Vita Chiesa
BENEDETTO XVI AI GIURISTI CATTOLICI: OSTILITA’ AI SIMBOLI RELIGIOSI NON E’ SANA LAICITA’ MA LAICISMO
La Chiesa sostiene una sana laicità nel rapporto tra Stato e Chiesa: ma oggi esiste un laicismo che vuole escludere Dio da ogni ambito della vita e negare alla religione ogni forma di rilevanza politica e culturale. Lo ha detto oggi il Papa ricevendo in Vaticano i partecipanti al Convegno nazionale dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani, in corso a Roma. La Chiesa ha affermato Benedetto XVI non compie alcuna indebita ingerenza quando proclama con fermezza i grandi valori che danno senso alla vita della persona e ne salvaguardano la dignità.
Il Papa, sottolineando che oggi ci sono molteplici e a volte opposte e contraddittorie maniere di intendere e di vivere la laicità, ne ha ripercorso l’evoluzione storica. Nata come indicazione della condizione del semplice fedele cristiano, non appartenente né al clero né allo stato religioso, durante il Medioevo ha rivestito il significato di opposizione tra i poteri civili e le gerarchie ecclesiastiche mentre nei tempi moderni ha assunto quello di esclusione della religione e dei suoi simboli dalla vita pubblica mediante il loro confinamento nell’ambito del privato e della coscienza individuale. È avvenuto così – ha aggiunto – che al termine di laicità sia stata attribuita un’accezione ideologica opposta a quella che aveva all’origine esprimendosi oggi nella totale separazione tra lo Stato e la Chiesa: questa, secondo un certo pensiero laico e una certa morale laica, non avrebbe così titolo alcuno ad intervenire su tematiche relative alla vita e al comportamento dei cittadini.
In effetti, – ha proseguito il Papa – alla base di tale concezione c’è una visione a-religiosa della vita, del pensiero e della morale: una visione, cioè, in cui non c’è posto per Dio, per un Mistero che trascenda la pura ragione, per una legge morale di valore assoluto, vigente in ogni tempo e in ogni situazione. Soltanto se ci si rende conto di ciò, sì può misurare il peso dei problemi sottesi a un termine come laicità, che sembra essere diventato quasi l’emblema qualificante della post-modernità, in particolare della moderna democrazia.
È compito di tutti i credenti ha detto ancpra il Papa – contribuire ad elaborare un concetto di sana laicità che, da una parte, riconosca a Dio, alla sua legge morale e alla Chiesa, il posto che ad essi spetta nella vita umana, individuale e sociale, e, dall’altra, affermi e rispetti la legittima autonomia delle realtà terrene. Si tratta – precisa il Pontefice – di un’autonomia dalla sfera ecclesiastica e non certo dall’ordine morale:
Non può essere pertanto la Chiesa a indicare quale ordinamento politico e sociale sia da preferirsi, ma è il popolo che deve decidere liberamente i modi migliori e più adatti di organizzare la vita politica. Ogni intervento diretto della Chiesa in tale campo sarebbe un’indebita ingerenza. D’altra parte, la «sana laicità» comporta che lo Stato non consideri la religione come un semplice sentimento individuale, che si potrebbe confinare al solo ambito privato. Al contrario, la religione, essendo anche organizzata in strutture visibili, come avviene per la Chiesa, va riconosciuta come presenza comunitaria pubblica.
Il testo integrale del Discorso ai giuristi cattolici (9 dicembre 2006)