Vita Chiesa

BENEDETTO XVI: AI VESCOVI ITALIANI, «I GIOVANI DEVONO SENTIRSI AMATI DALLA CHIESA»

“I giovani hanno bisogno di essere aiutati a crescere e a maturare nella fede: è questo il primo servizio che essi devono ricevere dalla Chiesa, e specialmente da noi Vescovi e dai nostri sacerdoti”. Benedetto XVI ha voluto chiudere l’udienza ai vescovi italiani ricordando i giovani. “Essi sono, come ha ripetutamente affermato Giovanni Paolo II, la speranza della Chiesa, ma sono anche, nel mondo di oggi, particolarmente esposti al pericolo di essere ‘sballottati dalle onde e portati qua e là da qualsiasi vento di dottrina’. Hanno dunque bisogno di essere aiutati a crescere e a maturare nella fede. Sappiamo bene che molti di loro non sono in grado di comprendere e di accogliere subito tutto l’insegnamento della Chiesa ma proprio per questo è importante risvegliare in loro l’intenzione di credere con la Chiesa, la fiducia che questa Chiesa, animata e guidata dallo Spirito, è il vero soggetto della fede, inserendoci nel quale entriamo e partecipiamo nella comunione della fede”. Ma perché questo possa avvenire, ha sottolineato il Papa “i giovani devono sentirsi amati dalla Chiesa, amati in concreto da noi Vescovi e sacerdoti. Potranno sperimentare così nella Chiesa, l’amicizia e l’amore che ha per loro il Signore, comprenderanno che in Cristo la verità coincide con l’amore e impareranno a loro, volta ad amare il Signore e ad avere fiducia nel suo corpo che è la Chiesa. Questo è oggi, cari fratelli Vescovi italiani, il punto centrale della grande sfida della trasmissione della fede alle giovani generazioni”. Infine una speranza con il sapore di un impegno per i vescovi: “a Colonia per la Giornata Mondiale della Gioventù confido di incontrarmi di nuovo con molti di voi, accompagnati da un grande numero di giovani italiani”. Dall’impegno missionario delle parrocchie a quello nel campo della cultura “terreno decisivo, per il futuro della fede e per l’orientamento complessivo della vita di una nazione”. “Vi chiedo – ha detto il Papa rivolto ai vescovi – di proseguire nel lavoro che avete intrapreso perché la voce dei cattolici sia costantemente presente nel dibattito culturale italiano. Oggi la cultura e i modelli di comportamento sono inoltre sempre più condizionati e caratterizzati dalle rappresentazioni che ne propongono i media: è benemerito pertanto lo sforzo della vostra Conferenza per avere anche a questo livello un’adeguata capacità di espressione, in modo da poter offrire a tutti un’interpretazione cristiana degli avvenimenti e dei problemi”.

Altra questione “nevralgica” è quella della famiglia. “In Italia – ha affermato il Pontefice – ancor più che in altri Paesi, la famiglia rappresenta davvero la cellula fondamentale della società, è profondamente radicata nel cuore delle giovani generazioni e si fa carico di molteplici problemi, offrendo sostegno e rimedio a situazioni altrimenti disperate”. E tuttavia anche in Italia la famiglia “è esposta a molti rischi e minacce. Alla fragilità e instabilità interna di molte unioni coniugali si assomma infatti la tendenza a contestare il carattere unico e la missione propria della famiglia fondata sul matrimonio. Proprio l’Italia poi è una della nazioni in cui la scarsità delle nascite è più grave e persistente, con conseguenze già pesanti sull’intero corpo sociale”.

A riguardo Benedetto XVI ha ricordato come i vescovi italiani siano “impegnati a illuminare e motivare le scelte dei cattolici e di tutti i cittadini circa i referendum ormai imminenti in merito alla legge sulla procreazione assistita: proprio nella sua chiarezza e concretezza questo vostro impegno è segno della sollecitudine dei Pastori per ogni essere umano, che non può mai venire ridotto a un mezzo, ma è sempre un fine”.Sir

Il testo integrale del Discorso di Benedetto XVI ai vescovi italiani (30 maggio 2005)