Vita Chiesa

Arezzo, festa del patrono: mons. Fontana, «Fare della nostra vita un dono»

«Si fa sempre più chiaro il servizio che gli uomini e le donne della terra chiedono alla Chiesa: ridare senso alla vita tornando a raccontare a tutti l’amore che Dio ha per noi e che non nega a questa generazione. La storia che ci è affidata è un prezioso puzzle di molte diversità, di vicende antiche e recenti atte a convergere, nel filo d’oro che la Provvidenza scrive anche attraverso di noi».

Con queste parole – pronunciate all’inizio dell’omelia della Santa Messa stazionale, celebrata in Cattedrale – mons. Riccardo Fontana ha sintetizzato il significato profondo dei festeggiamenti in onore del Santo Patrono della nostra Diocesi.

Parole che ben esprimono ciò che papa Gregorio Magno, nei Dialoghi, insegnò a proposito di san Donato: Donato è santo perché è donato a Dio per il servizio del popolo, di questo popolo. «Non si può appartenere alla Chiesa se non si è donati – ha detto l’arcivescovo Fontana –. Tocca a noi, Ministri del Signore, ricordare a tutti che alla dimensione alta e soprannaturale della vita si accede attraverso il dono di sé. Giova riproporre ad ogni nuova generazione che solo l’amore è capace di dare alla vita di una persona la qualità alta la pienezza che la umanizza compiutamente, come insegna san Paolo».

Un’omelia dedicata particolarmente a don Luca Vannini e don Piero Mastroviti, accolti come nuovi presbiteri nella comunità diocesana da oggi pomeriggio, ma anche per ricordare che «fare memoria del Martire Donato fa porre a ciascuno di noi domande irrinunziabili sul senso dell’esistenza al mondo: che cosa fai con la tua vita, come spendi il girotondo dei giorni che ti è donato, cosa più ti interessa, quali sono gli obiettivi che ti poni, con quali mezzi vuoi raggiungerli? Chi fa scelte veramente umane si realizza soltanto donandosi o meglio essendo donato ad una persona, ad una comunità, al mondo intero. Ci esprimiamo, infatti, compiutamente solo nella relazione con se stesso, con Dio, con gli altri. Rischiare è una componente inevitabile per chi ama essere libero. Equivale a mettere in gioco le proprie risorse per il bene dell’altro o altra che tu ami, o del mondo intero, secondo un progetto più grande di te. Chi non entra nella logica del dono inevitabilmente si orienta ad inacidire, a sprecare comunque le proprie risorse; si dispone a misurarsi con lo spettro della solitudine, con le fallanze della insicurezza, con l’eventualità di diventare inutile- secondo le parole dell’arcivescovo.

Non sono mancate parole di incitamento morale a tutti gli aretini, ancora provati dalle recenti vicende economiche che, a vario titolo, hanno coinvolto l’intero territorio, affinché assieme «dobbiamo ritrovare il gusto della generosità, l’interesse per il bene comune: non sarà che salveremo le nostre Istituzioni e il futuro dei nostri giovani, con il gossip diffuso e maligno, Meno retorica e più concretezza. Chi ha potere si metta in gioco perché, pezzo dopo pezzo, non si sparpagli il prezioso contenuto della nostra identità, della nostra storia, della dignità di questa generazione. Presto si torni a mirare finalmente al bene comune, con umiltà e meno egoismo, con più coraggio e realismo, recuperando la volontà di non lasciarci svendere, altrimenti saranno sempre i poveri a rimetterci».

Come è ormai tradizione, in occasione della S. Messa stazionale che conclude i festeggiamenti in onore di S. Donato, il vescovo ha reso noto le nomine dei nuovi Parroci della Diocesi e di coloro, sacerdoti e laici, incaricati di ministeri e servizi particolari nella Chiesa diocesana:

– padre Raffaele Menniti, Rettore del Seminario Diocesano e della chiesa di san Michele in Arezzo– can. Antonio Corno, vicario della Cattedrale– don Silvano Paggini, amministratore parrocchiale delle SS. Flora e Lucilla in Torrita di Olmo– don Alessandro Bernardini, parroco dell’Unità Pastorale di Ceciliano, Patrignone e Campoluci– don Franco Ristori, parroco di Castelluccio– don Tomasz Kadziolka, parroco di san Giuseppe Artigiano– padre Amodio Ciardi, vocazionista, parroco di sant’Andrea a Pigli– don Piotr Sipak, amministratore parrocchiale di sant’Agostino di Arezzo– padre Andrew Eburuche, vocazionista, vicario parrocchiale di sant’Andrea a Pigli– sac. Anthony Osemwergie, vocazionista, vicario parrocchiale di sant’Andrea a Pigli– don Francisco Javier Torres Lopez, vicario parrocchiale di san Marco alla Sella– don Fabrizio Vantini, vicario foraneo del Vicariato dell’alto Casentino– don Samuele Antonello, proposto di Poppi, parroco dell’Unità Pastorale di Poppi, Ponte a Poppi, Avena, Larniano– don Andrew Omonaniekhe Akhogb, vicario parrocchiale di Poppi, Ponte a Poppi, Avena, Larniano– don Luca Lazzari, parroco di Pieve a Socana– don Alessandro Conti, vicario foraneo del Vicariato del Basso Casentino– don Jojappa Madanu, parroco in solidum di Badia al Pino– don Mario Ghinassi, parroco di san Giustino e del Borro– don Salvatore Scardicchio, parroco Moderatore dell’Unità Pastorale di Ponticino, Laterina, Pieve a Maiano e Casanova– don Albert Facelly Millinouno, vicario parrocchiale dell’Unità Pastorale di Ponticino, Laterina, Pieve a Maiano e Casanova– don Jean Louis Amani Koffi, vicario parrocchiale di Levane– don Mariusz Zabielski, amministratore parrocchiale di Rapolano Terme e Armaiolo– don Leslly Loubassou Massamba, vicario parrocchiale di sant’Eusebio a Cegliolo, Cortona– don Piero Mastroviti, vicario parrocchiale nell’Unità Pastorale del Medio Casentino– don Luca Vannini, vicario parrocchiale dell’Unità Pastorale della Collegiata di Castiglion Fiorentino– Luca Vanni, direttore dell’Ufficio Scuola della Diocesi

Alla celebrazione in Duomo hanno partecipato 105 sacerdoti della nostra Diocesi e – infine -, per sottolineare l’universalità della figura di san Donato e lo spirito ecumenico, proprio della nostra Diocesi, non è senza significato che abbiano partecipato alla celebrazione eucaristica rappresentanti di altre confessioni, tra questi: il proto presbitero padre Octavian Tumuta della Chiesa ortodossa romena di San Giovanni Battista in San Bartolomeo ad Arezzo, padre Kirill Ieromonaco del Patriarcato Ortodosso di Mosca, padre Daniel della chiesa ortodossa indiana e due laici della chiesa ortodossa rumena e georgiana.