Vita Chiesa

BEATIFICAZIONE GIOVANNI PAOLO II: CARD. RUINI, «PROFONDO E UNANIME IL CONVINCIMENTO DELLA SUA SANTITÀ»

“Chiediamo al Signore, con tutto il cuore, che la causa di beatificazione e canonizzazione che questa sera ha inizio possa giungere molto presto al suo coronamento. Le tante testimonianze che continuamente ci giungono riguardo alla santità di vita del compianto Pontefice e alle grazie impetrate attraverso di lui confermano questa nostra preghiera”. Così il card. Camillo Ruini, vicario generale del Papa per la città di Roma, nella riflessione conclusiva della sessione di apertura dell’inchiesta diocesana sulla vita, le virtù e la fama di Giovanni Paolo II, che si è svolta ieri sera nella basilica di San Giovanni in Laterano, primo atto della causa di beatificazione e canonizzazione di papa Wojtyla. Il card. Ruini ha ricordato che “lo scorso 13 maggio, nel giorno della Vergine di Fatima”, proprio nella basilica lateranense Benedetto XVI, “al termine del suo primo discorso al clero romano, annunciava di avere concesso la dispensa dal tempo di cinque anni di attesa dopo la morte di Giovanni Paolo II” e che “pertanto la causa di beatificazione e canonizzazione del Servo di Dio poteva avere inizio subito”. Esprimendo a Benedetto XVI la “gratitudine della diocesi di Roma, di quella di Cracovia e del mondo intero per questa decisione”, il cardinale vicario ha sottolineato quanto sia “profondo e unanime il convincimento della santità” di papa Wojtyla e ne ha tracciato un commosso ritratto. Amore e sollecitudine per l’umanità, impegno instancabile per la pace e “per assicurare agli ultimi della terra una speranza di vita e di sviluppo, per difendere la dignità intangibile di ogni esistenza umana, dal concepimento al termine naturale, per tutelare e promuovere la famiglia e l’autentico amore umano”: questi alcuni dei tratti della figura di Giovanni Paolo II messi in luce dal cardinale vicario per la diocesi di Roma, Camillo Ruini, a conclusione della sessione di apertura dell’inchiesta diocesana sulla vita, le virtù e la fama di papa Wojtyla.

Ripercorrendo la vita del pontefice polacco, nato nel 1920 a Wadowice, ordinato sacerdote nel 1946, nominato vescovo ausiliare di Cracovia nel 1958 e sei anni dopo arcivescovo e, infine, eletto al soglio pontificio il 16 ottobre 1978, il card. Ruini ne ha richiamato “l’impegno per l’unità dei cristiani” e “la tenacia” con cui ha difeso “l’integrità della dottrina cattolica”. Non solo profondità e intensità di preghiera alla base della sua azione apostolica, ma anche, ha precisato Ruini utilizzando un’espressione dello stesso Wojtyla, “il ‘rapporto del sangue'”. Sangue versato da Giovanni Paolo II a causa dell’attentato del 13 maggio 1981, ma sangue inteso anche come “vita intera offerta durante i lunghi anni della sua malattia”.

Per il cardinale vicario “la sua sofferenza e la sua morte, la sua benedizione ormai senza voce dalla finestra, al termine della S. Messa di Pasqua, sono state per l’umanità intera una testimonianza straordinariamente efficace di Gesù Cristo morto e risorto, del significato cristiano della sofferenza e della morte e della forza di salvezza che in esse può trovare dimora”. Sir

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