Toscana

Una campagna contro lo Statuto regionale

Esprimiamo il nostro giudizio fortemente negativo relativamente alla Bozza di Statuto Regionale Toscano circa l’equiparazione sostanziale della famiglia alle unioni di fatto.

In esso manca la menzione di due diritti di importanza fondamentale: il diritto alla vita ed il diritto alla libertà di educazione.

Si parla inoltre di «famiglia» e di «unioni familiari» ignorando che le realtà diverse dall’unione in matrimonio di un uomo e di una donna non hanno niente a che vedere con la famiglia e, perciò, non devono neppure essere regolate dallo Statuto Regionale.

Nella speranza che vorrete portare attenzione a questa nostra e che vogliate prendere le distanze da una iniziativa così lontana dalla tradizione cattolica vi inviamo cordiali saluti. Anna Maria Mezzena e Giovanni Dalla VecchiaMilano Ho appena mandato un messaggio alla Regione su invito di un noto sito cattolico che mi dice opportuno mandare il proprio dissenso ai settimanali cattolici toscani per quanto riguarda la legalizzazione delle unioni di fatto, il mio testo diceva:I Valori esistono perchè l’uomo non è quello che mangia, ed automaticamente si capisce che ha un anima immortale. La libertà ci è stata data per Amore per scegliere il Bene o il male, ed è ancora automatico pensare che ci sarà un giorno un Giudizio. Credo che non capiate questo (che sarebbe meglio di non voler capire, perché è più grave). La nostra Regione con questa legalizzazione la rendete piatta.Roberto BoniMonterotondo Marittimo (Gr) Di lettere come queste (abbiamo scelto le più originali) ne abbiamo ricevute una dozzina nell’ultima settimana (ma alla regione ne sono arrivate diverse centinaia), frutto di una campagna di pressione del sito www.fattisentire.net, un sito nato da poco proprio per proporre «e-campagne» (che si esprimono, cioé, attraverso internet) sulle varie proposte legislative. A proposito di Statuto regionale e «unioni di fatto» il sito invita a mandare una e-mail di dissenso alle istituzioni regionali toscane, alla Commissione Statuto e ai gruppi politici, ma invita anche a «segnalare con proprie parole» questo dissenso «ai Settimanali cattolici Diocesani/Regionali».Il fatto che ci sia chi si interessa a questi temi e mobiliti le coscienze è indubbiamente positivo, specie in un periodo, come il nostro, di diffidenza nella politica e di distacco tra cittadini e istituzioni. Forse ai responsabili del sito sfugge però che Toscanaoggi ha sempre seguito con attenzione il dibattito attorno al nuovo Statuto regionale e si è espressa più volte negativamente sulla equiparazione tra famiglia fondata sul matrimonio e «coppie di fatto», anche se non siamo d’accordo sulla posizione estrema – che sembrerebbe sottostare a questa campagna di pressione – di chi vorrebbe negare qualsiasi forma di tutela ad altre forme di convivenza. Nel documento redatto dall’apposita Commissione della Cet sullo Statuto regionale (che potete trovare sul nostro sito www.toscanaoggi.it) dopo aver chiesto che «la famiglia, fondata sul matrimonio, sia adeguatamente valorizzata, sostenuta e favorita dalle Istituzioni», a «riguardo ad altre forme di convivenza non fondate sul matrimonio» si nota come esse abbiano una «tipologia molto varia… (altro, ad esempio, è l’unione tra un uomo e una donna, tanto più se hanno figli, altro è l’unione di persone omosessuale)», tanto da rendere «impossibile una loro disciplina unitaria». «L’eventuale regolamentazione di alcune fra di esse – continua il testo – non può comunque essere contenuta nella stessa disposizione concernente la famiglia» e deve essere vincolata «a imprescindibili e simultanee condizioni: a) che tali convivenze abbiano il carattere di un impegno stabile e che l’estensione di misure di favore nei loro confronti sia accompagnata dalla previsione di corrispondenti doveri atti a favorire l’assunzione di responsabilità interpersonale e sociale; b) che le unioni tra persone omosessuali non siano omologate né alla famiglia fondata sul matrimonio né ad altre forme di convivenza; c) che infine la considerazione verso queste forme di unione e convivenza non risulti penalizzante nei confronti della famiglia fondata sul matrimonio». A queste condizioni, una qualche forma di tutela vi può essere.Claudio Turrini

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