Vita Chiesa

BENEDETTO XVI, ANGELUS: INTRANSIGENTI CON IL PECCATO, INDULGENTI CON LE PERSONE

“Condannare il peccato, ma salvare il peccatore”: questo è l’atteggiamento suggerito ieri mattina da Benedetto XVI, prima di guidare la recita dell’Angelus da piazza San Pietro, nella V Domenica di Quaresima, nella quale la liturgia ha proposto l’episodio evangelico di Gesù che salva una donna adultera dalla condanna a morte. “Mentre sta insegnando nel Tempio – ha ricordato il Papa -, gli scribi e i farisei conducono a Gesù una donna sorpresa in adulterio, per la quale la legge mosaica prevedeva la lapidazione. Quegli uomini chiedono a Gesù di giudicare la peccatrice con lo scopo di ‘metterlo alla prova’ e di spingerlo a fare un passo falso”. La scena, perciò, “è carica di drammaticità: dalle parole di Gesù dipende la vita di quella persona, ma anche la sua stessa vita. Gli accusatori ipocriti, infatti, fingono di affidargli il giudizio, mentre in realtà è proprio Lui che vogliono accusare e giudicare”. Gesù, però, “sa che cosa c’è nel cuore di ogni uomo, vuole condannare il peccato, ma salvare il peccatore, e smascherare l’ipocrisia”. L’evangelista san Giovanni, rileva il Pontefice, “dà risalto ad un particolare: mentre gli accusatori lo interrogano con insistenza, Gesù si china e si mette a scrivere col dito per terra. Osserva sant’Agostino che quel gesto mostra Cristo come il legislatore divino: infatti, Dio scrisse la legge col suo dito sulle tavole di pietra”. Gesù dunque, ha evidenziato il Santo Padre, è “il Legislatore, è la Giustizia in persona. E qual è la sua sentenza? ‘Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei’. Queste parole sono piene della forza disarmante della verità, che abbatte il muro dell’ipocrisia e apre le coscienze ad una giustizia più grande, quella dell’amore, in cui consiste il pieno compimento di ogni precetto”. Quando gli accusatori se ne vanno, “Gesù, assolvendo la donna dal suo peccato, la introduce in una nuova vita, orientata al bene”. “Dio – chiarisce Benedetto XVI – desidera per noi soltanto il bene e la vita; Egli provvede alla salute della nostra anima per mezzo dei suoi ministri, liberandoci dal male col sacramento della riconciliazione, affinché nessuno vada perduto, ma tutti abbiano modo di convertirsi”. “In questo Anno sacerdotale – ha proseguito il Papa – desidero esortare i Pastori ad imitare il santo Curato d’Ars nel ministero del perdono sacramentale, affinché i fedeli ne riscoprano il significato e la bellezza, e siano risanati dall’amore misericordioso di Dio”. Di qui l’invito: “Impariamo dal Signore Gesù a non giudicare e a non condannare il prossimo. Impariamo ad essere intransigenti con il peccato – a partire dal nostro! – e indulgenti con le persone. Ci aiuti in questo la santa Madre di Dio”, “mediatrice di grazia per ogni peccatore pentito”.“Domenica prossima, Domenica delle Palme, ricorre il 25° anniversario dell’inizio delle Giornate mondiali della gioventù, volute dal Venerabile e amato Giovanni Paolo II”. Lo ha ricordato Benedetto XVI, dopo la recita dell’Angelus a piazza San Pietro. “Per questo – ha proseguito il Papa -, giovedì prossimo, a partire dalle ore 19, aspetto numerosi qui in Piazza San Pietro i giovani di Roma e del Lazio, per uno speciale incontro di festa”. Nei saluti ai pellegrini provenienti da tutto il mondo, ai polacchi il Pontefice, rifacendosi al brano evangelico della domenica, ha osservato: “Così si esprime la misericordia di Dio: non condanna, ma chiama a riprendere di nuovo il cammino di conversione. Grati a Dio per la sua bontà, procediamo con perseveranza su questa strada”. Rivolgendosi ai pellegrini di lingua francese il Papa ha voluto salutare i religiosi e le religiose presenti con queste parole: “La Chiesa ha bisogno di voi per mostrare agli uomini e alle donne del nostro tempo il cammino della vera felicità. Custodite viva in voi e nelle vostre comunità l’ardore evangelico che ha animato i vostri fondatori e le vostre fondatrici. Che il vostro dinamismo missionario susciti attorno a voi la gioia della fede e faccia sbocciare vocazione tra i giovani”.Sir