Vita Chiesa

ASSEMBLEA CEI, PROLUSIONE CARD. BAGNASCO: LA CHIESA NON VUOLE IMPORRE UNA MORALE RELIGIOSA

“Quell’«Io mi vergogno» con il quale s’è caricato dell’umiliazione e del dolore della Chiesa tutta per lo scandalo causato dai sacerdoti accusati di pedofilia, è stato come l’inizio della rinascita, il riavvio di un cammino nuovo, che ha finito per coinvolgere le stesse persone a suo tempo vittime degli scandali”: con queste parole, riferite al recente viaggio di Papa Benedetto XVI negli Stati Uniti e alle scuse da lui formulate per i casi di abusi sessuali, il card. Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, ha voluto sottolineare il primo degli argomenti affrontati nella sua prolusione (Testo integrale della Prolusione del card. Bagnasco ) ai lavori della 58ª assemblea generale dei vescovi italiani, che si è aperta questo pomeriggio in Vaticano. Dopo aver salutato i nuovi vescovi che nel corso dell’anno sono entrati a far parte della Conferenza episcopale italiana e aver ricordato quelli che hanno lasciato l’incarico pastorale come pure i defunti, Bagnasco ha richiamato “l’ammirazione” del Papa “per l’esperienza di libertà che fin dalle origini è in atto in quella grande Nazione” (gli Usa, ndr), “dove lo Stato è volutamente e decisamente laico, ma proprio per una volontà religiosa, per dare autenticità alla religione”.

Dopo aver ricordato “i rischi che corre quella Chiesa, come in genere le altre Chiese pellegrine in Occidente”, “rischi legati alla sottile influenza del secolarismo e del materialismo che depotenziano i credenti nella loro testimonianza pubblica”, il presidente della Cei ha aggiunto: “Esprimere liberamente la propria fede, partecipare in nome del Vangelo al dibattito pubblico, portare serenamente il proprio contributo nella formazione degli orientamenti politico-legislativi, accettando sempre le decisioni prese dalla maggioranza: ecco ciò che non può mai essere scambiato per una minaccia alla laicità dello Stato”. Ha poi aggiunto che “la Chiesa non vuole imporre a nessuno una morale religiosa” e propone invece, “insieme a principi tipicamente religiosi, i valori fondamentali che definiscono la persona… (i quali) proprio perché fondativi, sono di ordine naturale, radicati cioè nell’essere stesso dell’uomo”. Riproponendo poi i concetti del Papa espressi all’assemblea dell’Onu, in occasione del 60° della Dichiarazione universale dei Diritti dell’Uomo, Bagnasco ha sottolineato la “erosione interna” di tali diritti, proponendo come antidoto a questo processo “il riconoscimento del valore trascendente e, in ultima istanza, religioso proprio di ogni persona”.

L’emergenza alimentare è stato uno dei temi affrontati dal card. Angelo Bagnasco nella parte centrale della sua prolusione ai lavori della 58° assemblea generale della Conferenza Episcopale Italiana, aperta lunedì sera in Vaticano. Riferendo dell’ “impennata dei prezzi dovuta all’aumento del costo del petrolio”, Bagnasco ha sottolineato che questo evento “sta mettendo a rischio la sopravvivenza di almeno 100 milioni di persone, incapaci ormai di provvedere al proprio sostentamento minimo”. La situazione è talmente grave che – ha sostenuto – “si stima che ogni giorno muoiano 25 mila persone per fame e malattie correlate. Senza dire che in una serie di paesi (l’Egitto, Haiti, Filippine…) sono già esplose rivolte dovute all’impennata dei prezzi”. Il presidente dei vescovi italiani ha così rivolto un invito: “Deve scattare un’onda di solidarietà concreta – ha detto – che mobiliti risorse pubbliche ma anche aiuti privati, e mentre si soccorre bisognerà introdurre regole nuove che modifichino le condizioni di ingiustizia”. Richiamando i 40 anni della “Populorum Progressio” ha anche aggiunto che rispetto agli anni in cui fu emanata “quella che non muta è la condizione di disparità tra Paesi poveri e Paesi ricchi, la povertà inesorabile che questa produce, i conflitti sempre in atto”. Ha così esortato a lavorare per “uno sviluppo sostenibile”.

