Toscana

Toscana: bandito il cemento dalle campagne

Pace fatta tra Regione e comuni sulla nuova legge urbanistica regionale. L’accordo, come era nelle previsioni, c’è stato, anche se non proprio favorevole alle posizioni dei sindaci i quali, rappresentati dall’Anci, l’Associazione nazionale dei comuni italiani, non hanno potuto premere molto contro la posizione ferma dell’assessore regionale all’Urbanistica Anna Marson e soprattutto del presidente della Regione Enrico Rossi.

La nuova legge, approvata in Giunta il primo ottobre, e che passerà re alla approvazione del Consiglio nel 2014,  abolisce le aree di espansione residenziale urbana, a vantaggio dei territori rurali. In questi ultimi si potranno realizzare nuovi insediamenti, ad esclusione di quelli residenziali, ma solo con l’accordo dei comuni circostanti e con il parere vincolante della Regione. Ai singoli comuni resta il controllo degli interventi nelle aree già urbanizzate del loro territorio, attraverso il recupero e, probabilmente, la densificazione dell’edificato. In sostanza ciò che i sindaci hanno ottenuto è una maggiore flessibilità negli strumenti attuativi per la ristrutturazione delle aree urbane.

«Con la nuova legge saremo i primi in Italia a produrre una svolta così importante nel governo del territorio» ha dichiarato, riferendosi al divieto di nuova edificazione residenziale in zone non urbanizzate, il presidente Rossi il quale si proietta in un panorama politico nazionale come paladino dell’ambiente, mediando con precedenti prese di posizione come l’appoggio incondizionato alla Tav fiorentina, e alla nuova pista aeroportuale, due scelte da sempre avversate dalla Rete dei comitati presieduta da Alberto Asor Rosa, al quale si deve la battaglia contro la famosa lottizzazione ai piedi del centro storico di Monticchiello assunta ad emblema dei misfatti ambientali e paesaggistici in Toscana.

Rossi difatti aggiunge: «Vogliamo evitare il rischio della proliferazione di ecomostri e villette a schiera». Situazioni come quella di Monticchiello hanno messo in crisi il modello di gestione urbanistica della Toscana nel quale i comuni, dopo un periodo di gestione centralizzata, durante il quale peraltro non si è smesso di costruire, hanno avuto una grande autonomia in ossequio al principio della sussidiarietà. La soluzione al problema viene trovata nella nuova legge con un modello gerarchico «a zona»: all’interno del centro abitato comanda il comune, al di fuori, dove qualche limitata espansione è possibile, si esercita il controllo regionale.

Di fronte all’apparato concettuale di riferimento della legge (patrimonio territoriale, invarianti strutturali etc.) alla fine si ricorre allo strumento più semplice ed antico: la delimitazione del centro abitato, ovvero del territorio urbanizzato, che risale alla cosiddetta «legge ponte» del 1967 la quale fissava le densità edilizie massime all’interno e all’esterno di esso. Nella nuova legge toscana la delimitazione del territorio urbanizzato assume un peso particolare perché quello che rimane fuori verrà interdetto per sempre a qualsiasi nuova costruzione residenziale con tutte le conseguenze sull’assetto urbanistico e sul valore dell’area.

Facile prevedere che la delicata operazione di tracciare il confine del territorio urbanizzato, che la legge affida ai comuni, ma per la quale da anche una serie di dettagliati criteri a cui bisogna attenersi, sarà oggetto di più di un contenzioso. Specialmente in aree dove l’insediamento è frastagliato, vedi la piana di Lucca o di Pistoia, tracciare una linea che come le mura di una volta stabilisca chi è dentro e chi è fuori non sarà cosa semplice.

D’altra parte, anche dopo aver tracciato questo confine, la possibilità che col solo recupero all’interno del territorio urbanizzato, si possa far fronte a tutte le esigenze abitative è legata alla contingenza economica e demografica. Può funzionare nell’attuale contingenza demografica nella quale l’incremento di popolazione che pure c’è stato nell’ultimo decennio si deve principalmente alla componente migratoria. E’ evidente che i toscani hanno lasciato le abitazioni più vecchie e malandate alla popolazione immigrata per andare a vivere in abitazioni nuove. D’altra parte l’edilizia è in profonda crisi: le imprese edili hanno costruito troppo e si ritrovano con un invenduto che le manda in fallimento. Quindi, a meno degli interventi in zone di gran pregio paesaggistico, che evidentemente vanno combattuti e interdetti, la probabilità di nuove espansioni edilizie è bassa.

Ma la situazione potrebbe essere diversa se il sistema economico riprendesse a crescere o se ci trovassimo di fronte ad incrementi demografici dovuti ad una ripresa della natalità o a nuove ondate migratorie. Pensare quindi che l’urbanistica regionale possa essere regolata nel lungo periodo da una legge del genere è illusorio, anche se nell’immediato assolve la funzione altamente meritoria di bloccare gli scempi paesaggistici che purtroppo si sono verificati anche nella nostra regione. Ma in questo denota la difficoltà a gestire una situazione complessa fatta di tante sfaccettature non ultima la individualità dei comuni ciascuno preoccupato di gestire il consenso politico, anche attraverso l’edilizia, cercando di far fronte alla crisi finanziaria con gli oneri provenienti dalle nuove urbanizzazioni.

L’applicazione della legge avverrà gradualmente nel senso che i regolamenti urbanistici approvati rimarranno in vigore sino alla loro scadenza e solo successivamente si dovranno adeguare alla nuova normativa. Tuttavia il presidente dell’Ance, l’Associazione dei costruttori edili, della Toscana Alberto Ricci ha già proposto di rendere possibili nelle aree non urbanizzate le espansioni residenziali, sempre sottoposte al parere regionale e a quello dei comuni contermini, e c’è da supporre che questa proposta sarà materia del dibattito in Consiglio regionale.

Vedremo nel passaggio prima in commissione e poi in aula se e come la legge verrà emendata. Per ora il prossimo appuntamento è il convegno promosso dal presidente della Commissione Territorio e ambiente del Consiglio regionale, Gianfranco Venturi e che si terrà il 27 novembre prossimo dove le componenti della società toscana si confronteranno sulla nuova legge urbanistica.

*Ricercatore, Dipartimento di Architettura Università  di Firenze