Toscana

Tasi, 280 tasse diverse nei Comuni toscani

È arrivato il giorno della Tasi, una tassa talmente generica e indecifrabile da rendere liberi i Comuni di determinare aliquote, scadenze e detrazioni a loro piacimento. Una giungla, perché ognuno può decidere secondo propri criteri a chi concedere sconti e quando far pagare la tassa. In Toscana si hanno 280 tasse diverse, una per ogni comune, nella stragrande maggioranza più care della vecchia Imu. Una situazione che può dar luogo a casi macroscopici: sintomatico quello di due fabbricati confinanti ma in due Comuni diversi, quello di Firenze paga 351 euro e l’altro nel territorio di Sesto Fiorentino ne sborserà 64. È il fallimento del federalismo fiscale locale perché provoca effetti diversi per i redditi dei cittadini secondo la loro residenza e non consente agli stessi di attivare forme di controllo su come quelle risorse sono impegnate.

Solo cinque comuni sui 280 toscani non hanno deliberato sulla Tasi (Viareggio, Coreglia, Giuncugnano, Zeri, Monticiano) pagheranno l’aliquota dell’1 per mille. La base del calcolo Tasi è uguale all’Imu: per l’abitazione principale l’aliquota può essere al massimo 2,5, aumentabile fino al 3,3. I criteri dell’abbassamento dell’imposta in generale sono la categoria e la rendita catastale, la presenza di figli, disabili, Isee o reddito annuo. È qui che nascono le disparità tra un Comune e l’altro. C’è chi ha scelto di fare sconti sulla rendita catastale, chi sulla presenza di figli o disabili in famiglia, chi ha praticato sconti ai pensionati. Variabili infinite che, unite alla cancellazione della franchigia di 200 euro, contribuiscono alla confusione più totale.

«Il caos è assoluto» rilevano Paolo Graziani e Fulvio Farnesi, rispettivamente presidente e amministratore delegato della rete regionale dei 150 sportelli Caaf Cgil che hanno tracciato un quadro impietoso della situazione.  Prima desolante constatazione: contrariamente a quello che è stato finora affermato la Tasi sarà maggiore dell’Imu. È quello che si può vedere dalla simulazione del Caaf Cgil Toscana che ha proposto alcuni esempi per far vedere i maggiori costi della Tasi rispetto all’Imu nei capoluoghi di provincia (succede in tutti, tranne Livorno e Siena che però avevano un’Imu molto alta).

Come punto di riferimento, è stato preso il caso di un’abitazione principale, categoria A2, rendita 850 euro, per una famiglia-tipo con due figli di età inferiore ai 26 anni. A Firenze l’Imu 2012 costava 271 euro, la Tasi 2014 costa 351 euro. Ad Arezzo l’Imu 2012 era di 271 euro, la Tasi 2014 è di 321 euro. Altri esempi: a Pisa Imu 271 e Tasi 361, a Livorno Imu 499 e Tasi 357, a Siena Imu 485 e Tasi 285, a Grosseto Imu 328 e Tasi 357, a Prato Imu 271 e Tasi 471, a Pistoia Imu 271 e Tasi 357, a Lucca Imu 271 e Tasi 442, a Carrara Imu 271 e Tasi 331. La media delle aliquote Tasi per provincia è 2,28: la più alta è Prato (2,96), poi Firenze (2,62), Siena (2,55), fino ad arrivare alla più bassa (Lucca, 1,65).

«Con l’Imu erano esenti circa cinque milioni di italiani, la Tasi invece la pagano quasi tutti, anche le categorie più deboli – rileva Graziani –. In questa situazione ci sono anche difficoltà a fare i controlli contro l’elusione, per via dei meccanismi macchinosi e cavillosi: servirebbero più sinergie tra Comuni, Catasto e Agenzia delle Entrate. Alla fine c’è il cittadino, beffato due volte: la prima perché paga una tassa che – la politica glielo ha ripetuto continuamente – non doveva pagare, la seconda perché deve anche sbattersi e magari pagare per compilare in modo corretto il bollettino».

Le sedi di Caaf Cgil Toscana sono prese d’assalto: dall’8 settembre, in vista della scadenza del pagamento del 16 ottobre, arrivano oltre 1.500 telefonate al giorno ai centralini. Anche il patronato Inas-Cisl di Firenze è pronto ad accogliere le sempre maggiori richieste di aiuto che arrivano dalle persone, a fronte di incombenze più numerose e complesse e di risposte ridotte dall’apparato pubblico. Gli uffici dell’Inas di Firenze, in via Carlo del Prete 135, saranno aperti con orario continuato 9-17,50 nei giorni di lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì.

«È impressionante il numero di persone che sempre più si rivolge ai nostri sportelli – dice il segretario generale della Cisl di Firenze e Prato, Roberto Pistonina – Dipende da incombenze e burocrazia sempre più complesse che si sono accompagnate a una riduzione di servizi da parte dell’Inps, che ha tagliato molti sportelli. Oltretutto anche la digitalizzazione e l’uso di internet per molti adempimenti, è certo un grande beneficio per tanti, ma rappresenta un ostacolo invalicabile per altri, a cominciare da moltissimi anziani».