Vita Chiesa

19 agosto: le catechesi dei vescovi

CARD. BAGNASCO, SOCIETÀ “ASFISSIANTE SE “RELEGA” DIOLa società che relega Dio “nella più assoluta privatezza individuale” è una società “asfissiante perché è come una gabbia dentro la quale l’uomo è condannato a stare senza cielo, prigioniero della propria materialità”. Catechesi impegnativa quella pronunciata venerdì mattina (19 agosto) dal card. Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza episcopale italiana, ai giovani italiani presenti a Madrid. Il cardinale ha denunciato quella società che si costruisce sul presupposto in base al quale “Dio è una questione privata e non deve avere nessuno spazio nella società, nessun riferimento pubblico”. “Ma se la politica ha come scopo la giustizia – ha chiesto il cardinale – come potrà essere giusta se esclude a priori la dimensione spirituale e religiosa dell’uomo?”. “Ciò, evidentemente – ha proseguito Bagnasco -, non significa creare uno Stato confessionale o teocratico, ma uno Stato non materialista e indifferente nei confronti della religione”. Ai giovani poi il cardinale ha anche indicato i valori che per la Chiesa sono “non negoziabili”, e cioè: “la vita umana senza sconti, la famiglia naturale fondata sul matrimonio, la libertà religiosa ed educativa”. “Questi valori – ha detto – stanno nel Dna della natura umana, sono come un ‘ceppo’ vivo e vitale che genera ogni altro germoglio valoriale”. MONS. CROCIATA, “METTETE A FRUTTO LE VOSTRE POTENZIALITÀ”(Madrid, dai nostri inviati) – “Non mettere a frutto le risorse e le potenzialità della vostra età diventa presto un peccato dinanzi a Dio e un delitto nei confronti della società intera”. Parole che scuotono quelle pronunciate questa mattina a Madrid, nella Chiesa di San Juan de la Cruz, dal segretario generale della Cei, mons. Mariano Crociata, ai giovani italiani incontrati alla Gmg per il terzo giorno di catechesi. “Da non pochi osservatori– ha detto Crociata – si rileva che i giovani sono le prime vittime del nichilismo, questa malattia dello spirito del nostro tempo” che incide anche “sulla condizione giovanile”. Crociata parla quindi di “crisi economica, la mancanza di prospettive future, il prolungato parcheggio” inteso come “difficoltà a entrare nel mondo del lavoro” a causa anche della “lentezza nel ricambio di ruoli e responsabilità sia nell’ambito pubblico che privato, in un sistema sociale di gerontocrazia che spesso mortifica e non riesce ad avvalersi di energie nuove”. Ma mons. Crociata ha voluto anche dare voce all’impressione secondo cui molti giovani “dilapidano le loro energie migliori per incapacità o impossibilità di investirle, nel vuoto dell’inedia o di un agire dis-sennato e distruttivo per altri e per se stessi”. Da qui il richiamo a “mettere a frutto ciò che siete e ciò che avete per un progetto di vita e di società”.Nel sito www.gmg2011.it oppure www.chiesacattolica.it i testi integrali delle catechesi dei vescovi italiani presenti alla Gmg. CARD. RICARD (BORDEAUX), “FIEREZZA, FIDUCIA E CORAGGIO”“In cammino, capaci di ascoltare, responsabili e motivati, nonostante le difficoltà, nella scelta di fede”. Sono i giovani della Gmg nelle parole del card. Jean-Pierre Ricard arcivescovo metropolita di Bordeaux (Francia), che oggi ha tenuto una catechesi ai giovani francesi, molti dei quali appartenenti all’associazione Chemin Neuf. “Ho visto giovani con una grande capacità di ascolto – dichiara al SIR Europa il cardinale – ricordo gli inizi delle Gmg quando i giovani erano più interessati ad ascoltare i cantanti che i contenuti dei brani. Oggi non è più così. I giovani vengono alle Gmg con serietà e responsabilità per ascoltare le parole del Pontefice e rispondere alla domanda di Benedetto XVI, ‘su cosa volte fondare la vostra vita?’ Cercano la roccia della loro vita e vogliono trovarla in Cristo”. “Dalle Gmg – aggiunge l’arcivescovo di Bordeaux – cercano di essere sostenuti e confermati in questa scelta. Ne deriva una accresciuta qualità di presenza e di vita. La nostra Europa ha bisogno di questi giovani nuovi che devono essere aiutati dalle rispettive comunità, chiese, dai loro stessi gruppi. Un cristiano isolato è un cristiano in pericolo: è necessario che i giovani trovino delle comunità forti e vive dove crescere e fortificarsi”. Temi che il cardinale ha poi ripreso nella sua catechesi dove ha esortato i giovani “a non vergognarsi della loro fede”. “Cristo conta su noi e noi dobbiamo testimoniarlo mostrando il suo cuore nel mondo – ha affermato Ricard – per fare questo abbiamo bisogno di riscoprire la fierezza di essere cristiani. Fierezza non è orgoglio, non è sentirsi superiori agli altri, essere felici e gioiosi di essere abitati da un tesoro, l’amore di Dio che trasforma la