Vita Chiesa

5.000 Sante Messe per dire grazie ai Benefattori di Aiuto alla Chiesa che Soffre

Le comunità cristiane perseguitate o discriminate in odio alla fede, oppresse da conflitti o povertà intendono così dimostrare, in forma organizzata e con periodicità annuale, la loro gratitudine nei confronti delle benefattrici e dei benefattori. Lo faranno attraverso le mani dei loro pastori, i quali condividono le sofferenze e rischi che accompagnano la testimonianza nelle nazioni in cui la libertà religiosa dei cristiani viene violata.

«Il modo più bello per ringraziare è la celebrazione della Santa Eucaristia. Eucaristia» infatti, ricorda l’Assistente Ecclesiastico di ACS Internazionale Padre Martin Barta, «significa ringraziamento». Per questo migliaia di sacerdoti, partner dei progetti realizzati in tutto il mondo con il sostegno di ACS e beneficiari della costante generosità dei donatori della fondazione, dimostreranno la loro riconoscenza celebrando contemporaneamente circa 5.000 Messe e affidando al Sacro Cuore di Gesù le intenzioni degli oltre 345.000  benefattori della fondazione pontificia.  

«Ogni giorno Aiuto alla Chiesa che Soffre riceve il conforto delle Vostre preghiere e le Vostre generose donazioni che vengono impiegate per lenire la sofferenza delle comunità cristiane oppresse dalla prova. Senza la Vostra carità sarebbe impossibile realizzare tutto questo». Lo scrivono, rivolgendosi ai benefattori, sedici sacerdoti collaboratori di ACS in servizio pastorale in Siria, Iraq, Burkina Faso, Nigeria, Cuba, Egitto, Pakistan, Ucraina, Camerun, Repubblica Democratica del Congo e Ruanda, in rappresentanza degli oltre 40.000 ministri di Dio sostenuti ogni anno dalla fondazione pontificia attraverso le offerte per la celebrazione di Messe.