Vita Chiesa

ASSEMBLEA CEI: COMUNICATO FINALE, A GENNAIO TESTO DEFINITIVO SU «CHIESA E MEZZOGIORNO»

Sarà licenziato dal Consiglio episcopale permanente, nella prossima sessione di gennaio 2010, il testo definitivo della nota su “Chiesa e Mezzogiorno”, approvata “a larghissima maggioranza” dai vescovi nel corso dell’ultima Assemblea della Cei. E’ quanto si legge nel comunicato finale dell’assemblea di Assisi, diffuso oggi. La versione definitiva della nota, preparata a vent’anni dal documento “Sviluppo nella solidarietà. Chiesa italiana e Mezzogiorno”, e alla luce degli esiti del convegno “Chiesa nel Sud, Chiese del Sud”, svoltosi a Napoli nel febbraio scorso, è stata rimandata a gennaio in per “per recepire le osservazioni emerse durante il dibattito di Assisi”. L’intento è quello di “pubblicare un documento che sia espressione dell’intero episcopato, così da ribadire la nota della reciprocità, per cui solo insieme si affrontano i problemi e le sfide del Paese”. “I tratti caratteristici del Sud, come la religiosità popolare, la vivacità educativa e la persistenza della tradizione associativa – si legge nel comunicato – sono beni a disposizione di tutti”, ma “non vanno sottovaluti i segnali di un degrado che non è solo sociale e economico”. Di qui “la necessità di un forte appello alla conversione”, per far sì che la nota “non resti un intervento isolato”, ma si inserisca nella “sfida educativa” al centro degli Orientamenti Cei del prossimo decennio.“La sensibilità culturale prevalente tende oggi a censurare la morte”, mentre l’esigenza di annunciare la “buona notizia” della morte e risurrezione di Gesù Cristo è il “primo servizio da rendere a una sensibilità assopita e dissimulatrice, che coinvolge in particolare le giovani generazioni in un processo di rimozione collettiva”, si legge ancora nel comunicato. Secondo i vescovi, oggi “occorre aiutare le persone a guardare in modo meno evasivo alla prospettiva della fine, considerandola parte integrante dell’esistenza, con l’intento di sollevare lo sguardo a quanto la speranza cristiana confida al cuore umano”. La celebrazione delle esequie, “momento largamente partecipato anche da chi non crede o non frequenta abitualmente la chiesa”, per la Cei “rappresenta senza dubbio un’occasione privilegiata per questo annuncio di speranza”. Di qui la “cura” che si richiede “perché tale momento costituisca una proposta pastorale significativa e coinvolgente, che attesti la vicinanza affettiva della comunità cristiana”.Nella nuova edizione del Rito delle Esequie – approvato dai vescovi ad Assisi, e che verrà pubblicato una volta ottenuta l’approvazione (recognitio) della Santa Sede – sarà previsto un formulario specifico per quanti scelgono la cremazione. “La Chiesa, pur preferendo la sepoltura tradizionale – precisa la Cei nel comunicato – non riprova tale pratica, se non quando è voluta in disprezzo della fede, cioè quando si intende con questo gesto postulare il nulla a cui verrebbe ricondotto l’essere umano”. All’interno dei questa prospettiva, “la memoria dei defunti attraverso la preghiera liturgica e personale e la familiarità con il camposanto costituiranno la strada per contrastare, con un’appropriata catechesi, la prassi di disperdere le ceneri o di conservarle al di fuori del cimitero o di un luogo sacro”. Ciò che sta a cuore ai vescovi, in modo particolare, è che “non si attenui nei fedeli l’attesa della risurrezione dei corpi, temendo invece che la dispersione delle ceneri affievolisca la memoria dei defunti, a cui siamo indelebilmente legati nella partecipazione al destino comune dell’umanità”.Sir