nostra vita. Non dobbiamo avere vergogna di mostrare e testimoniare la nostra fede, né temere la derisione e le critiche. Testimoniare con fierezza”. Altro elemento importante nella testimonianza è “la fiducia che viene dal sapere che non siamo soli ma siamo accompagnati dal Signore”. Testimoniare esige poi coraggio: “il coraggio di dire in chi crediamo, il perché, il come. La sfida è credere mostrando con gioia le ragioni della nostra fede”. “Il Papa lo ha ben ricordato ieri nel suo primo discorso ai giovani” ha detto il cardinale che ha riferito un breve fatto personale: “una giovane musulmana, parlando, una volta mi disse: ‘ho l’impressione che voi cristiani vi vergognate della vostra fede, io sono fiera di essere musulmana’. Ecco – è stata la conclusione del porporato – dobbiamo avere la consapevolezza della nostra fede, la fierezza ed il coraggio di testimoniarla a tutti”. MONS. DOLAN (NEW YORK), “ANNUNCIATORI DEL VANGELO” NEL MONDOUn invito ad essere “missionari” nella Chiesa e ad annunciare il Vangelo sulle orme dei primi discepoli. Lo ha rivolto questa mattina mons. Timothy Dolan, arcivescovo di New York e presidente della Conferenza episcopale americana, ai 12.000 giovani di lingua inglese che hanno affollato il palazzetto dello sport di Madrid. L’arcivescovo ha indicato l’esempio di Santiago e di san Paolo, che “radicati in Cristo” sono stati missionari e annunciatori del Vangelo. “Anche voi, come loro, dovete annunciare Cristo al mondo – ha continuato – perché voi siete la luce del mondo, il sale della terra”. Quattro gli elementi essenziali per portare a termine questa missione: carità, amore per la Chiesa, gioia e speranza. “La carità, l’amore per il prossimo, si esprime nel servizio agli altri” mentre la gioia è “il segno infallibile della presenza di Dio” che ci permette di “annunciare con più efficacia il Vangelo”. “Come missionari ed evangelizzatori – ha precisato – siamo chiamati a dare sempre ragione della speranza che è in noi”. L’arcivescovo ha quindi ricordato l’esempio del card. Van Thuan che “passò 13 anni in carcere durante il regime comunista, ma conservò la fede e non perse mai la speranza”. Da ultimo “l’amore per la Chiesa” perché “amare Cristo significa amare la sua Chiesa”. “Cristo e la Chiesa, infatti – ha concluso -, sono una cosa sola perché la Chiesa è il corpo di Cristo”.CARD. O’MALLEY(BOSTON), “SIATE LA GIUSTA PERSONA PER L’ALTRO”“Non potete essere discepoli di Cristo da soli” perché “viviamo in un mondo segnato dall’individualismo” e quindi si deve capire che il Signore “è comunione e che è venuto sulla terra a creare una comunità di credenti”. Lo ha detto oggi ai giovani pellegrini il card. Sean Patrick O’Malley, arcivescovo di Boston, nella parrocchia di Nostra Signora del Rosario, in occasione dell’ultimo giorno di catechesi. “L’individualismo è un veleno contro l’insegnamento di comunione di Cristo”, ha rimarcato il porporato. “Il nostro scopo è quello di aiutare gli altri a vivere la bellezza del Vangelo”. Quindi, ha precisato, “siate cattolici con una particolare consapevolezza del vostro ruolo nel mondo”. Rispondendo alle domande dei giovani sul sacramento del matrimonio, il cardinale ha sottolineato che una sfida che attende “la nuova evangelizzazione è proprio quella di puntare sull’aspetto della vocazione personale di ogni uomo. Al centro di tutto sta il disegno di Dio per l’umanità. E ci si deve preparare sin d’ora per questa vocazione”. In questa logica, il matrimonio fa parte centro “del disegno di Dio” e per questo, ha concluso l’arcivescovo rivolgendosi direttamente ai ragazzi, “dovete pregare per trovare la persona giusta e perché voi stessi siate la giusta persona per l’altro”. MONS. GALIS (SLOVACCHIA), “L’AMORE NON VIENE DAL NULLA”“Siamo disposti a sacrificare molto per coloro che amiamo, ma l’amore non viene dal nulla, dobbiamo imparare ad amare“. Lo ha detto oggi il vescovo TomᚠGalis, presidente del Consiglio per i giovani e gli universitari della Conferenza episcopale slovacca nel corso della catechesi alla Gmg in corso a Madrid. Il vescovo slovacco ha ricordato che “sfortunatamente, oggi siamo troppo innamorati di noi stessi“ mentre “l’uomo può solo credere nella testimonianza che scaturisce dalla vita e che sostiene la vita”. Per mons. Galis “non si tratta di un dialogo vuoto, vi è una reale possibilità di realizzarlo, ma solo nella misura in cui siamo sincronizzati con Dio”. Il vescovo ha aggiunto: “Più profonde saranno le nostre radici, più alte saranno le costruzioni. Gaudì vide il futuro, non vide il suo lavoro artistico concluso, la Sagrada famiglia. Questo per dire che non possiamo fare o vedere ogni cosa immediatamente, ma se diamo testimonianza oggi ciò porterà i suoi frutti nel futuro“.