Vita Chiesa

Assemblea Cei e questione antropologica

di M.Michela Nicolais La questione antropologica è al centro della 50ª Assemblea generale dei vescovi italiani, in svolgimento a Collevalenza fino al 21 novembre. Ad aprire i lavori il card. Camillo Ruini, presidente della Cei che nella seconda parte della prolusione ha parlato del Social Forum di Firenze e del “caso Andreotti”, delle auspicate riforme in materia di famiglia e scuola, dell’appello alla “clemenza” nelle carceri, dell’emergenza lavoro e della questione immigrazione. Non sono mancati i riferimenti internazionali: dal ruolo dell’Europa e delle religioni per la pace, fino alla crisi Usa-Iraq e al conflitto in Terra Santa. Diamo di seguito una nostra sintesi della prolusione.

Media e “questione antropologica”. I media hanno un grande influsso sulla “tenuta morale delle famiglie e dell’intera società”, ma “l’insistenza sulla cultura dell’effimero, sul sesso fine a se stesso, sulla violenza e sulla cronaca nera sta generando una reazione di stanchezza e anche di rigetto”: una sorta di “cambiamento di rotta”, insomma, che “dia spazio ai valori etici, alle testimonianze ed esperienze positive della vita”. Ne è convinto il card. Camillo Ruini, presidente della Cei, che aprendo oggi a Collevalenza la 50a Assemblea dei vescovi italiani ha espresso “forti perplessità e preoccupazioni” riguardo all’incidenza dei media nel quotidiano”, soprattutto per quanto riguarda la visione della vita che viene prevalentemente proposta e l’influsso che ne consegue sulla tenuta morale delle famiglie e dell’intera società, in particolare sulla formazione dei bambini e dei ragazzi”. Di qui, per Ruini, le “molteplici responsabilità” non solo di “coloro che operano direttamente nei media” o del mondo economico, politico o istituzionale: anche gli utenti, secondo i vescovi, “possono e devono far sentire la loro voce ed esercitare scelte quotidiane non conformiste e rassegnate”, anche attrave rso “iniziative per migliorare la qualità dell’emittenza televisiva e la tutela dei minori”. Oltre ai mass media, sono le “neuroscienze” a minacciare l’uomo, citando le “possibilità pratiche aperte da queste scienze, per quanto riguarda la cura delle patologie ma anche le modificazioni dei nostri stati mentali, le condizioni del nostro vivere, scegliere, pensare e comunicare”. E’ in tale orizzonte, per Ruini, che “si decide la questione del carattere umanistico della nostra civiltà”, ed è per questo che la “questione antropologica” non può essere “affrontata in maniera ‘neutrale’, come se noi stessi non fossimo in gioco”. La riflessione sulla “questione antropologica”, inoltre, “fa fare un grande passo avanti” al “progetto culturale”, di cui un “punto di svolta” è stato il recente Convegno “Parabole mediatiche” promosso dalla Cei, basato sulla consapevolezza che “la proposta cristiana e tutta la pastorale non possono non fare i conti” con i mezzi di comunicazione, che “fanno cultura per il solo fatto di esserci”.

Terrorismo, Iraq e Terra Santa. I “due terribili attacchi” a Bali e a Mosca dimostrano che “il terrorismo non è affatto sconfitto, nonostante tutto l’impegno volto a reprimerlo, e può colpire ovunque”. Elencando i “grandi motivi di preoccupazione a livello internazionale”, Ruini ha citato anche “le violenze perpetrate contro i cristiani”, come la strage del 25 settembre in Pakistan ed il rapimento in Colombia del vescovo Jorge Enrique Jiménez Carvajal, presidente del Celam, e di padre Desiderio Orjuela, liberati poi dall’esercito pochi giorni dopo. A proposito della crisi Usa-Iraq, il presidente della Cei ha definito “molto teso e pericoloso lo stato dei rapporti” con la nazione guidata da Saddam Hussein: “Dopo la risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e la sua accettazione da parte irachena, le ispezioni per garantire il disarmo di quel Paese sono assai prossime ad inizia re, ma saranno necessari, da parte di tutti, un atteggiamento di buona volontà e uno sforzo grande e sincero per evitare che la situazione precipiti, con conseguenze gravissime e assai probabilmente non limitate al territorio iracheno”. In Terra Santa, intanto, “non ha tregua la perversa spirale di attentati e rappresaglie e non cessa di aumentare il numero delle vittime”. “L’attesa delle elezioni che condiziona ormai le iniziative politiche in Israele, e anche tra i Palestinesi – ha fatto notare il presidente della Cei – rende per ora ancora più difficile l’uscita da questa tristissima situazione, che comunque non potrà avvenire se non sulla base del rispetto dei diritti di ciascuno dei due popoli ad avere una patria e a vivere nella sicurezza, mentre anche ai cristiani va garantita la possibilità di continuare a vivere in Terra Santa e di professarvi la propria fede”.

