Toscana

Tesori di Toscana a rischio «vendita»

di Ennio CicaliDal Palazzo delle Statue di Arezzo all’isola di Pianosa, tante sorprese nell’elenco allegato al decreto per la costituzione della Patrimonio spa, l’azienda creata dal governo per sfruttare a fini economici il patrimonio pubblico italiano. Sono 322 i beni toscani potenzialmente alienabili: oltre a numerose piccole caserme o stazioni di polizia e carabinieri (ben 77 in tutta la Toscana e 29 nella sola provincia di Firenze), a depositi militari, capitanerie di porto, carceri, depositi, fondi, garage, terreni, residenze e uffici, figurano anche parchi, palazzi, biblioteche e consistenti parti del patrimonio storico, architettonico e ambientale della regione, comprese alcune isole dell’arcipelago toscano.

Sul loro futuro, in particolare su quello degli edifici e delle aree di maggior pregio, sono state chieste precise garanzie. Ne è scaturito un elenco di 80 beni (vedi scheda a fianco), accuratamente selezionati, per i quali la Regione Toscana ha chiesto la notificazione in base alla legge 490 del ’99.

Un elenco corposo che a fianco di edifici di notevole valore storico come il già citato Palazzo delle Statue di Arezzo, sede della soprintendenza ai beni ambientali, artistici e storici, si trova la Biblioteca Marucelliana di Firenze, l’Accademia Navale di Livorno, gli Archivi di Stato di Firenze e Lucca, le sedi dell’Istituto geografico militare e del Chimico farmaceutico militare di Firenze, la ex Scuola di sanità militare sempre a Firenze.

Accanto agli edifici storici figurano opere significative del ‘900 come la Scuola di guerra aerea delle Cascine a Firenze, progettata dall’architetto Raffaello Fagnoni, opera che chiude il ciclo dell’architettura toscana moderna dell’anteguerra e costituisce, ancor oggi, uno dei maggiori esempi di architettura razionalista. E ancora l’Istituto agronomico d’oltremare, costruito nel 1938. Molto più recente, invece, l’Archivio di Stato di Firenze, inaugurato pochi anni fa. Testimonianze di epoche diverse che corrono il rischio di essere vendute, anche se vendere non sarà sempre facile.

Un esempio viene dalla vicenda per la cessione della caserma della Costa San Giorgio a Firenze, già sede della Scuola di sanità militare, di proprietà del ministero della Difesa, messa all’asta dalla Consap (una società pubblica nata per scissione dall’Ina). Infatti, il tribunale ha bloccato la vendita del complesso monumentale composto da diversi corpi di fabbrica fra cui anche un ex convento risalente al 1200. Il giudice ha accolto il ricorso di alcuni ufficiali e sottufficiali che abitano in alloggi di servizio che fanno parte del complesso, in quanto la procedura di vendita avrebbe violato il diritto di prelazione che spetta agli inquilini.

La vendita del complesso fiorentino ha aperto un «caso politico». Alla richiesta del vice sindaco Giuseppe Matulli e dell’assessore Biagi di dare priorità alle richieste delle istituzioni culturali ha fatto seguito un’interrogazione del consigliere comunale di Forza Italia Raimondo Portanova che chiede perché il Comune non ha esercitato la prelazione, disponendo dei fondi provenienti dalla cessione di quote azionarie dell’aeroporto di Firenze. Risposta di Matulli: tutto era pronto ma il patto di stabilità non consente ulteriori indebitamenti. Sulla necessità di soddisfare le priorità degli enti culturali, prima di vendere i beni, sono intervenuti anche Antonio Paolucci, soprintendente al polo museale fiorentino, e Mario Lolli Ghetti, soprintendente regionale ai beni artistici.

È da tenere presente tuttavia che chi acquisterà un immobile, un terreno o un’isola dovrà poi tenere conto dei vincoli esistenti qualora si tratti di complessi di interesse storico -artistico e ambientale. Isole, biblioteche, ex caserme, carceri. Per ciascuno di essi un indirizzo catastale e un prezzo. È possibile trovarli sulla Gazzetta ufficiale del 6 agosto 2002: ottocento pagine in cui l’Agenzia del Demanio pubblica una prima lista di beni che lo Stato può, o potrebbe?, mettere in vendita. Il costo? L’isola di Pianosa, per esempio, è valutata 8 milioni di euro, poco meno di 5 milioni una spiaggia all’Elba, tre milioni la Gorgona, un immobile sul lungarno della Zecca a Firenze, 13 milioni di euro.

