Dtp, nuova sigla del Partito dei nazionalisti curdi, che ora, dopo le passate traversie con la magistratura, si chiama Dtp; sempre come “indipendente” è stato eletto anche Musin Yazicioglu , capo del partito islamo-nazionalista Bbp, noto per essersi opposto lo scorso novembre alla visita di Benedetto XVI. Considerate anche le nuove componenti del parlamento, Erdogan ha subito detto: “Rispetteremo anche chi non ha votato per noi” e “non ci allontaneremo dai valori fondanti della repubblica” tentando di tranquillizzare chi dovesse comunque ritenere il suo partito troppo forte; dichiarazioni coerenti con quello che sembra essere anche il nuovo profilo dell’Akp nelle cui file non figurano più alcuni ferventi sostenitori di tendenze marcatamente islamiste.Misna