Entrando nel vivo del tema generale dell’assemblea, l’educazione dei giovani al Vangelo, il card. Bagnasco ha ricordato che essi “sono i primi bersagli della cultura nichilista che li invita, li incoraggia, li sospinge a coltivare soltanto le passioni tristi”, provocando “una grande anestesia degli spiriti, incapaci di slanci e quindi inerti”. Ha quindi fatto riferimento ai diversi casi di violenza efferata da parte di giovanissimi, tra cui quello di Niscemi con l’uccisione di una minorenne da parte di coetanei, affermando: “sempre più spesso dobbiamo registrare vicende amare che hanno per protagonisti gli adolescenti” le “cui reazioni manifestano una non corretta conoscenza del mistero della vita e delle rischiose implicanza dei loro gesti”. Ha poi parlato di “vuoto desolante”, “di progetti di de-costruzione che passano per l’assunzione delle droghe o dell’alcol, per i riti dell’assordimento e dello stordimento”, del fenomeno del “bullismo” indicando che questi comportamenti sono anche “segno di un vuoto dell’anima e un’implicita richiesta d’aiuto”. Circa l’educazione dei giovani ha infine indicato le responsabilità dei mass-media con certi programmi diseducativi, per i quali gli stessi media “stanno caricandosi di una responsabilità enorme”.

Dopo aver ricordato “il destino verso cui sta strutturalmente andando la televisione in tutta Europa”, vale a dire verso il digitale, il card. Bagnasco ha richiamato l’impegno in questa direzione dell’emittente Sat2000 e “il rischio non remoto ..che i nuovi spazi diventino appannaggio delle industrie pornografiche presenti sul piano internazionale”, invitando le autorità competenti “fin d’ora a vigilare su questo delicato processo”. Circa il ruolo dei sacerdoti nella Chiesa italiana, ha parlato di “sforzo di rinnovamento della pastorale”, mentre sul documento “Sovvenire alle necessità della Chiesa” del 1988, che illustrava i nuovi sistemi di sostegno economico, ha aggiunto siamo di fronte a “recenti casi di mala-informazione che tuttavia, ne siamo sicuri, non distoglieranno i fedeli dal contribuire alla vita della loro Chiesa”. Sulle recenti elezioni politiche, ha affermato che l’alta partecipazione al voto è stato “un segno importante di consapevolezza e di maturità del nostro popolo”. Tra le urgenze ha richiamato la questione rifiuti in Campania, la difesa del potere d’acquisto di salari e pensioni, le difficoltà dei giovani a sposarsi e le iniziative del Forum delle famiglie per “un fisco a misura di famiglia”. Sui tentativi di modificare la legge 40 ha parlato di “rischio di promuovere una mentalità eugenetica”. Ha poi ricordato il dramma dei morti sul lavoro.

La parte conclusiva della prolusione del card. Angelo Bagnasco è stata dedicata ai temi dell’immigrazione e della sicurezza. Sulla prima ha affermato che “per ciascuno di coloro che tentano di entrare nel nostro Paese bisogna trovare un continuo equilibrio tra esigenze e attese, tenendo alto il rispetto dei diritti delle persone”. Circa i centri di accoglienza ha invitato a non trasformarli in “enclave” che “se in un primo momento potrebbero apparire una soluzione emergenziale, diventano presto dei ghetti non tollerabili”. Ha anche chiesto “un patto di cittadinanza” per coloro che intendono stabilirsi in Italia, richiamando l’impegno della Chiesa nell’accoglienza tramite la Fondazione Migrante, la Caritas e il volontariato. Circa la “sicurezza”, ha notato che si tratta di “un’esigenza incoercibile di persone e famiglie a cui sarà bene che i pubblici poteri sappiano, ai vari livelli, dare risposte calibrate ed efficaci”. Ha poi concluso la prolusione richiamando l’immagine del “sagrato come figura simbolica della Chiesa vicina e incarnata tra la gente in tutte le sue forme”, “luogo dell’accoglienza e dell’incontro – ha detto – considerando “i tanti dolori nascosti” tra i quali ha citato le 23 mila persone scomparse. Un cenno finale è stato dedicato alle zone segnate dai fenomeni mafiosi o da “gravi disagi e dall’abbandono”.

Sir