Vita Chiesa

ADULTI E CATECHESI: DON BENZI (UCN-CEI), EDUCATORI E TESTIMONI

(Pesaro) – Il passaggio degli adulti da “destinatari” a “soggetti dell’educazione e della comunicazione”, indicato negli Orientamenti pastorali per il decennio, pone una “domanda centrale: quali sono le condizioni per rendere consapevoli gli adulti di questo giusto protagonismo?”. Così don Guido Benzi, direttore dell’Ufficio catechistico nazionale (Ucn), ha aperto questo pomeriggio a Pesaro il convegno nazionale dei direttori degli Uffici catechistici diocesani sul tema: “Adulti testimoni della fede, desiderosi di trasmettere speranza. Responsabilità e formazione della comunità cristiana” (fino al 23 giugno). L’evento, che è una delle tappe di avvicinamento al Congresso eucaristico nazionale di Ancona (3-11 settembre), è stato preparato con il contributo della Consulta nazionale e della Commissione nazionale per la catechesi degli adulti. Don Benzi ha sottolineato che il “leitmotiv” del convegno è il ruolo dell’“adulto credente” come “educatore e testimone delle nuove generazioni” e “la responsabilità della comunità cristiana nella formazione di e con questi adulti”.Facendo un’analisi della situazione, il direttore dell’Ucn ha anche messo in rilievo “l’esistenza di una ‘forma’ italiana della realtà catechistica, segnata da un condiviso percorso per l’elaborazione dei catechismi e la loro diffusione, dall’attenzione alle varie età, dalla dimensione popolare e parrocchiale, dalla forte diversificazione territoriale, dalla creatività degli Uffici catechistici diocesani, delle comunità cristiane, di aggregazioni laicali tra le quali l’Acr e l’Agesci, delle case editrici cattoliche, del dibattito nei centri di ricerca e di studio, dall’impegno per la formazione a vari livelli”. Per quanto riguarda invece l’adulto nella “società post-moderna o ipermoderna” ci sono, secondo don Benzi, due considerazioni da tenere presenti: “l’importanza di dedicare tempo e spazio alla formazione e all’accompagnamento degli adulti che sono già all’interno delle nostre realtà ecclesiali”; la necessità di “far emergere una ‘responsabilità’ di testimonianza/educazione condivisa nella comunità ecclesiale”. Il sacerdote ha poi indicato il “legame indissolubile tra formazione/catechesi degli adulti e quella di bambini e ragazzi, nonché dei giovani”; tuttavia, “fino a quando gli adulti non diventano consapevoli del loro ruolo educativo, anche in ordine all’educazione della fede, rischiamo di essere ancora una volta nel settore delle pie intenzioni”. Per don Benzi occorre “guardare all’adulto nel suo essere ‘implicato’ in un processo educativo che riguarda lui/lei nelle sue scelte fondamentali, nel suo essere in relazione dentro le dinamiche della vita, nel suo essere ad esempio genitore, o insegnate, collega, amico, cittadino, in qualunque modo ‘dentro’ il discorso educativo”. Il direttore ha poi rilevato il rapporto tra “educazione” e “mistero” inteso come “svelamento e condivisione di realtà interiori, di patrimoni personali, di eredità spirituali, comunicazione profonda ed intima tra soggetti, che trova nella rivelazione divina il suo pieno compimento”. È però necessario “valutare quanto la testimonianza sia davvero accessibile al destinatario” perché “l’ipermodernità ci consegna da un lato ad una ricerca solitaria di senso e dall’altro ad una generalizzazione e banalizzazione dell’ascolto e della comunicazione”. Per don Benzi esiste oggi il “problema dell’autoformazione”, se essa è intesa solo come “supermercato delle tecniche e delle occasioni, nella quale l’individuo è ancora una volta lasciato solo”. La “formazione permanente”, invece, deve essere interpretata come “centralità della coscienza, del suo dinamismo e del suo sviluppo in rapporto alla testimonianza di Cristo”. In questo senso “la verità dell’Incarnazione può essere intesa come una via profondamente educativa: educare l’uomo ad essere più uomo e a realizzarsi in Gesù Signore”.Sir