Toscana

Trasporti, cosa cambia con la liberalizzazione

di Ennio Cicali«Speriamo di avere un servizio migliore», la frase conclude la discussione dopo la lettura di un articolo sulla riforma che liberalizza il trasporto pubblico locale. L’episodio avviene nel bar della casa del popolo di un borgo della Val di Sieve. Un gruppo di case arrampicato su una collina a cinque chilometri dal paese più vicino. Il servizio per la verità esiste già: due autobus la mattina, due a metà giornata e uno la sera. Il resto è affidato alle auto, per chi l’ha, altrimenti tocca ad arrangiarsi, e come spesso accade a farne le spese sono i più anziani. Non è un caso unico in Toscana, anzi sono tanti, forse troppi.

È una delle tante situazioni che dovrebbero essere sanate dalla legge varata dal Consiglio regionale che avvia la liberalizzazione del settore. L’apertura al mercato dovrebbe consentire il superamento di antiche rigidità e inefficienze, garantire un servizio più qualificato, senza sprechi di risorse, capace di adattarsi alle sempre crescenti esigenze di mobilità dei cittadini. Un progetto ambizioso: rendere più appetibile il servizio pubblico, visto che oggi in Toscana oltre il 70 per cento delle persone usa l’auto privata per spostarsi.

Un progetto che costa – più di 391 milioni di euro per il 2003, altrettanti per il 2004 e il 2005 – e riguarderà tutte le linee urbane ed extraurbane della Regione (in tutto oltre 120 milioni di chilometri percorsi ogni anno, attualmente, da quasi tremila autobus). Ciascun bando avrà una estensione provinciale: questo significa che gli assegnatari del servizio saranno pochissimi (attualmente i contratti di servizio, assegnati linea per linea, sono ben 173). Questo per stimolare le aziende ad accorparsi, a creare sinergie, stimolando la concorrenza in un mercato sempre più europeo.

