Toscana

Tra nuove schiavitù e diritti negati

di Renato BruschiProstituzione, bambini sfruttati, pedofilia, disabili, psicolabili costretti a mendicare, badanti i cui diritti vengono sistematicamente calpestati. Un quadro sconcertante quello che è stato presentato alla conferenza regionale «Nuove schiavitù e diritti negati» che si è tenuta la scorsa settimana a Marina di Massa. Due giorni per riflettere sulla situazione nella nostra regione, e per individuare soluzioni politiche adeguate a contrastare la «tratta» di esseri umani, una piaga sociale purtroppo in crescita. Alla conferenza sono intervenuti ospiti illustri, tra politici e autorità, ma anche tanti operatori sul campo che i problemi di cui si è dibattuto conoscono per esperienza diretta. Dopo il saluto del presidente della Provincia Osvaldo Angeli, ha preso la parola Angelo Passaleva, vice presidente e assessore regionale al Sociale, che ha fatto il punto sulla situazione in Toscana. «Dalle indagini che sono state condotte sul territorio – ha detto Passaleva – risulta che quanto abbiamo fatto è molto, ma non sufficiente. Occorre trovare un coordinamento tra le Regioni per combattere le nuove schiavitù, così da fornire un interlocutore adeguato ai ministeri degli Interni, pari Opportunità e Giustizia».

Gli incontri sono proseguiti con l’intervento di Mara Baronti, presidente della commissione Pari Opportunità della Regione che ha sostanzialmente ribadito le posizioni di Passaleva. Ha preso quindi la parola monsignor Alessandro Plotti, Arcivescovo di Pisa, che ha messo l’accento sulla necessità di spezzare la connivenza tra prostituzione e ipocrisia, e ha invocato un’azione più incisiva per contrastare la malavita e per restituire piena dignità alle donne. «Un ruolo fondamentale – ha indicato l’arcivescovo – su quest’ultimo aspetto può essere svolto dal volontariato. Per questo la Chiesa mette a disposizione le sue strutture attraverso la Caritas e la fondazione Migrantes».

Anche i rappresentanti di sindacati e associazioni che si occupano di immigrazione e recupero delle prostitute hanno manifestato la necessità di seguire la via dell’«accoglienza» per evitare che i «nuovi arrivi» finiscano nella rete della criminalità.

Don Oreste Benzi dell’Associazione «Papa Giovanni XXIII», che si occupa di recupero e reinserimento sociale delle prostitute, ha sottolineato come in fondo il problema sia soltanto una questione di «domanda». «Sono i clienti – ha detto – che alimentano il mercato dello sfruttamento. Se non ci fossero clienti non ci sarebbero prostitute». Hanno relazionato anche Mirella Cocchi, presidente della commissione provinciale Pari Opportunità, Domenico Ceccotti e Manola Guazzini, assessori alle politiche sociali della provincia di Massa Carrara e di Pisa, Daniela Lastri, assessore al comune di Firenze e Gabriella Mauri, presidente dell’associazione «Trame».

I dati che sono stati presentati sono inquietanti: circa 27 milioni di persone sopravvivono nel mondo in situazione di schiavitù, persone obbligate spesso a lavorare senza retribuzione, in modo forzato, bambini e bambini costretti ad imbracciare le armi, ragazzi mandati a mendicare. Inoltre, sulla base di stime fornite dalla Commissione europea nel 2001, risulta che circa 120mila donne e bambine sono state trafficate verso o all’interno dell’Europa, per essere sfruttate sessualmente. Nella sola provincia di Massa Carrara l’aumento della popolazione straniera nel 2003 è stato di circa il 3,10% e se si confrontano i dati con quelli degli anni precedenti si nota che il fenomeno è in crescita. Un dato confortante però è che contro lo sfruttamento sono stati attivati anche in Toscana alcuni progetti di protezione: in particolare nelle province di Pisa, Massa, Arezzo e nel comune di Siena. «Non saranno il toccasana – è stato rilevato in conclusione – ma è già qualcosa di significativo».

Il fenomeno della tratta e delle nuove schiavitù sarà ulteriormente approfondito tra un paio di settimane, durante la seconda Conferenza regionale sull’immigrazione che si terrà dal 22 al 24 novembre prossimi a Firenze.