Vita Chiesa

BENEDETTO XVI, ANGELUS, APPELLO PER MARINAI NELLE MANI DEI PIRATI

“Vi ringrazio di essere venuti per l’appuntamento dell’Angelus qui a Castel Gandolfo, dove sono giunto da pochi giorni. Colgo volentieri l’occasione per rivolgere il mio saluto cordiale anche a tutti gli abitanti di questa cara cittadina, con l’augurio di una buona stagione estiva. Saluto in particolare il nostro vescovo di Albano”. Ha esordito così, ieri mattina, Benedetto XVI, prima di guidare la recita dell’Angelus balcone del Cortile interno del Palazzo apostolico di Castel Gandolfo, dove è giunto giovedì 7 luglio, per un periodo di riposo. Il Papa, in occasione della “Domenica del Mare”, ha lanciato anche un appello in favore degli ostaggi dei pirati.Nel Vangelo dell’odierna Domenica, ha ricordato il Pontefice, “Gesù si rivolge alla folla con la celebre parabola del seminatore. È una pagina in qualche modo ‘autobiografica’, perché riflette l’esperienza stessa di Gesù, della sua predicazione: Egli si identifica con il seminatore, che sparge il buon seme della Parola di Dio, e si accorge dei diversi effetti che ottiene, a seconda del tipo di accoglienza riservata all’annuncio”. “C’è – ha proseguito il Santo Padre – chi ascolta superficialmente la Parola ma non l’accoglie; c’è chi l’accoglie sul momento ma non ha costanza e perde tutto; c’è chi viene sopraffatto dalle preoccupazioni e seduzioni del mondo; e c’è chi ascolta in modo recettivo come il terreno buono: qui la Parola porta frutto in abbondanza”.Ma questo Vangelo insiste anche sul “metodo” della predicazione di Gesù, cioè, appunto, sull’uso delle parabole. “Perché a loro parli con parabole?”, domandano i discepoli. “Gesù – ha chiarito Benedetto XVI – risponde ponendo una distinzione tra loro e la folla: ai discepoli, cioè a coloro che si sono già decisi per Lui, Egli può parlare del Regno di Dio apertamente, invece agli altri deve annunciarlo in parabole, per stimolare appunto la decisione, la conversione del cuore; le parabole, infatti, per loro natura richiedono uno sforzo di interpretazione, interpellano l’intelligenza ma anche la libertà”. “Gesù – ha evidenziato il Papa, riprendendo le parole di San Giovanni Crisostomo – ha pronunciato queste parole con l’intento di attirare a sé i suoi ascoltatori e di sollecitarli assicurando che, se si rivolgeranno a Lui, Egli li guarirà”. In fondo, ha aggiunto il Pontefice, “la vera ‘Parabola’ di Dio è Gesù stesso, la sua Persona che, nel segno dell’umanità, nasconde e al tempo stesso rivela la divinità. In questo modo Dio non ci costringe a credere in Lui, ma ci attira a Sé con la verità e la bontà del suo Figlio incarnato: l’amore, infatti, rispetta sempre la libertà”.Il Santo Padre ha anche ricordato che “domani celebreremo la festa di San Benedetto, abate e patrono d’Europa. Alla luce di questo Vangelo, guardiamo a lui come maestro dell’ascolto della Parola di Dio, un ascolto profondo e perseverante. Dobbiamo sempre imparare dal grande patriarca del monachesimo occidentale a dare a Dio il posto che Gli spetta, il primo posto, offrendo a Lui, con la preghiera del mattino e della sera, le attività quotidiane”. “La Vergine Maria – è stato l’auspicio – ci aiuti ad essere, sul suo modello, ‘terra buona’ dove il seme della Parola possa portare molto frutto”.Dopo l’Angelus, Benedetto XVI ha rammentato che “oggi ricorre la cosiddetta ‘Domenica del Mare’, cioè la Giornata per l’apostolato nell’ambiente marittimo” e ha rivolto “un particolare pensiero ai cappellani e ai volontari che si prodigano per la cura pastorale dei marittimi, dei pescatori e delle loro famiglie”. Poi una preghiera e un appello: “Assicuro la mia preghiera anche per i marittimi che purtroppo si trovano sequestrati per atti di pirateria. Auspico che vengano trattati con rispetto e umanità, e prego per i loro familiari, affinché siano forti nella fede e non perdano la speranza di riunirsi presto ai loro cari”. Rivolgendosi ai pellegrini di lingua francese il Papa ha invitato, in questo tempo di vacanze, “a ritemprare le energie ammirando lo splendore della creazione”. Ha esortato i genitori a insegnare ai figli “ad osservare la natura, a rispettarla e proteggerla come un magnifico dono che ci fa intuire la grandezza del Creatore!”. “Parlando in parabole – ha proseguito – Gesù ha utilizzato il linguaggio della natura per spiegare ai suoi discepoli i misteri del Regno. Le immagini che usa ci diventino familiari! Ricordiamo che la realtà divina è nascosta nella nostra vita quotidiana come il seme posto nel terreno. Sta a noi farlo fruttificare!”. In inglese, ha esortato a impiegare le vacanze “per avvicinarsi al Signore attraverso la preghiera regolare, la partecipazione all’eucaristia e con generosi atti di carità”. “Il tempo delle vacanze, nel quale in queste settimane tanti cercano il riposo – ha detto in tedesco – è anche un invito a prendere maggiore coscienza della creazione di Dio”. Infatti, “la redenzione che ci è donata in Gesù Cristo significa responsabilità nei riguardi dei nostri fratelli e di tutto quello che Dio ha creato. Egli vuole che noi ci liberiamo dall’avidità distruttrice e da falsi legami, che viviamo come uomini nuovi, come suoi figli e figlie, e che in questo modo portiamo al mondo la sua pace”. Nei saluti ai pellegrini polacchi, ha sostenuto che “Cristo, il seminatore della Parola sul Regno di Dio del Vangelo odierno, ci incoraggia ad essere la terra fertile per il seme, la parola che viene seminata. Possa essa produrre molto frutto! Non la offuschino le cose di questo mondo, né il desiderio della ricchezza. Auspico che il riposo estivo sia anche occasione opportuna per la lettura della Sacra Scrittura”. Infine, in italiano, ha ringraziato i fedeli per la calorosa accoglienza, con applausi e cori: “A tutti auguro una buona domenica e una buona settimana! Grazie per il vostro entusiasmo! Buona domenica! Grazie!”.Sir