Vita Chiesa

BENEDETTO XVI, ANGELUS: FERIE TEMPO FAVOREVOLE PER DARE IL PRIMATO ALLA PAROLA DI DIO

“Siamo ormai nel cuore dell’estate, almeno nell’emisfero boreale. E’ questo il tempo in cui sono chiuse le scuole e si concentra la maggior parte delle ferie. Anche le attività pastorali delle parrocchie sono ridotte, e io stesso ho sospeso per un periodo le udienze. È dunque un momento favorevole per dare il primo posto a ciò che effettivamente è più importante nella vita, vale a dire l’ascolto della Parola del Signore”. Lo ha detto, ieri mattina, Benedetto XVI, a Castel Gandolfo prima di recitare l’Angelus insieme con i fedeli e i pellegrini presenti. Il primato dell’ascolto della Parola di Dio è stato ricordato anche dal Vangelo di ieri, con “il celebre episodio della visita di Gesù a casa di Marta e Maria, narrato da san Luca”. Marta e Maria sono due sorelle. Gesù passa per il loro villaggio e Marta lo ospitò. Questo particolare, secondo il Papa, “lascia intendere che, delle due, Marta è la più anziana, quella che governa la casa. Infatti, dopo che Gesù si è accomodato, Maria si mette a sedere ai suoi piedi e lo ascolta, mentre Marta è tutta presa dai molti servizi, dovuti certamente all’ospite eccezionale. Ci sembra di vedere la scena: una sorella che si muove indaffarata, e l’altra come rapita dalla presenza del Maestro e dalle sue parole”. Dopo un po’ Marta, evidentemente risentita, non resiste più e protesta, sentendosi anche in diritto di criticare Gesù. “Marta vorrebbe addirittura insegnare al Maestro!”, ma, ha proseguito il Pontefice, Gesù le risponde che “Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta’”. La parola di Cristo, ha evidenziato Benedetto XVI, “è chiarissima: nessun disprezzo per la vita attiva, né tanto meno per la generosa ospitalità; ma un richiamo netto al fatto che l’unica cosa veramente necessaria è un’altra: ascoltare la Parola del Signore; e il Signore in quel momento è lì, presente nella Persona di Gesù! Tutto il resto passerà e ci sarà tolto, ma la Parola di Dio è eterna e dà senso al nostro agire quotidiano”. Per il Papa, “questa pagina di Vangelo è quanto mai intonata al tempo delle ferie, perché richiama il fatto che la persona umana deve sì lavorare, impegnarsi nelle occupazioni domestiche e professionali, ma ha bisogno prima di tutto di Dio, che è luce interiore di Amore e di Verità. Senza amore, anche le attività più importanti perdono di valore, e non danno gioia. Senza un significato profondo, tutto il nostro fare si riduce ad attivismo sterile e disordinato. E chi ci dà l’Amore e la Verità, se non Gesù Cristo?”. “Impariamo dunque, fratelli, ad aiutarci gli uni gli altri, a collaborare, ma prima ancora a scegliere insieme la parte migliore, che è e sarà sempre il nostro bene più grande”, ha concluso il Santo Padre.“La liturgia di oggi ci insegna che la nostra amicizia con Cristo domanda un ascolto attento della Parola, che porta alla contemplazione del suo mistero e al servizio al prossimo”. Nei saluti in varie lingue ai pellegrini presenti a Castel Gandolfo per l’Angelus, Benedetto XVI ha ricordato, in francese, inglese, spagnolo, l’importanza del primato della Parola di Dio, alla cui lettura possiamo dedicare più tempo durante le vacanze. Rivolgendosi ai fedeli di lingua tedesca il Papa ha sottolineato che “chi ospita Dio e lo farà entrare nella sua vita, riceverà ricchi doni”. “Il Signore vuole venire da noi ed offrirci la sua Parola viva, la sua presenza e la sua amicizia”. “Non chiudiamoci – è stato l’invito – all’offerta dell’amore di Dio, ma lasciamo che lui ci trasformi per poter collaborare al suo Regno della pace e della giustizia”. Nei saluti in polacco, il Santo Padre ha ricordato i partecipanti al Festival “Carosello della cultura” a Świnoujście. “Che la preghiera, gli incontri, i dibattiti sul tema ‘cosa è reale, cosa è virtuale?’ vi aiutino a scoprire Cristo che è la Via, la Verità e la Vita. Come Maria e Marta nel Vangelo di oggi apriamo a Gesù le nostre case, i nostri cuori, ascoltiamo le sue parole”. In italiano un saluto, tra gli altri, agli Scout Agesci di Belcastro e ai giovani ugandesi dell’Opera Famiglia di Nazareth.Sir