Vita Chiesa

BENEDETTO XVI A VITERBO: MESSA, «CORAGGIO, NON TEMETE!»

“Quando il Signore viene, agli smarriti di cuore di ogni epoca dice con autorità: ‘Coraggio, non temete’!”. Lo ha detto ieri mattina Benedetto XVI, in visita pastorale alla diocesi di Viterbo, durante la messa celebrata nella spianata di Valle Faul. Prima della messa il Papa aveva benedetto le nuove porte del duomo e visitato con il vescovo mons. Lorenzo Chiarinelli la sala del Conclave nel Palazzo dei Papi. Facendo riferimento nell’omelia alla guarigione di un sordomuto da parte di Gesù, il Santo Padre ha osservato che “possiamo vedere in questo ‘segno’ l’ardente desiderio di Gesù di vincere nell’uomo la solitudine e l’incomunicabilità create dall’egoismo, per dare volto ad una ‘nuova umanità’, l’umanità dell’ascolto e della parola, del dialogo, della comunicazione, della comunione con Dio”. Una umanità “buona”, come buona è “tutta la creazione di Dio; una umanità senza discriminazioni, senza esclusioni” così che il mondo sia veramente e per tutti “campo di genuina fraternità”. Benedetto XVI ha, quindi, evidenziato tre priorità per la comunità ecclesiale viterbese: l’educazione alla fede, la testimonianza della fede, l’attenzione ai segni di Dio. Il Papa ha ricordato il ruolo formativo dell’Università della Tuscia e dell’Istituto Filosofico-Teologico “San Pietro” e modelli sempre attuali, autentici pionieri dell’educazione alla fede a cui ispirarsi. Benedetto XVI ha menzionato, tra gli altri, santa Rosa Venerini e santa Lucia Filippini: “Da queste sorgenti spirituali si potrà felicemente attingere ancora per affrontare, con lucidità e coerenza, l’attuale, ineludibile e prioritaria, ’emergenza educativa’, grande sfida per ogni comunità cristiana e per l’intera società”. Con l’educazione, la testimonianza della fede. Perciò, “va sempre più incrementata la presenza del volontariato”, anche sulla scia dell’esempio, tra gli altri, della giovane santa Rosa, co-patrona della diocesi, santa Giacinta Marescotti, san Crispino. Tra i segni di Dio, “il più immediato” è “l’attenzione al prossimo”. Ai fedeli laici, ai giovani e alle famiglie l’invito a “vivere e testimoniare la fede nei vari ambiti della società, nelle molteplici situazioni dell’esistenza umana”. Di qui il ricordo “del giovane Mario Fani di Viterbo, iniziatore del ‘Circolo Santa Rosa’, che accese, insieme a Giovanni Acquaderni, di Bologna, quella prima luce che sarebbe poi diventata l’esperienza storica del laicato in Italia: l’Azione Cattolica”. “Si succedono le stagioni della storia, cambiano i contesti sociali – ha concluso il Papa -, ma non muta e non passa di moda la vocazione dei cristiani a vivere il Vangelo in solidarietà con la famiglia umana, al passo con i tempi. Ecco l’impegno sociale, ecco il servizio proprio dell’azione politica, ecco lo sviluppo umano integrale”.Sir