Vita Chiesa

8X1000: NUOVA CAMPAGNA PUBBLICITARIA DAL 17 APRILE, DOMANDA DI TRASPARENZA

Partirà il 17 aprile la nuova campagna 8×1000 per la Chiesa cattolica italiana. Una campagna che ridurrà gli spot televisivi da 7 a 3, punterà a “rispondere in modo concreto alla domanda di trasparenza dei contribuenti sulla destinazione dei fondi” mettendo “in primo piano i protagonisti e chi viene aiutato”. L’annuncio – in attesa di quello ufficiale – è stato dato da Matteo Calabresi, direttore del servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica intervenendo oggi a Roma alla presentazione del libro di Dario Viganò “Chiesa e Pubblicità. Storia e analisi degli spot 8X1000”. Calabresi ha delineato anche una indagine fatta dal suo ufficio per “focus groups” riguardo alla ricezione degli spot andati fino ad oggi in rete relativi alla campagna 8X1000 della Chiesa cattolica italiana dalla quale “è emersa – ha detto – una forte domanda di trasparenza circa l’utilizzo dei finanziamenti da parte delle persone interessate e firmatarie nonostante che gli spot fossero andati in onda in modo anche consistente”. Dalla indagine emerge anche che gli spot 8X1000 finiscono spesso per confondersi “nel flusso di altri spot” perdendo così quella loro connotazione specifica, in una sorta di “nebulosa incolore” fatta di “pannolini e yogurt alla frutta”. Ecco perché – ha promesso Calabresi – “per la prossima campagna che partirà il 17 aprile, indosseremo un giubbotto catarifrangente per farci riconoscere, cercheremo di rispondere alle domande dei contribuenti e cercheremo anche di occupare gli spazi nuovi offerti da Internet”. Calabresi ha fatto vedere alla platea la home-page di un nuovo sito dedicato alla campagna 8X1000 che ha scelto come slogan “Chiedilo a loro”. Nel sito è possibile navigare con un sistema simile al “google map” per l’Italia alla ricerca delle opere realizzare grazie all’8X1000. Gli spot dunque diminuiscono: saranno 3 e soprattutto punteranno ad “ancorare il messaggio a qualcosa di concreto e visibile”. Inoltre sono state attivate delle “piccole troupe giornalistiche che riprendenderanno dei veri e propri video-reportage di 4 minuti sulle opere realizzate”. “Un termometro dell’apprezzamento degli italiani per l’azione di carità, formazione e pastorale portato avanti dalla Chiesa cattolica in maniera capillare in tutto il Paese, dalle metropoli più grandi fino ai più sperduti villaggi di montagna. Un vero e proprio referendum che si ripete ogni anno ed esige una campagna di promozione e di informazione appropriata”. Con queste parole mons. Maura Rivella, sottosegretario della Cei, ha presentato la campagna 8 X 1000 della Chiesa cattolica italiana, intervenendo oggi a Roma alla presentazione del libro di don Dario Viganò. Con la nascita del sistema 8X1000 la Chiesa accetta di correre il rischio di “ricorrere per il suo sostentamento alla proprie risorse e all’offerta dei fedeli”. “Anche se per una quota modestissima – ha proseguito mons. Rivella – i contribuenti ogni anno sono chiamati ad un esercizio di democrazia fiscale. Sono loro a decidere se destinare queste risorse alla Chiesa cattolica, allo Stato e alle altre confessioni religiose che hanno stipulato con lo Stato un’intesa”. Il sottosegretario della Cei ha ammesso che la campagna pubblicitaria che sostiene l’8X1000, espone la Chiesa “al rischio di porre ciò che comunica come un prodotto tra tanti. Del resto gli spot non sono pubblicità a parte. Confluiscono nel flusso continuo e indifferenziato delle pubblicità e ne assumono i tempi e i linguaggi”.Il bilancio però delle indagine eseguite “sono ampiamente positive” a partire dall’ “alto numero di quanti decidono ogni anno di destinare la firma dell’8X1000 alla Chiesa cattolica”. Rivella non ha nascosto le sfide e i rischi che quest’anno la campagna deve affrontare ed ha citato espressamente “i casi di pedofilia” emersi nella chiesa, “lo sconcerto per la mala gestione di alcuni beni ecclesiastici” fino ad arrivare a quella “generazione di increduli, di giovani che pur non essendo ostili alla presenza della Chiesa, ne sono profondamente indifferenti”. Per questo mons. Rivella ha parlato oggi di “coraggio e lungimiranza” per raggiungere con una comunicazione “nuova i 40 milioni di italiani. “Non dubito – ha detto – che le nuove frontiere della comunicazione siano affrontate e vinte con lo stesso coraggio”.Sir