Toscana

Territorio: Venturi, su Piano paesaggistico regionale lavoro inizia adesso

“La Giunta regionale ha proposto un Piano paesaggistico condiviso con le autorità ministeriali. Si tratta di un lavoro assai ampio ed approfondito che condividiamo nelle sua impostazione di fondo. La commissione parte dunque da qui con l’intento di portare avanti un confronto nel merito. Se saranno utili  modifiche o integrazioni nello spirito del Piano le faremo e, ove necessario, rinegozieremo l’intesa con il Ministero”. Così il presidente della commissione ambiente del Consiglio regionale, Gianfranco Venturi (Pd), a margine della seduta di oggi, giovedì 6 marzo, tutta dedicata all’approfondimento degli elaborati di livello regionale (ossia le linee di indirizzo che fanno capo alla Regione) che costituiscono l’architettura del Piano paesaggistico della Toscana.

La suddivisione, e il conseguente approfondimento dei livelli che compongono il Piano, è stata decisa in un cronoprogramma dei lavori della commissione. Questa fase è preliminare a quella dedicata alla consultazione con associazioni degli Enti Locali, associazioni sindacali, imprenditoriali e ambientaliste fissata il 10 aprile prossimo.

Il Piano paesaggistico, nel suo insieme, è organizzato su due livelli: quello regionale e quello d’ambito. Il livello regionale è a sua volta articolato in una parte che riguarda il territorio, trattato attraverso le “invarianti strutturali” (beni comuni irrinunciabili), e una parte che riguarda i “beni paesaggistici”, formalmente riconosciuti in quanto tali. Il livello regionale, come è stato illustrato in commissione, comprende gli “abachi delle quattro invarianti”, ossia la “lettura organica del territorio toscano e dei suoi paesaggi”. La prima è pertinente alla base fisica del paesaggio, alla sua ossatura; la seconda è riferita ai caratteri ecosistemici del paesaggio; la terza definisce il carattere policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, infrastrutturali e urbani; la quarta traccia i caratteri identitari dei paesaggi rurali.

Approfondito anche il capitolo sui caratteri rurali storici e iconografici della Toscana degli ultimi sette secoli e i criteri per l’individuazione e il riconoscimento di paesaggio rurale tra cui la “significatività storica”, “l’autenticità e integrità” dei paesaggi, la “stabilità o evoluzione molto lenta nel tempo”, “l’impiego di pratiche e tecniche legate alla tradizione”.

La prossima seduta di commissione sarà dedicata all’analisi degli elaborati di livello dei 20 ambiti in cui è stato suddiviso il territorio (Lunigiana, Versilia e Costa Apuana, Garfagnana e Val di Lima, Lucchesia, Val di Nievole e Val d’Arno inferiore, Firenze-Prato-Pistoia, Mugello, Piana Livorno-Pisa-Pontedera, Val d’Elsa, Chianti, Val d’Arno superiore, Casentino e Val Tiberina, Val di Cecina, Colline di Siena, Piana di Arezzo e Val di Chiana, Colline Metallifere, Val d’Orcia e Val d’Asso, Maremma grossetana, Amiata, Bassa Maremma e ripiani tufacei).