Vita Chiesa

BENEDETTO XVI, ANGELUS: UNA GIOIA PROCLAMARE BEATO GIOVANNI PAOLO II; APPELLO AD ACCOGLIERE I MIGRANTI

 “Cari fratelli e sorelle,  come sapete, il primo maggio prossimo avrò la gioia di proclamare Beato il Venerabile Giovanni Paolo II, mio amato predecessore. La data scelta è molto significativa: sarà infatti la II Domenica di Pasqua, che egli stesso intitolò alla Divina Misericordia, e nella cui vigilia terminò la sua vita terrena. Quanti lo hanno conosciuto, quanti lo hanno stimato e amato, non potranno non gioire con la Chiesa per questo evento. Siamo felici!”. Così Benedetto XVI oggi all’Angelus in Piazza San Pietro ha parlato per la prima volta in pubblico della beatificazione del suo predecessore, annunciata venerdì scorso. E della Beatificazione è tornato a parlare salutando i fedeli polacchi: “Questa notizia – ha affermato – era molto attesa da tutti e, in modo particolare, da voi, per i quali” Giovanni Paolo II “è stato la guida nella fede, nella verità e nella libertà”. Vi auguro, ha concluso, “una profonda preparazione spirituale a questo evento”.Prima delle parole sulla Beatificazione di Papa Wojtyla, Benedetto XVI si era soffermato sull’odierna ricorrenza della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Spesso, ha constatato, la migrazione “è forzata da guerre o persecuzioni” e avviene “in condizioni drammatiche”. Poi, ha rammentato che anche i genitori di Gesù dovettero fuggire in Egitto per salvare la vita del loro bambino: “Il Messia, il Figlio di Dio – ha detto – è stato un rifugiato. La Chiesa, da sempre, vive al proprio interno l’esperienza della migrazione. Talvolta, purtroppo, i cristiani si sentono costretti a lasciare, con sofferenza, la loro terra, impoverendo così i Paesi in cui sono vissuti i loro avi”.D’altra parte, ha proseguito, “gli spostamenti volontari dei cristiani” sono “occasione per incrementare il dinamismo missionario della Parola di Dio e fanno sì che la testimonianza della fede circoli maggiormente nel Corpo mistico di Cristo, attraversando i popoli e le culture, e raggiungendo nuove frontiere, nuovi ambienti”. Ha così offerto una riflessione sul tema scelto per la Giornata: “Una sola Famiglia umana”, “Un tema che indica il fine, la meta del grande viaggio dell’umanità attraverso i secoli: formare un’unica famiglia, naturalmente con tutte le differenze che la arricchiscono, ma senza barriere, riconoscendoci tutti fratelli”.Ed ha ripreso il Concilio Vaticano II per sottolineare che la Chiesa “è segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano”: “Per questo – ha proseguito – è fondamentale che i cristiani, pur essendo sparsi in tutto il mondo e, perciò, diversi per culture e tradizioni, siano una cosa sola, come vuole il Signore. E’ questo lo scopo della ‘Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani’, che avrà luogo nei prossimi giorni, dal 18 al 25 gennaio”. Una settimana, ha osservato, che viene preceduta dalla Giornata del Dialogo ebraico-cristiano, che “richiama l’importanza delle radici comuni che uniscono ebrei e cristiani”. Il Papa, rivolgendosi alla Vergine, ha quindi affidato alla sua protezione “tutti i migranti e quanti si impegnano in un lavoro pastorale in mezzo a loro”, con un pensiero speciale ai rappresentanti delle Comunità Migrantes della diocesi di Roma, presenti in Piazza San Pietro. Il Pontefice non ha infine mancato di esprimere particolare vicinanza alle popolazioni di Australia, Brasile, Filippine e Sri Lanka, recentemente colpite da devastanti inondazioni. (Fonte: Radio Vaticana)