Vita Chiesa

Assunta, card. Betori: con caso Charlie civiltà si sta avvicinando a pericolosa china

Nella solennità dell’Assunzione al cielo di Maria «che mette in luce il mistero» della «sostanziale unità tra le cose di quaggiù e quelle di lassù», il card. Giuseppe Betori, celebrando la Messa in Cattedrale, a Firenze, ha denunciato con forza «quell’umanesimo ateo che ha inquinato la cultura occidentale negli ultimi secoli, vittima del preconcetto che l’affermazione dell’uomo possa essere raggiunta solo al prezzo della cacciata di Dio dalla storia, della morte di Dio».

«Questa cultura dell’assoluta immanenza, che ha accusato tutti i suoi limiti teoretici fino ad annullarsi nel pensiero debole e nell’abbandono dello stesso concetto di verità, – ha spiegato l’Arcivescovo – non smette tuttavia di alimentare con i suoi nefasti influssi i modelli di vita egemoni, i riferimenti comportamentali ritenuti politicamente corretti, perfino gli assetti della vita sociale che affida alle norme non più ciò che è giusto per l’uomo ma la legalizzazione dei suoi desideri.  Lo verifichiamo anzitutto nell’esaltazione dell’individuo che compromette ogni relazione e vede nell’altro, se non un nemico o un rivale, una presenza fastidiosa di fronte alla quale occorre cercare di salvaguardare al massimo la propria autonomia».

«Viviamo – ha proseguito Betori – in un mondo che appare tutto concentrato sull’istante: una vita senza respiro, ridotta a un vortice di esperienze frammentarie, che si esauriscono nell’atto stesso del loro realizzarsi. Sembra che nulla resti del passato e che nulla abbia consistenza per reggere nel futuro. C’è un consumismo che richiede sempre nuovi acquirenti e quindi crea sempre nuovi bisogni. Come le cose, si consumano anche i valori, gli ideali, i comportamenti. La dittatura del relativismo svilisce ogni progetto e impedisce ogni autentico incontro e dialogo».

«Ma dove la rottura tra immanenza e trascendenza manifesta le sue più tragiche conseguenze – ha sottolineato l’Arcivescovo – è a riguardo del valore della vita umana». Per la quale, togliendo «ogni riferimento che vada oltre la sua esistenza temporale» diventa «possibile ogni manipolazione e il suo stesso abbandono, la sua distruzione».

Il pensiero del Cardinale è andato subito alla «triste vicenda della soppressione della vita del piccolo Charlie Gard» che «mostra come la nostra civiltà si stia avviando verso una pericolosa china, nel momento in cui il riconoscimento della dignità inalienabile della vita, e quindi la sua difesa, viene soppiantato dal giudizio circa la qualità della vita, una qualità il cui grado viene stabilito dallo Stato, nelle sue diverse istituzioni. Sono prospettive che sgomentano e che dovrebbero provocare un sussulto di umanità se non si vuole cedere alla cultura dello scarto».