Vita Chiesa

BENEDETTO XVI, ANGELUS: LA NOSTRA SPERANZA NON SI BASA SU IMPROBABILI OROSCOPI O PREVISIONI ECONOMICHE

Benedetto XVI all’Angelus si è soffermato sul senso della storia. La nostra speranza è riposta in Dio. E questa speranza – ha detto il Papa – non fa conto “su improbabili pronostici e nemmeno sulle previsioni economiche, pur importanti”, perché “La nostra speranza è in Dio, non nel senso di una generica religiosità, o di un fatalismo ammantato di fede. Noi confidiamo nel Dio che in Gesù Cristo ha rivelato in modo compiuto e definitivo la sua volontà di stare con l’uomo, di condividere la sua storia, per guidarci tutti al suo Regno di amore e di vita. E questa grande speranza anima e talvolta corregge le nostre speranze umane”.La vera ragione di speranza dell’umanità – ha spiegato il Papa – è legata alla presenza di Dio nella trama della storia: “La storia ha un senso, perché è “abitata” dalla Sapienza di Dio. E tuttavia, il disegno divino non si compie automaticamente, perché è un progetto d’amore, e l’amore genera libertà e chiede libertà. Il Regno di Dio viene certamente, anzi, è già presente nella storia e, grazie alla venuta di Cristo, ha già vinto la forza negativa del maligno”.L’uomo – ha aggiunto il Santo Padre – è chiamato a collaborare con Dio ed ognuno ha la responsabilità di accogliere il Signore: “Ogni uomo e donna è responsabile di accoglierlo nella propria vita, giorno per giorno. Perciò, anche il 2010 sarà più o meno ‘buono’ nella misura in cui ciascuno, secondo le proprie responsabilità, saprà collaborare con la grazia di Dio”. L’uomo nella sua quotidianità non è solo. Il Signore – ha detto il Santo Padre – bussa al nostro cuore quando vuole fare un passo avanti insieme con noi: “Ogni volta che il Signore vuole fare un passo avanti, insieme con noi, verso la ‘terra promessa’, bussa prima al nostro cuore, attende, per così dire, il nostro ‘sì’, nelle piccole come nelle grandi scelte. Ci aiuti Maria ad accogliere sempre la volontà di Dio, con umiltà e coraggio, perché anche le prove e le sofferenze della vita cooperino ad affrettare la venuta del suo Regno di giustizia e di pace“.Salutando i pellegrini di lingua tedesca, il Santo Padre si è poi soffermato sul mistero dell’incarnazione. “Dio – ha detto il Papa – è entrato nel nostro mondo, è diventato uno di noi affinché, come suoi figli, possiamo avere parte alla vita divina”. Ha esortato quindi tutti a “vivere di questo dono del presente e della comunione con Dio” e ad incamminarsi, in questo nuovo anno, “sulla via del bene”. Il Papa ha ricordato infine che nei giorni scorsi è stata aperta a Santiago de Compostela la Porta Santa in occasione dell’Anno Santo Compostelano. Attraverso questa Porta – ha detto il Pontefice – sono passati molti pellegrini alla recerca della luce della fede e della grazia del perdono. Il Papa ha invitato a lasciarsi illuminare da Cristo, luce del mondo, e a rinascere ad una nuova vita, in un mondo pieno di pace e concordia. (Fonte: Radio Vaticana)