Vita Chiesa

ANGLICANI, DAL 5 AL 7 LUGLIO IL SINODO PER EVITARE LO SCISMA

Rendere più facile sposarsi nella chiesa di propria scelta, confermare la propria adesione al processo che porterà alla formulazione di un “anglican covenant” (patto anglicano), discutere la possibilità che gli Stati Uniti avviino azione militare contro l’Iran, pensare a nuovi modi di coinvolgere le minoranze etniche nella vita della Chiesa. Questi i temi più importanti del Sinodo generale anglicano che si riunirà a York dal 5 al 7 luglio. In cima all’agenda dell’organo che controlla la “Chiesa di Inghilterra” e che è composto da vescovi, pastori e laici, l'”anglican covenant”, ovvero il patto che dovrebbe evitare uno scisma nella comunione che comprende settanta milioni di fedeli in tutto il mondo. Come è noto le province del sud – Africa, Asia e sud America – sono contrarie alle unioni e ordinazioni omosessuali mentre in quelle dell’Occidente, soprattutto gli Stati Uniti, i pastori omosessuali vengono ordinati e i rapporti omosessuali ricevono la benedizione della chiesa. La crisi si è aperta quattro anni fa quando la Chiesa episcopale americana ha ordinato il primo vescovo gay, Gene Robinson.

Il “patto anglicano” costringerebbe le diverse province a consultare la comunione prima di prendere decisioni importanti e invita le diocesi anglicane che hanno contribuito alla frattura sul problema delle ordinazioni gay a esprimere pentimento. L’accordo, di quattro pagine, è stato scritto dai primati anglicani a febbraio e ognuna delle trentotto province che rappresentano la comunione anglicana in tutto il mondo deve rispondere entro la fine dell’anno. Se questa versione del patto venisse approvata una stesura definitiva verrà messa a punto la prossima estate quando i vescovi anglicani si riuniranno a Canterbury per la Lambeth conference. In un messaggio ai fedeli anglicani Rowan Williams, Primate della Chiesa di Inghilterra ha definito il “covenant” “una risposta alla crisi” non “un mezzo per avere uno scisma”.

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