Dal primo gennaio 2004 i servizi di trasporto locale saranno affidati mediante gare. I relativi bandi, predisposti dalle province, dovranno essere pronti entro il prossimo 31 ottobre e i servizi affidati il primo gennaio 2004, pena la sospensione dei finanziamenti regionali. Per aggiudicarsi la gara l’azienda dovrà presentare, accanto a un’offerta economica vantaggiosa, un progetto di qualità, in cui siano garantiti servizi migliori: più corse, più comfort, più servizi. E questo andrà a vantaggio dei cittadini toscani che già oggi utilizzano i servizi urbani e extraurbani e che potrebbero aumentare. La riforma garantirà i diritti dei cittadini-utenti, ma anche delle aziende e dei lavoratori. Le aziende, infatti, avranno la garanzia di partecipare a gare con meccanismi certi, basati su standard di qualità. I lavoratori manterranno il proprio posto di lavoro, alle stesse condizioni, anche nell’ipotesi di dover cambiare azienda per effetto dell’esito delle gare. Di particolare importanza le disposizioni riguardanti la programmazione dei servizi e le tariffe.Non è la prima volta che la Regione Toscana affronta la liberalizzazione del trasporto locale. Alcuni anni fa provocò un vero e proprio terremoto l’esito della gara per assegnare la concessione di una piccola parte del sistema di trasporto toscano. Alcuni scioperi paralizzarono i bus toscani. La vicenda delle autolinee mise a rumore il mondo sindacale e quello politico. Scontate le prese di posizione dei partiti di opposizione, anche nella maggioranza si levarono voci discordanti. Poi tutto rientrò.E’ una buona legge dicono i sindacati che hanno revocato lo sciopero dell’11 luglio. «Ci sono alcune zone d’ombra che dovranno essere verificate in sede applicativa» precisa Sergio Papalia, segretario toscano della Fit- Cisl. La legge è stata approvata dalla maggioranza del consiglio regionale con l’astensione di Forza Italia, Udc e Comunisti italiani. Alleanza nazionale non ha partecipato al voto. L’unico gruppo contrario alla legge è stato quello di Rifondazione comunista.«Autobus libero» è una scommessa per la Regione e un’opportunità per tanti per lasciare l’auto a casa. Non è che sia una cosa molto semplice, ma almeno è bene provarci. La regione in movimentoIn autobus, in treno, in macchina, in motorino. Ha cifre da capogiro la Toscana che tutti i giorni si mette in movimento. Milioni di persone e tonnellate di merci vanno da una parte all’altra della regione. Una recente pubblicazione della Regione Toscana ha «fotografato» la situazione regionale dei trasporti. Eccola. • Strade In Toscana ci sono oltre 400 chilometri dì autostrade, quasi 900 di strade statali e 1.500 di strade ex statali, ora regionali. Su questa striscia d’asfalto circolano ogni anno 2 milioni 130 mila 000 veicoli, 206 mila 940 autocarri e 280 mila motocicli. • Autobus Gli autobus urbani sono 1.200, quelli extraurbani 1.700. Le aziende impegnate nel trasporto pubblico sono 34. Spostano ogni giorno 570 mila passeggeri nelle città (148 milioni l’anno) e 253 mila fra paesi e città al di fuori delle aree urbane (66 milioni l’anno). • Ferrovie In Toscana i chilometri di rotaie sono 1.584. Le linee regionali sono 13, sulle quali, ogni giorno, circa 580 treni portano a destinazione 170 mila passeggeri. In un anno raggiungono la cifra di 46 milioni. Numeri ancor più ciclopici se si considerano tutti i viaggiatori che vanno in treno fuori della Toscana o che qui arrivano. • NaviGrandi spostamenti anche via mare. Ogni anno dalla costa toscana si imbarcano poco più di 3 milioni 640 mila persone. • AereiNel 2002 poco più di 3 milioni di passeggeri sono partiti o arrivati all’aeroporto di Pisa (1 milione e 655 mila) e a quello di Firenze (1 milione e 400 mila). Il Galilei offre 6 collegamenti nazionali e 14 internazionali per oltre 200 voli settimanali. L’Amerigo Vespucci ha destinazioni nazionali e internazionali per un totale di circa 300 voli alla settimana. Gli aeroporti di Marina di Campo (Isola d’Elba), Ampugnano (Siena) e Grosseto totalizzano 34.200 presenze l’anno. • MerciNel 2002 sono passati dalla Toscana circa 154 milioni di tonnellate di merci. La maggior parte ha viaggiato su gomma (101 milioni di tonnellate). Il porto di Livorno riveste un ruolo molto importante da questo punto di vista: 25 milioni di tonnellate l’anno. Tra Toscana e Lazio accordo raggiunto per il tracciato costieroRegione Toscana e Regione Lazio unite nel proporre la soluzione costiera per l’«autostrada tirrenica», quella che dovrebbe finalmente collegare Livorno a Civitavecchia. È quanto è emerso da una dichiarazione congiunta sottoscritta dai due presidenti Claudio Martini e Francesco Storace dopo un incontro degli assessori competenti Riccardo Conti (Toscana) e Giulio Gargano (Lazio). Il tracciato costiero è ritenuto il più funzionale, il meglio inserito dal punto di vista ambientale, il più adatto a supportare le attività economiche dell’area. «La proposta costiera – si legge nella dichiarazione congiunta – appare ispirata a criteri di funzionalità trasportistica, di economicità, è in grado di supportare le attività economiche e turistiche della costa e, soprattutto, è la proposta migliore dal punto di vista dell’inserimento ambientale».

Secondo Martini la convergenza fra le due Regioni, insieme al parere espresso dalla Provincia di Grosseto e da molti dei Comuni interessati, dovrebbe tagliare la testa alla discussione sul percorso dell’autostrada che – per quanto riguarda il tratto confinante con il Lazio – ha visto la Regione per il tracciato «costiero» e il ministro Lunardi per quello «interno». «L’intesa istituzionale firmata il 18 aprile scorso da Governo e Regione – prosegue Martini – stabiliva che sarebbe spettato alle due Regioni propone la soluzione base sul tracciato. Ora l’identità di vedute dei due soggetti maggiormente interessati può chiudere positivamente la discussione sul tracciato e sgombrare il campo dalla riproposizione di soluzioni che non hanno il necessario consenso».