Vita Chiesa

BENEDETTO XVI AI VESCOVI SLOVACCHI: IN EUROPA INSISTENTE PRESSIONE IDEOLOGICA CONTRO CRISTIANESIMO

“La Slovacchia e la Polonia, che nell’Est dell’Europa sono i due Paesi portatori della più ricca eredità di tradizione cattolica, sono attualmente esposte al rischio di vedere tale patrimonio, che il regime comunista non è riuscito a distruggere, pesantemente intaccato dai fermenti caratteristici delle società occidentali: il consumismo, l’edonismo, il laicismo, il relativismo”: lo ha detto questa mattina il Papa in Vaticano, rivolto ai vescovi della Conferenza episcopale della Repubblica Slovacca, in occasione della “visita ad Limina Apostolorum”. Dopo aver ricordato che il popolo slovacco “nel secolo scorso, ha dovuto patire pesanti sofferenze e persecuzioni da parte del regime totalitario comunista”, ha richiamato le tre visite pastorali di Giovanni Paolo II, in particolare l’ultima del 2003 che ebbe come motto “Fedeli a Cristo, fedeli alla Chiesa”. “Questo motto continua ad essere un autentico programma apostolico e missionario – ha aggiunto – non solo per la Chiesa in Slovacchia, ma per tutto il Popolo di Dio, sottoposto com’è, specialmente in Europa, ad una insistente pressione ideologica che vorrebbe il cristianesimo ridotto alla mera dimensione privata”. Benedetto XVI ha poi sottolineato l’impegno “nell’elaborazione del Piano per la pastorale e l’evangelizzazione della Chiesa cattolica in Slovacchia per gli anni 2007-2013”, che accompagnerà il cammino religioso del Paese “in vista del 2013, anno in cui commemorerete il 1150° anniversario dell’inizio della missione dei Santi Cirillo e Metodio nelle vostre Terre”. Tra i contenuti più significativi, ha citato la pastorale giovanile e la presenza di numerose scuole cattoliche, la pastorale familiare e il “fattore destabilizzante” dell’“attacco sistematico al matrimonio e alla famiglia condotto nell’ambito di una certa cultura e dei mass-media”. Quanto alle vocazioni, ha ricordato che “la Slovacchia è una nazione che, dopo il 1990, ha conosciuto una rigogliosa fioritura di vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata. All’unico Seminario rimasto aperto durante la dittatura, – ha detto – se ne sono aggiunti altri cinque in questi anni, e oggi quasi tutte le parrocchie sono provviste del loro pastore”, notando poi che “tuttavia, come era prevedibile, tale primavera non poteva durare a lungo e quindi ogni comunità cristiana è oggi stimolata a dare priorità ad un’attenta pastorale vocazionale”.

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