Vita Chiesa

BENEDETTO XVI: ALLA CASA «DONO DI MARIA», COMUNICARE IL SORRISO DI DIO

“Quando nacque questa casa, la beata Madre Teresa volle chiamarla ‘Dono di Maria’, quasi auspicando che qui si possa sperimentare sempre l’amore della Santa Vergine. Per chiunque venga a bussare alla porta, è infatti un dono di Maria sentirsi accolto dalle braccia amorevoli delle suore e dei volontari”. Lo ha detto Benedetto XVI, all’inizio dell’incontro alla Casa “Dono di Maria”, in Vaticano, fondata vent’anni fa dalla beata Madre Teresa di Calcutta e oggi affidata alle Missionarie della Carità. “È ancora un dono di Maria – ha proseguito il Papa, accolto con danze indiane – la presenza di chi si ferma ad ascoltare le persone in difficoltà e a servirle con quella stessa attitudine che sospinse prontamente la Madre del Signore verso Santa Elisabetta”. Di qui l’auspicio: “Che questo stile di amore evangelico suggelli e contraddistingua sempre la vostra vocazione perché, oltre all’aiuto materiale, possiate comunicare a quanti quotidianamente incontrate quella stessa passione per Cristo e quel luminoso ‘sorriso di Dio’ che hanno animato l’esistenza di Madre Teresa”. Il Santo Padre, che portava al collo una collana di fiori rossi, ha, quindi, ricordato quanto amava dire la beata di Calcutta: “È Natale ogni volta che noi permettiamo a Gesù di amare gli altri attraverso di noi”. “Il tempo natalizio, ripresentando alla nostra contemplazione la nascita di Gesù a Betlemme, ci mostra – ha continuato Benedetto XVI -l’infinita bontà di Dio che, facendosi Bambino, ha voluto venire incontro alla povertà e alla solitudine degli uomini; ha accettato di abitare tra noi condividendo le nostre quotidiane difficoltà; non ha esitato a portare insieme a noi il peso dell’esistenza, con le sue fatiche e le sue preoccupazioni”. Insomma, “è nato per noi, per restare con noi ed offrire a chiunque gli apre la porta del proprio cuore il dono della sua gioia, della sua pace, del suo amore”. In realtà, ha osservato il Papa, “nascendo in una grotta, perché non c’era posto per Lui altrove, Gesù ha conosciuto i disagi che molti tra voi sperimentano. Il Natale ci aiuta a comprendere che Iddio non ci abbandona mai e sempre ci viene incontro, ci protegge e si preoccupa di ciascuno di noi, perché ogni persona, soprattutto la più piccola e indifesa, è preziosa ai suoi occhi di Padre ricco di tenerezza e misericordia”. “Per noi e per la nostra salvezza – ha concluso il Santo Padre – Egli ha inviato nel mondo il suo Figlio, che nel mistero del Natale contempliamo come l’Emanuele, Dio-con-noi”.“Una catena di carità cristiana” è quella che anima “ogni opera di volontariato” senza la quale “non potrebbe esistere e continuare a servire tante forme di disagio e di bisogno”, ha detto ancora il Papa.  Da quando Giovanni Paolo II inaugurò la casa, il 21 maggio 1988, “quanti gesti di condivisione, di carità concreta – ha osservato – sono stati compiuti in questi anni tra queste mura! Essi sono un segno e un esempio per le comunità cristiane, perché si impegnino ad essere sempre comunità accoglienti ed aperte”. “Il bel nome di questa casa, ‘Dono di Maria’ – ha proseguito il Santo Padre -, ci invita, all’inizio del nuovo anno, a fare instancabilmente dono della nostra vita”. E poi un invito: “Come i santi Magi venuti da lontano per adorare il Re-Messia, andate anche voi, cari fratelli e sorelle, per le strade del mondo, seguendo l’esempio di Madre Teresa”.Sir