Vita Chiesa

Assemblea Cei, card. Bassetti: «mediocrità, divisioni, scandali economici e sessuali» minano la fiducia nella Chiesa

«Pesano mediocrità e divisioni, spesso alimentate ad arte, rispetto alle quali riaffermiamo la nostra vicinanza al Santo Padre», le parole di Bassetti, che ha esordito ricordando il recente Sinodo sui giovani, svoltosi proprio nell’aula dove questo pomeriggio si sono riuniti i vescovi italiani. «Pesano scandali economici e sessuali», ha proseguito il cardinale citando uno dei temi oggetto dell’attenzione dei vescovi in questi giorni: «Pesa una cultura dell’autorità che esclude dalla partecipazione e, a volte, diventa anche abuso».

«Nello scorso mese per diversi di noi entrare in quest’Aula è stata un’esperienza quotidiana, che abbiamo compiuto a nome di una Chiesa che più che voler fare qualcosa per le nuove generazioni intende con loro crescere nella comprensione e nella sequela del Vangelo», ha sottolineato Bassetti tracciando un bilancio del Sinodo: «Sui passi del Risorto, con e sotto la guida di Pietro, abbiamo rinnovato la disponibilità a percorrere la stessa strada dei giovani, pur quando questa ne segna le lontananze. Con la saggezza dell’educatore, ci siamo lasciati interrogare dalle loro parole e – forse più ancora – dai loro silenzi, accettando di entrare anche nella notte delle loro solitudini». «Nel farlo, intendiamo offrire con umiltà e fiducia quanto abbiamo di più caro, ossia quell’esperienza cristiana che riscalda il cuore, apre gli occhi e ridona una nuova direzione: all’andare dei giovani come al nostro stesso cammino», ha assicurato il presidente della Cei. «Se Papa Francesco ha potuto riconoscere che ‘il Sinodo è stato una buona vendemmia e promette del buon vino’ – ha aggiunto – è perché il tema della consegna del Vangelo alle giovani generazioni si è trasformato nella domanda su quale forma dare al nostro essere Chiesa. Sì, il Sinodo ci ha provocati a rinvigorire la nostra appartenenza e, quindi, a individuare le modalità della missione, con cui affrontare le opportunità e le sfide di questo tempo». «All’appuntamento sinodale non siamo certo arrivati digiuni», ha fatto notare il cardinale riferendosi all’impegno della Chiesa italiana in questo campo: «Penso, in particolare, alle tante iniziative di ricerca e confronto che hanno animato le nostre Chiese negli ultimi due anni e che sono sfociate nell’intensa esperienza di quest’estate. Accompagnare i giovani sui sentieri della fede, così ramificati nei territori del nostro Paese, ci ha aiutato a ritrovare uno slancio propositivo, nella bellezza di un dialogo intergenerazionale. L’incontro con il Santo Padre ci ha mostrato una volta di più quanto possa essere appassionante l’impegno per costruire relazioni buone, di cura e dedizione». «La consegna del Vangelo – della vita buona del Vangelo – non può risolversi in una trasmissione di nozioni, ma si gioca all’interno di una rete di relazioni che recupera il senso della comunità», ha detto Bassetti: «Attraverso le parrocchie, le associazioni e i movimenti, i luoghi di spiritualità animati dalla vita consacrata e quelli solitamente abitati dai giovani, a partire dalla scuola, dall’università e dai luoghi della formazione professionale». Un compito, questo, «non facile o scontato».

Il nuovo Messale e la traduzione del «Padre Nostro». «La pubblicazione di una nuova edizione del Messale non può risolversi nell’aggiornamento di un libro, ma costituisce un tassello prezioso della riforma liturgica, che va rilanciata, approfondita e affinata per un rinnovamento di vita delle nostre comunità cristiane», ha detto il card. Gualtiero Bassetti a proposito di uno dei temi principali dell’Assemblea generale straordinaria della Cei. «È un impegno decisivo, a cui contribuirà il confronto tra noi, nei gruppi di lavoro come nel momento assembleare», ha proseguito il cardinale introducendo i lavori. «La votazione finale del testo presenta ancora alcune decisioni rilevanti che siamo chiamati a condividere», ha poi reso noto riferendosi, in particolare, alla questione della traduzione della supplica «et ne nos inducas in tentationem» (e non ci indurre in tentazione, ndr.) del Padre nostro: «Si tratta di una decisione da assumere con sapienza teologica e con saggezza pastorale, nella consapevolezza che il Pater è non solo parte integrante dell’Ordo Missae, ma si configura anche come ‘la’ preghiera, che ritma il respiro orante del popolo di Dio», ha puntualizzato il presidente della Cei. In sintesi, per Bassetti, «sarà importante non sviare dal compito di impostare con lungimiranza una pastorale liturgica della recezione del Messale, perché la variazione di traduzione sia un’ulteriore occasione per quella formazione operosa e paziente affidataci dalla Sacrosanctum Concilium».

L’approvazione della terza edizione italiana del Messale Romano costituisce, infatti, «l’atto finale di un lungo lavoro di studio, ricerca e confronto» – ha ricordato Bassetti – che «ha attraversato diverse stagioni della vita ecclesiale: dall’Istruzione Liturgiam authenticam del 2001 al Motu proprio di Papa Francesco dello scorso anno, Magnum principium, che – in conformità al dettato conciliare – riconsegna alle Conferenze episcopali la grande responsabilità di ‘approvare’ la traduzione dei libri liturgici. A ben vedere, non si tratta soltanto di una questione pratica, procedurale, ma di una tappa significativa del processo di riforma della Chiesa nella prospettiva della sinodalità». Già l’Evangelii gaudium, del resto, «auspica un ritorno a tale modello, vissuto dalla Chiesa soprattutto in epoca patristica», ha precisato il presidente della Cei citando il Papa, che scrive, citando a sua volta la Lumen Gentium: «Il Concilio Vaticano II ha affermato che, in modo analogo alle antiche Chiese patriarcali, le Conferenze Episcopali possono portare un molteplice e fecondo contributo, affinché il senso di collegialità si realizzi concretamente».

Il testo integrale dell’introduzione del card. Bassetti