Toscana

Toscana multietnica, immigrati a quota 223 mila

di Ennio CicaliImmigrati sempre più numerosi in Toscana, tra le prime regioni italiane, dopo Lombardia, Lazio, Veneto e Emilia Romagna. Secondo le più recenti stime della Caritas, a fine 2004, erano 223 mila, il 5,4 per cento della popolazione, una media superiore a quella nazionale ( 4,1%). Numero destinato a aumentare a seguito del recente decreto flussi: nella nostra regione dovrebbero essere presentate circa 14 mila domande.

Da Albania e Cina le provenienze sono più numerose; la Romania diventa la terza nazionalità, superando il Marocco. Arrivano giovani e donne in età feconda, così l’incremento delle presenze straniere bilancia il declino della popolazione toscana e ne frena il marcato invecchiamento. Gli immigrati arrivano in Toscana dopo un periodo di studio nei loro paesi (il 12,1% ha la laurea, il 27,8 un diploma superiore, il 32,9 la licenza media) ma i loro figli hanno più difficoltà dei ragazzi italiani nello studio (alle superiori in Toscana il gap nelle promozioni è dell’113%), trovano molte difficoltà nel mercato degli alloggi, a Firenze, l’emergenza abitativa riguarda il 50% degli immigrati.

Una strada verso l’integrazione degli immigrati è rappresentata dal lavoro, realtà su cui si sono focalizzate le recenti indagini dell’Irpet (l’istituto per la programmazione regionale) realizzate da Francesca Giovani, Teresa Savino e Andrea Valzania.

Negli ultimi anni è cresciuta la richiesta di lavoro immigrato da parte delle imprese, nonostante la fase critica dell’economia toscana degli ultimi anni. Secondo i dati Inail, le assunzioni di lavoratori extracomunitari nel 2003 sono state oltre 50 mila, oltre il 20 per cento in più rispetto l’anno precedente.. Gli operai comuni sono richiesti nei distretti industriali (Prato, Arezzo, S. Croce sull’Arno, Empoli), nell’edilizia in tutta la regione, collaboratrici domestiche e badanti nelle aree urbane, manodopera stagionale (agricoltori, camerieri) nelle aree costiere (Grosseto, Arcipelago, Versilia). Rilevante la domanda delle famiglie: sono oltre 20 mila i collaboratori domestici.

Le aree considerate ricche e prospere della Toscana centrale sono quelle che maggiormente attraggono i flussi migratori: a fronte di una media regionale del 13 per cento si passa dal livello massimo di Arezzo (19%), Prato e Firenze (16%) al livello minimo di Livorno (7%) e Massa Carrara (6%).In crescita l’imprenditoria etnica con oltre 15 mila imprese individuali, il 7% sul totale delle imprese toscane. Un fenomeno concentrato nel distretto tessile di Prato e in provincia di Firenze, in buona misura riconducibile a cittadini cinesi, anche se negli ultimi anni sono in crescita altre nazionalità estese ad altre attività economiche (commercio, ristorazione, edilizia, ecc.).

Gli infortuni sul lavoro denunciati da immigrati sono più frequenti che per gli altri lavoratori: nel 2003 sono stati 8 mila, il 10 per cento delle denunce in Toscana (nel 2001 era del 6%). Sono stati rilevati inoltre 11 morti sul lavoro (circa 50 negli ultimi cinque anni). L’aumento degli infortuni dimostra come i lavoratori stranieri siano maggiormente esposti a rischio. Secondo l’Irpet, non mancano poi i casi di vero e proprio sfruttamento.

Per il futuro l’Irpet stima che gli stranieri in Toscana possano arrivare a oltre 400 mila nel 2003, il 12 per cento della popolazione, percentuale che sale al 18% per l’età 15-29, in pratica un giovane su sei sarebbe un immigrato. L’incidenza degli studenti stranieri passerebbe dal circa 5% del 2003 al 12 per cento. Per scuola materna, elementari e medie l’incidenza arriverebbe al 16%, per le superiori è stimata intorno al 10% e 3% all’università.

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