Vita Chiesa

BENEDETTO XVI CHIEDE AI POLACCHI DI EVANGELIZZARE IL MONDO SULLE ORME DI WOJTYLA

Nell’ultimo gesto pubblico della sua visita in Polonia, Benedetto XVI ha chiesto a tutti i polacchi di vivere l’eredità e la missione di Giovanni Paolo II, e ha assicurato che il nuovo papa ama la Polonia e i polacchi allo stesso modo del precedente. Davanti a una intera parete di fiori bianchi e rossi – i colori della bandiera polacca – che avvolgono le immagini dello scudo papale e della Divina misericordia, avendo di fronte i milioni di fedeli sulla spianata del parco di Blonie, Benedetto XVI ha dato così il suo saluto finale alla Polonia.. Prendendo spunto dal vangelo del giorno, nella solennità dell’Ascensione, che riporta il mandato missionario di Gesù ai discepoli (cfr Mc 16, 15), Benedetto XVI ha chiesto a tutti i polacchi di vivere la stessa dedizione a Cristo, alla Chiesa e al mondo che è stata di Karol Wojtyla: “Cari fratelli e sorelle! Insieme all’elezione di Karol Wojtyła alla Sede di Pietro a servizio di tutta la Chiesa, la vostra terra è divenuta luogo di una particolare testimonianza di fede in Gesù Cristo. Voi stessi siete stati chiamati a rendere questa testimonianza dinanzi al mondo intero. Questa vostra vocazione è sempre attuale, e forse ancora più attuale dal momento della beata morte del Servo di Dio. Non manchi al mondo la vostra testimonianza!

Il papa ha esortato tutti a “stare sulla terra”, ma lasciandosi ispirare nelle proprie opere dal “guardare il cielo” : “Vi prego di guardare dalla terra il cielo – di fissare Colui che – da duemila anni – è seguito dalle generazioni che vivono e si succedono su questa nostra terra, ritrovando in Lui il senso definitivo dell’esistenza. Rafforzati dalla fede in Dio, impegnatevi con ardore nel consolidare il suo Regno sulla terra: il Regno del bene, della giustizia, della solidarietà e della misericordia. Vi prego di testimoniare con coraggio il Vangelo dinanzi al mondo di oggi, portando la speranza ai poveri, ai sofferenti, agli abbandonati, ai disperati, a coloro che hanno sete di libertà, di verità e di pace. Facendo del bene al prossimo e mostrandovi solleciti per il bene comune, testimoniate che Dio è amore”. Vi prego, infine, di condividere con gli altri popoli dell’Europa e del mondo il tesoro della fede, anche in considerazione della memoria del vostro Connazionale che, come Successore di San Pietro, questo ha fatto con straordinaria forza ed efficacia”.

Questa “trasmissione dell’eredità” da Wojtyla a tutti i polacchi è stata celebrata con un’altra “trasmissione”: lo sguardo di Wojtyla alla Polonia è lo stesso di Benedetto XVI. Con accenti personali e commossi, che hanno strappato l’applauso alla folla sterminata, il papa tedesco ha gridato: “Durante il primo pellegrinaggio in Polonia, il 10 giugno del 1979, terminando la sua omelia su questa spianata, [Giovanni Paolo II] disse con nostalgia: “Permettete che, prima di lasciarvi, rivolga ancora uno sguardo su Cracovia, questa Cracovia della quale ogni pietra e ogni mattone mi sono cari. E che guardi ancora da qui la Polonia…”. Durante l’ultima Santa Messa celebrata in questo luogo il 18 agosto 2002, nell’omelia disse: “Sono riconoscente per l’invito a visitare la mia Cracovia e per l’ospitalità offertami” (n. 2). Voglio accogliere queste parole, farle mie e ripeterle oggi: vi ringrazio di tutto cuore “per l’invito a visitare la mia Cracovia e per l’ospitalità offertami”. Cracovia, la città di Karol Wojtyła e di Giovanni Paolo II, è anche la mia Cracovia! E’ anche una Cracovia cara al cuore di innumerevoli moltitudini di cristiani in tutto il mondo, i quali sanno che Giovanni Paolo II giunse sul colle Vaticano da questa città, dal colle di Wawel, “da un paese lontano”, il quale, grazie a questo avvenimento, divenne un paese caro a tutti”.

A conferma di questo intreccio fra Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, il papa aggiunge: “Qui voglio anche pregare Dio di conservare in voi il retaggio della fede, della speranza e della carità lasciato al mondo, e in modo particolare a voi, da Giovanni Paolo II”. E ai polacchi chiede di pregare per lui, come hanno pregato e sostenuto il ministero di Wojtyla: “Ricordatevi anche di me nelle vostre preghiere e nei vostri sacrifici, come ricordavate il mio grande Predecessore, affinché io possa compiere la missione affidatami da Cristo. Vi prego, rimanete saldi nella fede! Rimanete saldi nella speranza! Rimanete saldi nella carità! Amen!

La messa si è svolta con solennità e partecipazione, sotto un cielo grigio, ma senza pioggia. Durante la preghiera universale si è pregato anche per le vittime del terremoto in Indonesia, perché trovino solidarietà pronta nella comunità internazionale.

Al termine della celebrazione, Benedetto XVI ha rivolto alcune parole di saluto alla popolazione, ai professori e studenti delle università polacche e soprattutto ai giovani, che la sera prima egli aveva incontrato nella stessa spianata. “In modo particolare – ha detto il papa – mi rivolgo alla gioventù, che ieri ha espresso il suo legame a Cristo e alla Chiesa. Ieri mi avete portato come dono il libro delle dichiarazioni: “Non la prendo, sono libero dalla droga”. Vi chiedo come padre: siate fedeli a questa parola. Qui si tratta della vostra vita e della vostra libertà. Non lasciatevi soggiogare dalle illusioni di questo mondo”.Asianews

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