Toscana

Toscana isola felice?

Spetta a Firenze, dopo Siena nel 1997, il primo posto nell’indagine sulla vivibilità delle province italiane realizzata ogni anno dal «Sole 24 ore del lunedì». Una poderosa serie di dati e parametri che abbracciano tutti quei particolari che incidono sul concetto di qualità: dal tenore di vita ai servizi disponibili, alle strutture per il tempo libero. Non sfigurano anche le altre città toscane: Arezzo è terza, seguita da Siena (10) Massa Carrara, Prato, Pisa, Livorno, Grosseto, Lucca e Pistoia.

Firenze deve il primo posto alla media dei piazzamenti: prima nel tempo libero; nona per tenore di vita; diciannovesima negli affari e lavoro (dove perde quattro posizioni); al 32° posto nei servizi e nell’ambiente (era sedicesima); 71esima sul fronte della criminalità e dell’ordine pubblico (ove guadagna 11 posizioni). Tra i dati negativi, il precariato e il minor reddito dei lavoratori dipendenti. Un primato che tutto sommato non convince chi a Firenze vive o ci lavora, specie se deve affrontare ogni giorno un viaggio di trasferimento, poco importa se in auto, in treno o con altri mezzi pubblici. Le cose cambiano, seppure di poco, quando si comincia a parlare di soldi. Come abbiamo visto, Firenze scivola al nono posto per il tenore di vita, seguita subito dopo da Prato. Il capoluogo fiorentino ha una macchia nera: il prezzo delle abitazioni dove figura al quartultimo posto con un costo di 3.320 euro al metro quadro per una casa in zona semicentrale.

È Grosseto la provincia toscana dove è più conveniente comprare casa, 1.620 euro al metro quadro. La Toscana è ai primi posti della classifica per immatricolazioni di auto in rapporto alla popolazione maggiorenne nel 2002. Firenze è al terzo posto della graduatoria nazionale, al quarto è Prato e le altre a seguire. Ultima, ma a metà classifica, Grosseto. Prato occupa il terzo posto nella classifica affari e lavoro seguita da Arezzo (7), Firenze (19), Siena (31), Pistoia (35), Lucca (37), Pisa (46), Massa Carrara (51), Grosseto (58) e Livorno (65).

Il primato delle regolarizzazioni di stranieri spetta a Prato, mentre Grosseto guida le province per il dinamismo imprenditoriale: 14,17 imprese registrate ogni 100 abitanti al settembre 2003. Grosseto (terza nella graduatoria nazionale) è la provincia toscana in cui c’è una maggiore soddisfazione per i servizi legati al sociale e all’ambiente (sanità pubblica, trasporti, viabilità, anziani e handicappati, asili nido e cura dell’ambiente). Per trovare le altre province toscane occorre andare a metà classifica mentre Firenze e Pistoia sono quasi in fondo.

Secondo l’indagine Grosseto, al 19° posto, è tra le province toscane quella in cui i cittadini si sentono maggiormente sicuri al riparo delle problematiche legate all’ordine pubblico; le altre si piazzano in ordine sparso con Prato al penultimo posto. Nel Pratese è particolarmente sentito il problema dell’immigrazione clandestina.

Una nota particolare per le province toscane nella graduatoria per il tempo libero: quattro nelle prime venti posizioni, con Siena (sesta in assoluto) dove l’abbinamento di arte, cultura e strutture ludico-ricreative fa di questa provincia un’«isola felice». Tutto bene? Sì e no. A raccontare la qualità della vita non bastano le cifre ufficiali. Importante è anche la percezione, ossia ciò che gli abitanti pensano dei fattori che influenzano la qualità della vita. Per questo l’indagine è corredata da un sondaggio.

Il risultato è che non sempre la realtà oggettiva, quella legata agli indicatori statistici, coincide con la percezione soggettiva, di cui ognuno di noi è portatore. Utile come esempio la divergenza attuale tra l’inflazione percepita e quella reale. Può accadere, quindi, che qualcuno non si riconosca nelle varie graduatorie. Ma si sa, questa è la vita.