Chi deciderà e come la vendita dei beni del patrimonio artistico italiano? Il ministro Urbani ha annunciato la costituzione di una commissione della quale fanno parte, tra gli altri, il professor Antonio Paolucci, una delle maggiori autorità nel campo della tutela del patrimonio artistico, e il professor Salvatore Settis, direttore della Scuola normale superiore di Pisa, autore di un libro (Italia S.p.A. – Einaudi) che disegna il quadro di un disastro evitabile, ma anche le linee di un progetto possibile. La commissione dovrà stabilire i confini tra patrimonio artistico inalienabile e ciò che non lo è.

I beni da «proteggere»Si trovano in quasi tutte le province toscane i beni per i quali la Regione ha chiesto la notificazione in base alla legge 490 del 1999. Unica eccezione la provincia di Pisa, totalmente mancante dall’elenco, mentre per Massa Carrara figura un solo appartamento. Di seguito alcuni dei più significativi:• Arezzo. Il Palazzo delle Statue, sede della Sovrintendenza ai beni ambientali, architettonici, artistici e storici di Arezzo e dei Musei statali aretini, l’ex monastero benedettino oggi sede del presidio militare, il Casello idraulico di Cortona, l’ex palazzo Littorio di Montevarchi, la stazione dei Carabinieri di Pergine Valdarno.

• Firenze. Biblioteca Marucelliana, l’Istituto Geografico Militare di via Strozzi e via Battisti, gli ex Granai Medicei, lo Stabilimento chimico farmaceutico militare, l’ospedale militare di via San Gallo, l’Istituto agronomico d’Oltremare e le Scuole di guerra aerea.

• Grosseto. L’ex Casa del fascio di Massa Marittima, la capitaneria di Porto Santo Stefano, il faro e il Circolo della vela di Talamone. Sempre in provincia di Grosseto, chiesta la tutela dei fari dell’isola delle Formiche, di Giannutri e del’isola del Giglio.

• Livorno. È particolarmente toccata dalle vicende legate alla Patrimonio spa, soprattutto nell’Arcipelago. Sono compresi nell’elenco dei beni pubblici labronici l’ex dogana di Livorno, l’Accademia della Marina militare (con il circolo ufficiali e la zona sportiva), la Caserma d’Amico dei Carabinieri, la torre del faro di Vada. Chiesta la tutela di un consistente numero di beni dell’Arcipelago Toscano, tra cui molti edifici situati sull’isola di Pianosa. A Capraia chieste maggiori tutele per il faro e altri immobili. Alla Gorgona la notifica riguarda il «semaforo» collocato sulla parte più alta dell’isola, le torri di avvistamento e dell’orologio, la chiesetta, e altri immobili. Infine, sull’Isola d’Elba maggiore tutela, tra gli altri, per il faro di Punta Polveraia e il semaforo di Pinocchia nel comune di Marciana, il Forte San Giacomo a di Porto Azzurro, il faro di Capo Stella, il Casamento di Fiandre, e la Fortezza Medicea

• Lucca. Un edificio di servizio e la sede del Museo Nazionale Villa Guinigi, la Biblioteca Governativa, l’Archivio di Stato, le carceri giudiziarie, la Pretura.

• Pistoia. Il carcere giudiziario, l’Agenzia delle entrate e la Caserma Marini.

• Prato. La sede della Guardia di Finanza del capoluogo ed il Casello di polizia idraulica di Poggio a Caiano.

• Siena. Una parte del commissariato di Pubblica Sicurezza di Poggibonsi, la vecchia stazione ferroviaria di testa di Siena (ora sede di uffici del Monte dei Paschi e di alcune residenze), la casa circondariale, le caserme Santa Chiara e Bandini (attualmente utilizzate dalla Folgore) e gli uffici della Guardia di Finanza.