Toscana

Treni. Cura del ferro in Toscana, +4% passeggeri nel 2015-2017

Gli effetti degli investimenti sull’infrastruttura iniziano a farsi sentire. Secondo alcuni dati in possesso della Regione il numero dei passeggeri è cresciuto del 4% nel biennio 2015-2017 e del 22% rispetto al 2010. Sono 228.300 i toscani che ogni giorno salgono a bordo di un treno, per un totale di 67,3 milioni di viaggiatore sulle linee coperte dal contratto di servizio con Ferrovie dello Stato per il servizio regionale. Eppure, a livello italiano se non fosse stato per la concorrenza introdotta sul segmento dell’Alta velocità il progresso sarebbe esiguo, rispetto alla media europea, come segnalato da Eurostat e da una recente analisi di Ugo Arrigo, docente di Finanza pubblica all’università Bicocca, su «lavoce.info». Secondo Maurizio Gentile, amministratore delegato di Rfi, il trend crescente dei treni velocissimi ha una interpretazione precisa. Av e treni regionali «sono due segmenti assolutamente diversi – racconta Gentile, a margine di una conferenza stampa, ieri, a palazzo Strozzi Sacrati -. L’alta velocità o i treni lunga percorrenza offerti alla clientela da Trenitalia e Italo evidentemente hanno dato una risposta ad una domanda di mobilità terrestre alternativa alla mobilità aerea, e quindi c’é stato uno ‘shift’ modale». Molti utenti hanno abbandonato i voli, optando per i treni.

Come fare, però, per far crescere in maniera apprezzabile anche il numero dei pendolari nel trasporto pubblico locale? «Sul tpl giocano fattori molteplici sui quali stiamo lavorando – sostiene Gentile -. Noi ogni giorno trasportiamo circa 2 milioni di persone sulla rete nazionale: non sono pochi, potrebbero essere di più, è evidente che dobbiamo affrontare il trasporto ferroviario come un segmento di un percorso più generale». Adesso, «stiamo puntando sull’intermodalità, sull’interscambio, proponendo al cliente anche i sistemi di adduzione». Rispondendo così a un’altra domanda, «come si arriva alla stazione e come ci si allontana dalla stazione». Questo passa da «una collaborazione con gli enti locali per il trasporto su gomma, o dalla possibilità di offrire nelle stazioni dei servizi per i clienti che hanno bisogno di lasciare il mezzo». Il progetto più generale di Rfi prevede di intervenire su 620 stazioni, dove passa il 95% dei viaggiatori per adeguarle entro il 2026, trasformandole in veri e propri poli, hub di interscambio fra bus e treni con parcheggi, barriere architettoniche in applicazione della legge. Ad ogni modo, rileva Gentile, i passeggeri sono aumentati soprattutto nelle grandi aree metropolitane, «dove la domanda di trasporto è veramente forte e si associa alla necessità di un aumento dell’offerta».