Toscana

Zaino in spalla, facciamo trekking a Siena

di Marco Lapi«Il trekking urbano è uno sport per tutti. Il percorso podistico lungo le strade di città d’arte caratterizzate da forti dislivelli del suolo non richiede un particolare allenamento preventivo. È perfetto per tonificare il fisico e la mente di chi, costretto a vivere in spazi chiusi, sente il bisogno di liberare le proprie energie. Ideale anche per bambini, il trekking urbano costituisce un modo nuovo e divertente per conoscere le straordinarie bellezze storico-artistiche di una città in cui è ancora possibile passeggiare respirando aria pulita».

Leggendo queste parole sui dépliant in distribuzione a Siena o scaricabili dal sito Internet del Comune (www.comune.siena.it), si capisce subito perché, almeno in Italia, l’idea di «trekking urbano» sia nata all’ombra della Torre del Mangia e come, dopo due anni di «rodaggio», la città del palio abbia potuto quindi a buon diritto fare da capofila nella prima giornata nazionale dedicata a questa nuova attività turistico-sportiva che domenica 3 ottobre ha visto coinvolti una dozzina di centri storici italiani tra cui, in Toscana, anche Arezzo, Lucca e Massa.

Del resto, città ideale per il trekking urbano Siena lo è da sempre. Perché, come ebbe modo di sottolineare il grande architetto Giovanni Michelucci, ha al suo centro una piazza che è una «forma naturale murata», punto di confluenza dei tre colli su cui sorge, anche se al suo interno non c’è un filo di verde e la leggendaria verbena che vi dovrebbe nascere resta solo nelle parole del tradizionale canto cittadino. Perfettamente integrata nella campagna circostante, presenta inoltre in buona parte delle sue vie pendenze che non hanno niente da invidiare a quelle dei più impegnativi sentieri di montagna. Infine, l’attività pedestre è indubbiamente favorita dai limiti imposti al traffico privato all’interno del centro storico, e dalla qualità dell’aria, testimoniata dai mini semafori ambientali detti «air check».

Merito dell’assessorato al turismo è stato soprattutto il saper individuare e promuovere quattro itinerari tematici di durata e impegno variabili, con tanto di indicazioni tipiche dei percorsi trekking classici (tempo di percorrenza, lunghezza, difficoltà, abbigliamento e strumenti consigliati, elementi caratterizzanti, periodi consigliati). Il più lungo, «Per giovani esploratori», è destinato appunto a chi non ha problemi di «gamba» e di fiato e abbraccia praticamente tutta la città, per una lunghezza complessiva di ben 12 chilometri pari a una giornata intera di cammino, beninteso «con le opportune soste». Le difficoltà, che ritornano più o meno anche nei altri tre, consistono in «ripide salite, selciato in pietra e mattoni a tratti sconnesso, forti pendii». Abbigliamento e strumenti consigliati, «scarpe comode, binocolo, torcia, macchina fotografica, album da disegno, matite». Elementi caratterizzanti l’itinerario, «fonti, torri, castellari, mura, porte, giardini». Periodi consigliati, «tutto l’anno, preferibilmente da ottobre a marzo»: bene evitare, dunque, i mesi più caldi. Partenza e arrivo, piazza San Francesco.Agli altri itinerari fanno da sfondo i tre storici «terzi» di Siena. Per le vie del Terzo di Città si snoda l’itinerario tematico «Tra arte e natura», 7 chilometri, percorribile in mezza giornata. Gravita invece soprattutto sul Terzo di San Martino «Vicoli e giardini all’ombra della Torre», di soli 6 chilometri. Verso il Terzo di Camollia si dirige invece il più impegnativo «Alla scoperta di panorami mozzafiato», dieci chilometri in tutto per un’intera giornata di cammino, ovviamente con le immancabili «opportune soste».

Oltre a «cosa vedere», non mancano i suggerimenti su «cosa mangiare», e non a caso la tradizione culinaria senese ha costituito parte integrante della proposta di domenica scorsa. Ma ormai, si sa, il «prodotto tipico» imperversa ovunque e non c’è manifestazione che ne faccia a meno. Anche se, a questo punto, può sorgere il dubbio che il trekking urbano serva in realtà a fini digestivi se non addirittura a smaltire eventuali rischi di sovrappeso.

UNA CITTÀ IN LINGUA DEI SEGNISiena è una città piena di colore: i mattoni dei muri, le bandiere del Palio e soprattutto la pittura medievale fanno della capitale del gotico un luogo particolarmente attraente per chi, come i sordi è sensibile al cromatismo. E proprio a Siena è stato attuato il primo progetto organico di turismo per non udenti. Lo scorso inverno sono state formate 17 guide all’interazione con i sordi e dal 9 settembre scorso è disponibile un percorso illustrato da un depliant. Si tratta di qualcosa di inedito e di diverso rispetto ai soliti itinerari perché connesso ai bisogni, ai tempi e ai valori specifici dei sordi. Ecco che in Duomo la cosa che interessa di più è l’opera del Pinturicchio, artista sordo del Quattrocento, mentre nel Palazzo Pubblico si sosta davanti al busto di padre Tommaso Pendola che nell’Ottocento fondò a Siena un istituto per la formazione e la tutela dei sordi. Il percorso privilegia luoghi meno affollati e consente ai turisti non udenti di fermarsi a parlare fra loro con il linguaggio dei segni.

I depliant con l’itinerario turistico per sordi sono disponibili in Comune e nell’Ufficio turistico Apt entrambi in Piazza del Campo a Siena. Chi volesse prenotare la visita guidata deve invece contattare l’Associazione guide turistiche di Siena e provincia – Centro guide allo 0577-43273 o al fax 0577-43279 (email: info@guidesiena.it). Per ulteriori informazioni: Assessorato al turismo del Comune di Siena (tel. 0577-292128 – fax 0577-292178 – email: turismo@comune.siena.it).