Vita Chiesa

BELGIO: AUDIZIONE CARD. DANNEELS A COMMISSIONE ABUSI

Audizione ieri del card. Godfried Danneels, ex primate della Chiesa cattolica belga, davanti alla Commissione speciale per gli abusi sessuali commessi all’interno della Chiesa. Ad ascoltare il cardinale c’erano anche giornalisti e parlamentari. Oggi è prevista l’audizione presso la stessa Commissione dell’attuale arcivescovo di Malines-Bruxelles, mons. André Léonard. Il card. Danneels ha esordito ricordando lo “choc” causato dalle rivelazioni e dalla sofferenza delle vittime e non ha esitato a definirsi come “un padre che si scusa quando nella sua famiglia si è commesso un atto inammissibile”. In un resoconto redatto oggi dalla Conferenza episcopale belga, si ricorda che in seguito al “caso Dutroux, in cui tutto il Belgio ha scoperto con orrore e indignazione la morte di due ragazze innocenti”, la Chiesa già nel 1997 ha avviato una serie di iniziative ecclesiali per consentire alle vittime di rivolgersi ad una struttura in grado di gestire il problema. In seguito, munendosi del parere di esperti, è nata una Commissione – detta Adriaenssens dal nome del suo presidente – che si è poi dimessa nel luglio di quest’anno. L’arcivescovo Danneels ieri ha sottolineato che “indipendentemente da questa commissione, lui non ha mai rifiutato di incontrarsi con le vittime” e che di fronte al loro “immenso dolore”, “non vi è stato certamente alcun desiderio di mettere a tacere consapevolmente gli abusi sessuali o di negarli”. “La Chiesa – ha detto l’ex arcivescovo – ha tutto l’interesse che il male venga fuori, sia sanzionato e ammesso. La responsabilità individuale degli autori dei reati deve essere rigorosamente assunta. Coloro che hanno abusato devono prendersi le proprie responsabilità, subire la sanzione civile e canonica, contribuire a riparare i danni e pagare le indennità definite dai tribunali. Ciò che la Chiesa dovrebbe fare su questo ultimo punto è ancora in discussione, ma la Chiesa ha il dovere di cooperare alla riparazione, ascoltando le vittime e accompagnandole. Nessuna impunità dunque. Giustizia deve essere fatta”. Il cardinale è stato sottoposto ad un fiume di domande ed ha ammesso che “per anni, la Chiesa ha pensato inizialmente più a se stessa e ai suoi sacerdoti piuttosto che alle vittime”. Ed ha aggiunto: “alcuni sacerdoti vivevano in maniera troppo isolata, senza controllo sociale, senza aiuto, senza prossimità”. “Sono stati posti su un piedistallo” per cui è stato possibile che “gli autori di abusi potessero invocare uno status di intoccabili e imporre il silenzio”. “Oggi – ha detto il cardinale -, la tendenza è totalmente diversa” perché la Chiesa è diventata “più umile” e “la perdita di considerazione e influenza può diventare un’occasione per la Chiesa chiamata a vivere in umiltà e spirito di servizio”.Sir