Vita Chiesa

AREZZO, IL VESCOVO SCRIVE AL MONDO DEL LAVORO: «ANCHE NELLA CRISI BISOGNA SPERARE»

«Nella crisi: speranza oltre ogni paura». Si intitola così la «lettera al mondo del lavoro» scritta dal vescovo di Arezzo Gualtiero Bassetti, al termine del primo anno della visita pastorale. La lettera è la sintesi della personale «concertazione» del vescovo che ha visitato la UnoAerre, la più grande azienda orafa aretina, la Camera di Commercio e la Camera del Lavoro. Nel documento gli incontri di Bassetti diventano il punto di partenza per delineare il quadro economico di Arezzo e analizzare le inquietudini che serpeggiano in città. Il primo punto è che la «crisi è veramente strutturale» e «minaccia di sconvolgere molteplici aspetti della vita».

Ma, annota il vescovo, la crisi «non è un evento da subire» bensì «un’occasione per ripensare il modello di sviluppo». La seconda questione aperta è quella della «flessibilità» che «se non governata in vista della ricerca del bene comune, genera precarietà e disoccupazione». Da qui l’amara constatazione del Vescovo: «I lavori sicuri in aziende sicure sembrano un ricordo del passato».

Terzo argomento: la festa. «Ho colto l’esigenza di difendere il tempo da dedicare a se stessi, alla famiglia, alle relazioni sociali, alla dimensione interiore», annota Bassetti mentre «l’idolatria del lavoro minaccia valori fondamentali e spinge a una sorta di “schiavitù del fare”». Infine, il tema della globalizzazione che il Vescovo lega al trasferimento delle realtà produttive verso «paesi dove il costo del lavoro è minimo per assenza di regole e tutele del lavoratore».

Secondo monsignor Bassetti, una via d’uscita è quella di investire in ricerca e innovazione per «fare sistema» rinsaldando «un tessuto imprenditoriale caratterizzato da un marcato individualismo e da concorrenza sleale anche nel nostro territorio».

Nell’ultima parte viene ribadita la centralità della persona umana citando la «Gaudium et Spes», si parla di «bene comune» come «criterio etico dell’agire sociale» e di «destinazione universale dei beni» connessa «ai diritti e ai doveri di ogni persona, a iniziare dai più deboli e dai più poveri». Tirando le somme, il vescovo spiega che «le leggi dell’economia sono solo mezzi contingenti» e che il lavoro è prima di tutto un’«occasione di sviluppo umano».

Per questo Bassetti chiarisce che «la nostra Chiesa si mette a servizio di questi obiettivi perché nulla sia fatalmente accettato e nuove idee possano essere offerte a vantaggio di tutti».Giacomo Gambassi