L’Europa e il ruolo delle religioni. L’Italia ha una “vocazione europea”, che “richiede di operare perché l’Europa unita abbia il suo più sicuro presidio nel riconoscimento del valore unico e irriducibile della persona umana e valorizzi, senza forzate omologazioni, il patrimonio culturale e morale di ciascuno dei suoi popoli”. Secondo Ruini, “in questi ultimi mesi –sembra verificarsi una positiva accelerazione nel cammino dell’Unione Europea, sia riguardo alla definizione dei suoi profili istituzionali sia in rapporto al suo allargamento ai Paesi dell’Europa centrale e orientale. E’ quindi particolarmente importante che l’Italia, e in essa i cattolici italiani, esprimano in termini concreti e dinamici la propria vocazione europea”.

Riguardo al “ruolo delle religioni” per la pace, il presidente della Cei ha definito “precise e lungimiranti” le parole pronunciate dal Papa nel discorso al Parlamento italiano, sottolineando la “peculiare attitudine e responsabilità” che esse hanno nel “convertire” le culture e le civiltà: un compito, questo, che spetta in primo luogo “al cristianesimo, e quindi all’Italia e alle altre nazioni che hanno nella fede cristiana la loro matrice storica”. Nella prolusione, il cardinale ha ricordato anche le “molte vittime, quasi tutte bambini”, del terremoto in Molise, esprimendo “alle famiglie, alla comunità di San Giuliano” e al vescovo locale, mons. Tommaso Valentinetti, “vicinanza nella preghiera e nella solidarietà”.

Politica, economia ed occupazione. In Italia, c’è “il rischio di un declino del ‘sistema Paese'”, che va affrontato con “scelte innovative” e attraverso “una progettualità non episodica e il più possibile condivisa”. Riferendosi alla “situazione complessiva del Paese”, Ruini l’ha definita “non facile”, a causa di “difficoltà, che riguardano certo l’economia ma che sono in larga parte il risultato di tendenze e di comportamenti, sociali, culturali e politici, ormai di lungo periodo”. La legge finanziaria attualmente in discussione alla Camera “è un po’ lo specchio di queste difficoltà”, da cui “prende corpo il rischio di un declino del cosiddetto ‘sistema Paese’, che certo non riguarda soltanto l’Italia ma che proprio per questo va affrontato con la più grande determinazione, mediante una progettualità non episodica e il più possibile condivisa, che faccia perno su scelte realmente innovative”. “Ancor più preoccupante significato”, in questo contesto, assume la crisi della Fiat, “oggetto della più grande attenzione da parte dei vescovi dei luoghi nei quali si trovano gli stabilimenti. La nostra prima sollecitudine va alla salvaguardia dell’occupazione, specialmente in Sicilia e in genere nel Mezzogiorno, dove è più difficile trovare alternative di lavoro. Ma sappiamo bene che risposte davvero efficaci e durature a questo angoscioso problema possono venire soltanto da progetti industriali adeguati e seriamente perseguiti, oltre che dall’impegno convergente del gove rno e delle forze sociali, specialmente per ridurre il più possibile i costi umani nel periodo acuto della crisi”.

