Vita Chiesa

Anglicani, arcivescovo Welby cita Papa nel suo primo sermone da Primate

Una difesa appassionata del cristianesimo, durante la quale ha citato le parole di papa Francesco che ha invitato i cristiani ad essere custodi gli uni degli altri e anche del mondo naturale, dei poveri e dei vulnerabili. Nel sermone che ha fatto, dopo essere stato intronizzato come centocinquesimo arcivescovo di Canterbury, davanti a 2mila ospiti, tra i quali il principe Carlo e la duchessa di Cornovaglia, il primo ministro David Cameron e il primate cattolico Vincent Nichols, Justin Welby ha attribuito alcuni dei progressi più importanti della nostra storia – dall’abolizione della schiavitù al servizio sanitario nazionale – all’eredità del Vangelo, ricordando che le leggi e l’ordine sociale della Gran Bretagna hanno «le loro radici in Cristo».

Lo accompagnavano gli auguri e la promessa di preghiere che lo stesso Papa gli ha inviato con un messaggio nel quale diceva di «attendere con piacere» d’incontrare il nuovo leader anglicano molto presto. È con il giuramento agli statuti della Chiesa di Inghilterra e alla Regina, seguito dall’accettazione degli antichi Vangeli portati in Inghilterra da sant’Agostino nel 597, che Justin Welby è diventato leader della Chiesa di Stato inglese e di 80 milioni di anglicani in tutto il mondo.

A installarlo sul trono, che rappresenta la sede di Canterbury, è stata per la prima volta una donna, l’arcidiacono Sheila Watson, segno della determinazione di questa Chiesa a dare il via presto alle donne vescovo, confermata dallo stesso Welby in alcune interviste rilasciate in questi giorni.

Nel sermone, parlando del miracolo di Gesù che cammina sulle acque, il neo arcivescovo ha invitato la Chiesa a non essere intimidita dai numeri in calo, affermando che «c’è ogni ragione per avere ottimismo» sul futuro. «Alcune volte abbiamo fatto meglio, altre peggio», ha detto il leader anglicano ai rappresentanti delle religioni di tutto il mondo e a una nutrita delegazione cattolica che comprendeva il cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, l’arcivescovo Peter Smith, il cardinale Cormac Murphy-O’Connor e il nunzio apostolico in Gran Bretagna mons. Antonio Mennini. «Quando facciamo meglio generiamo uno spazio dove il nostro coraggio può venire liberato, così che Dio possa agire tra di noi e gli esseri umani fiorire», ha detto ancora Welby, per il quale «le sfide di oggi dell’ambiente e dell’economia possono essere affrontate soltanto con un coraggio straordinario».