Famiglia e scuola. Anche se nella finanziaria approvata alla Camera “sono previsti significativi interventi a favore delle giovani famiglie, in particolare per l’acquisto della prima casa, per il sostegno della natalità e per la creazione di asili nido nei luoghi di lavoro”, manca ancora, per i vescovi italiani, “un disegno organico di riforma del sistema fiscale che faccia perno sulla famiglia e sul suo ruolo nella generazione ed educazione dei figli”, come chiede “da tempo e con fondate ragioni” il Forum delle associazioni familiari. “Da tempo – ha detto Ruini, ricordando quanto affermato dal Papa al Parlamento italiano circa la “crisi delle nascite” – la nostra voce si unisce a quella del Santo Padre per mettere in guardia da questi pericoli e spingere nella giusta direzione”. A ciò vanno aggiunte poi “alcune recenti proposte o iniziative” che vanno “in direzione contraria alla promozione della famiglia e alla tutela della vita umana”, come “il tentativo di introdurre in Italia la pillola abortiva RU486 e la celebrazione, quanto mai ostentata e reclamizzata” di un’unione civile “tra due uomini”, al Consolato francese a Roma. Il presidente della Cei ha poi definito “uno snodo veramente centrale e determinante” quello dello “sviluppo della scuola in un sano clima di libertà”. Sul piano legislativo, Ruini ha definito “importante l’approvazione da parte del Senato del disegno di legge delega sul sistema d’istruzione, ma preoccupa molto la scarsità delle risorse disponibili. Se non è possibile, per i limiti del bilancio, iniziare subito il finanziamento della riforma appare indispensabile quantomeno non ridurre gli stanziamenti ed accogliere le richieste più urgenti e indilazionabili”.

Clemenza e immigrazione. Anche i vescovi i taliani si associano all’appello, rivolto dal Papa al Parlamento italiano, a favore di “un segno di clemenza” verso i detenuti, “mediante una riduzione della pena”. “Considerate anche le condizioni di penoso sovraffollamento di molte carceri”, ha detto Ruini, “ci associamo di cuore a questa richiesta e ci atteniamo all’esempio del Papa anche nel non entrare in più specifiche determinazioni circa le possibili modalità di una tale riduzione”, senza comunque compromettere “la necessaria tutela della sicurezza dei cittadini”. In materia di immigrazione, il cardinale ha ricordato l’invito del Papa, sempre nel discorso al Parlamento italiano, ad una “forte solidarietà verso i disoccupati, numerosi soprattutto fra i giovani, e verso le tante persone e famiglie, italiane o immigrate, che sono afflitte da povertà antiche e nuove”. Sul piano più strettamente politico, Ruini ha espresso la sua soddisfazione per “il numero, grande al di là delle attese, delle domande di regolarizzazione”, che “lascia prevedere l’uscita di moltissime persone da situazioni di clandestinità e il loro ingresso nel mondo del lavoro regolare”. Da qui l’auspicio che “le fasi ulteriori di questo processo, per vari aspetti complicato, siano attuate con sollecitudine e spirito costruttivo da parte della pubblica amministrazione”; da parte ecclesiale, infine, “sarà, come sempre, grande e disinteressata la nostra collaborazione, in vista di una effettiva e serena integrazione degli immigrati”.

Il Social Forum e il “caso” Andreotti. Il Social Forum di Firenze, che si è svolto “senza episodi di violenza”, ha segnato “uno sviluppo assai significativo” rispetto a “esperienze precedenti”, anche se “alla valida e generosa intenzione di costruire un mondo più giusto e solidale si mescolano evidenti unilateralità e utopie in buona misura obsolete”. E’ il giudizio del card. Ruini sul recente incontro europeo, che “ha visto una grandissima partecipazio ne”, soprattutto di giovani. Riguardo agli arresti di alcuni “leader” del movimento “no global”, il presidente della Cei ha affermato: “L’iniziativa della procura di Cosenza, sulla quale da parte nostra sarebbe avventato esprimersi, fa sorgere ora una situazione nuova che richiede da tutti forte senso di responsabilità”. Ciò che è “importante”, per i vescovi, è “in ogni caso favorire la maturazione dei propositi e dei convincimenti sinceri che animano tanti giovani, aiutandoli a respingere ogni tentazione di violenza”, come si è fatto ad esempio in occasione di un incontro, promosso a settembre, sempre a Firenze, “da molti organismi cattolici” sul tema del rapporto tra la pace e lo sviluppo. A proposito della “notizia della pesantissima condanna per omicidio” inflitta dalla Corte di appello di Perugia a Giulio Andreotti, Ruini ha dichiarato: “A lui ritengo giusto e doveroso confermare pubblicamente intatta stima personale, in questa triste circostanza”.